In occasione della presentazione dei risultati finali del progetto 2024 “Cinema oggi. Spettatori di domani. Una nuova prospettiva”, AFIC propone un momento di confronto e riflessione aperto a tutta la filiera del cinema.
Un progetto di ricerca per indagare sul complesso rapporto tra logiche di mercato, programmazione festivaliera e pubblico.
Il progetto ha tra i suoi obiettivi quello di dimostrare il forte radicamento delle manifestazioni cinematografiche nel proprio territorio e presso il proprio pubblico di riferimento. Sia per il loro ruolo in termini di educazione all’immagine, di capacità di implementare percorsi di coesione del pubblico e nella promozione che per la valorizzazione dell’identità culturale italiana attraverso le scelte artistiche di programmazione.
L’indagine, condotta in collaborazione con Ergo Research, Cinetel e CUC – Consulta Universitaria di Cinema, con il sostegno di SIAE e della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura, ha coinvolto molte delle manifestazioni associate, analizzando temi chiave come l’impatto degli eventi cinematografici sul territorio, il ruolo della distribuzione, il sostegno agli autori e la relazione con il pubblico.
Ad aprire i lavori il Presidente Pedro Armocida. A moderare l’incontro Giorgio Gosetti (Noir in Festival, Giornate degli Autori). Le slide sono invece esposte e spiegate da Michele Casulla.
Intervengono Sergio Del Prete per Anica Academy, Mariagrazia Fanchi per CUC – Consulta Universitaria di Cinema, Simone Gialdini per Cinetel, Francesca Medolago Albani per ANICA, Salvatore Nastasi per SIAE e Alessandro Usai per ANICA.
Oltre 2,1 milioni di ingressi in un anno: è il dato chiave emerso dalla nuova ricerca. Un’indagine estesa e articolata, che ha analizzato il lavoro di oltre 60 festival, coinvolto più di 1.600 spettatori e mappato oltre 2.500 titoli programmati, tra corti e lungometraggi.
Un numero, quello degli ingressi, tutt’altro che trascurabile se si considera che corrisponde a circa il 3% del totale delle presenze annue al cinema in Italia. E in un contesto in cui il box office nazionale ha subito una lieve flessione del 3,2% rispetto all’anno precedente, i festival invece crescono del +4%, dimostrandosi uno dei pochi segmenti realmente in espansione.
Ma chi sono gli spettatori dei festival? Secondo l’indagine, il 60% ha meno di 35 anni, con una crescita netta nella fascia 15–24 anni, che oggi rappresenta ben il 32% del pubblico. Un pubblico giovane, curioso, attivo, che non solo partecipa, ma torna: ben l’86% degli intervistati dichiara l’intenzione di partecipare nuovamente alla prossima edizione del festival.
“Un’esperienza che vale più di quanto costa” ha dichiarato Maria Grazia Fanchi, presidente della Consulta Universitaria del Cinema. “Nei festival stiamo re-imparando un’esperienza comunitaria del cinema, diversa da quella tradizionale della sala, ma altrettanto profonda. E questo ha un enorme valore culturale e sociale.”
Eppure, dal punto di vista economico, i festival restano fragili. Il 47% non riesce a coprire tutte le spese e il budget medio si attesta intorno ai 120.000 euro, con forti disuguaglianze tra le realtà più strutturate e quelle più piccole. Il finanziamento pubblico (ministero, enti locali, film commission) copre oltre il 60% dei costi, mentre il contributo degli sponsor privati è ancora fermo al 15% e quello del pubblico (biglietteria) non supera il 5%.
“Non possiamo aspettarci che i privati investano se non diamo loro qualcosa in cambio. Non sono mecenati. Serve un vantaggio concreto, come un tax credit esterno” ha ribadito Giorgio Gosetti, direttore di Festival Associati ed ex presidente AFIC.
Anche Francesca Medolago Albani, intervenuta per ANICA, ha sottolineato la necessità di ripensare il rapporto con il privato: “Oggi non basta più offrire visibilità. Serve un progetto, un ritorno misurabile. E dobbiamo essere in grado di offrirlo”.
Dal punto di vista dei contenuti, i festival si distinguono anche per la capacità di dare spazio a film che non trovano posto nel circuito commerciale: solo il 29% dei lungometraggi programmati è passato da Cinetel, segno che i festival rappresentano una piattaforma fondamentale per il cinema indipendente, d’autore e internazionale.
Anche la dimensione territoriale è un punto di forza. La metà del pubblico viene da fuori città, e di questi il 70% si è spostato appositamente per partecipare, generando ricadute economiche su ospitalità, ristorazione e trasporti. Inoltre, ogni festival organizza in media 27 eventi collaterali (masterclass, concerti, dibattiti), contribuendo a creare un’esperienza culturale immersiva e articolata.
“I festival portano pubblico nelle sale e rafforzano il tessuto culturale del territorio, ma spesso i loro dati non vengono considerati nei conteggi ufficiali. È ora di integrarli davvero”, ha sottolineato Sergio Del Prete (ANICA).
La soddisfazione del pubblico è altissima: il 74% dà voti tra 8 e 10 all’esperienza vissuta, e l’aspetto più apprezzato è proprio l’accessibilità economica. “È un’esperienza che restituisce molto, spesso senza costare nulla”, ha ribadito Fanchi.
La ricerca consegna, in definitiva, una fotografia chiara e dettagliata: i festival non sono un segmento marginale, ma uno degli assi portanti dell’ecosistema cinema in Italia. Ora serve che istituzioni, territori e privati raccolgano il dato, e lo traducano in strumenti di sostegno strutturale e visione strategica. Il pubblico – giovane, curioso e pronto a tornare – c’è già.
In chiusura, Michela Greco per Emergency ha presentato la campagna R1PUD1A, ispirata all’articolo 11 della Costituzione, per ribadire l’impegno dell’organizzazione nella promozione della cultura di pace e contro ogni guerra: “L’unica verità della guerra sono le vittime. Per questo continuiamo a ripudiare la guerra, ogni giorno”.
Immancabile, poi, il ricordo del collega Robert Bernocchi, specialista dei dati, recentemente scomparso.
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