1937 | il 28 aprile, viene inaugurata da Mussolini la più grande città del cinema in Europa, disegnata da Gino Peressutti, architetto di punta del regime fascista. Sulle ceneri di un vecchio stabilimento, Cines, sorgono i 600.000 un gigante paragonato ai più grandi studios europei: Pinewood, inaugurato nel 1936, dispone “solo” di 75.000 mq |
400.000 | mq la superficie odierna |
20 | teatri di posa |
“5” | il teatro più grande, 3.200 mq. Il più grande teatro di posa europeo insonorizzato |
1 | schermo “blue screen” per effetti speciali da 30 x 12 metri |
1 | piscina da 60 x 140 metri |
9 | chilometri dal centro di Roma, pochi metri dalle autostrade e una fermata della metropolitana omonima, pochi chilometri dall’aeroporto di Ciampino, sede locale dei maggiori corrieri espressi |
300 | film realizzati fino alla seconda guerra mondiale. Gli stabilimenti rimagono inattivi solo nel 1945, nonostante dopo la liberazione fossero divenuti campo profughi per i deportati |
1950 | arrivano gli americani: Quo Vadis di Mervin Le Roy e Vacanze Romane di Wyler. Ma si gira anche Miracolo a Milano di De Sica. Cinecittà è il cuore del cinema italiano, dell’avanguardia come dello spettacolo popolare |
1960 | l’anno di Cleopatra di Joseph L. Mankiewicz. Ma anche della Dolce Vita e della serie di Don Camillo |
1970 | gli americani sono tornati a casa, rimangono solo gli spaghetti-western. Ma in Italia si producono ancora più di 200 film |
1980 | la crisi: pochi teatri occupati, niente produzioni estere |
1998 | la privatizzazione. Si restaurano gli immobili, si apre alla gestione manageriale dei servizi e del marketing, si investe sulla tecnologia del futuro. E grazie al tradizionale patrimonio professionale e artigianale degli studios sul tevere, rinascono la Roma degli anni Trenta e la New York dell’Ottocento |