Cinecittà Studios contro la disinformazione: il piano porterà lavoro e utili


Cinecittà Studios vuole continuare a investire sul cinema italiano perché ci crede e perché da sempre il suo nome è sinonimo di fabbrica dei sogni, di luogo dove i film prendono vita. Per perseguire questo obiettivo, a fine settembre ha annunciato un piano di rilancio immobiliare che mira a potenziare e ammodernare le strutture al suo interno, al fine di attrarre con maggiore appeal le produzioni cinematografiche internazionali. Dal suo annuncio il piano è però al centro di polemiche e contestazioni da parte di una fetta dei lavoratori della società, circa il 33% su 223 strutturati, che ha indetto mobilitazioni e una due giorni di sciopero, perché contrario a quella che ritiene “una speculazione immobiliare non il linea con la mission dell’azienda”.

 

In realtà il progetto non punta a snaturare gli obiettivi, tutt’altro, come spiegato stamane dallo stesso Luigi Abete, presidente di Cinecittà Studios, durante una conferenza stampa indetta per fare chiarezza su quanto detto e scritto riguardo al piano. “Ultimamente i giornali hanno veicolato informazioni errate e riduttive prodotte da una parte del sindacato e delle RSU – ha detto Abete – Nelle ultime settimane il livello di disinformazione su questa vicenda sta danneggiando i risultati positivi raggiunti dall’azienda negli ultimi 13 anni, da quando cioè Cinecittà Studios è stata privatizzata. Alcuni sindacalisti rivendicano loro piccoli poteri personali e vorrebbero che io sottoponessi loro il progetto, ma non intendo farlo. Non credo che Fiat e Telecom prendano decisioni tramite riunioni di piazza, sentendo la massa. Studios è un’azienda privata con azionisti e un suo Cda e a loro spettano le decisioni”.

 

Il progetto, da realizzarsi in due fasi, la prima delle quali dovrebbe partire nell’autunno 2011, prevede la costruzione di un nuovo grande teatro di posa, palazzine di uffici per le produzioni, attrezzerie e soprattutto nuovi servizi di ospitalità e accoglienza, quali un albergo da 200 camere di categoria 4 stelle, servizi wellness, parcheggi e centri di ristorazione, oggi mancanti o insufficienti all’interno degli studi. Il secondo step del progetto consiste invece nella costruzione di un Distretto del cinema e del multimediale, ribattezzato DCM, che ospiterà altre società del settore, ma anche laboratori, centri formativi, unità produttive e centri di ricerca, tutti alloggiati in una sorta di agorà dello spettacolo dove vari interlocutori del comparto potranno dialogare tra loro e magari veder crescere sinergie interessanti tra imprese del settore. Tante imprese, se come è stato calcolato da Studios, potranno essere tra le 150 e le 200 le aziende ospitate dal Distretto.

 

Un investimento enorme da 160 milioni di euro totali, 70 per la prima fase e tra gli 80 e i 90milioni per la seconda, che sarà totalmente a carico di Cinecittà Studios e che rivoluzionerà 70mila mq complessivi (30mila per la fase 1 e 40mila per la 2) riqualificando spazi oggi inutilizzati o lasciati al degrado con strutture efficienti, moderne e utili che rimarranno comunque sempre di proprietà dello Stato. ”L’area sulla quale andremo ad intervenire – ha continuato Abete – è di proprietà dello Stato e alla fine della concessione, cioè tra 25 anni, i nuovi immobili che non ledono né intaccano gli edifici e aree già esistenti, nemmeno la Cine Ars di Adriano De Angelis di cui abbiamo grande rispetto, rimarranno di proprietà pubblica. Nonostante le gravi difficoltà che hanno colpito il settore, Cinecittà Studios ha realizzato nei propri teatri di posa ben 28 produzioni internazionali e 44 film italiani, oltre 40 serie tv, 270 spot pubblicitari e decine di trasmissioni tv. Il fatturato aziendale è raddoppiato rispetto alla media della gestione statale, l’occupazione è rimasta stabile e oltre la metà dei dipendenti attuali è stata assunta dopo il 1997, un’anomalia di cui siamo orgogliosi che difficilmente si verifica durante le privatizzazioni, tradizionalmente momenti di razionalizzazione delle risorse. Ora l’obiettivo è veder partire questo piano di sviluppo – ha concluso Abete – che dovrebbe portarci tra 3 anni a utilizzare le nuove strutture previste dalla fase 1. Contiamo di far partire i lavori nell’autunno 2011″.

26 Novembre 2010

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