“Caravaggio”, tra santità e piaceri carnali


A. Boni e E. S. Ricci4 anni di preparazione, decine di attori e 3mila comparse, un budget da 8 milioni di euro, 12 settimane di riprese tra Lazio, Sicilia e Belgrado, un direttore della fotografia, Vittorio Storaro, 3 volte premio Oscar. Caravaggio, film dai grandi numeri, è stato presentato per la prima volta in Italia al Festival della Fiction di Roma (2-7 luglio) e andrà in onda su Raiuno il 17 e 18 febbraio nella versione televisiva da due puntate di 100 minuti. Sulla distribuzione nelle sale non ci sono certezze ma il film è stato comprato da Giappone e Polonia e troverà sbocco televisivo o theatrical in Germania, Francia e Spagna, paesi coproduttori insieme all’Italia.

Caravaggio, fiction e realtà
Trasgressivo e inquieto, Michelangelo Merisi detto Caravaggio attraversò l’era della Controriforma, del rogo di Giordano Bruno e dell’affermazione del barocco. Visse poco più di trent’anni, sufficienti per sfidare il manierismo e rivoluzionare la pittura. Viaggiò tra Milano, Roma e la Sicilia, fu un assassino e scampò il boia grazie ad una rete di protettori potenti: dalla marchesa Costanza Colonna (Elena Sofia Ricci) al Cardinal Del Monte (Jordi Molla) fino a Alof De Vignancourt (Francois Mountagut) Gran Maestro dell’Ordine di Malta. La sceneggiatura, firmata da Andrea Purgatori e James H. Carrington si ispira alla biografia di Helen Langdon edita da Sellerio. Gli storici dell’arte Maurizio Marini e Claudio Strinati hanno curato la consulenza storica. Lo scenografo Giantito Burchiellaro ha ricreato la Roma dell’epoca a Belgrado e Lia Morandini ha studiato le influenze della moda spagnola e francese nella confezione di abiti e sottovesti per marchese, prostitute, cardinali e cavalieri di Malta. Elena Sofia Ricci ha indossato un abito elaborato e pesantissimo, completo di busto, stecche e sottovesti.

La luce di Storaro
Il film nasce da un’idea di Ida di Benedetto, che divide i credits per la produzione con la figlia Stefania Bifano. “Caravaggio è uno dei personaggi più importanti della cultura italiana – spiega Marta Bifano – Mia madre è convinta che raccontare la sua storia sia una grande opportunità di portare una produzione italiana fuori dalla penisola”. È stata Marta Bifano a coinvolgere  Vittorio Storaro nel progetto: “La pittura del Caravaggio lo ha influenzato profondamente. Tra lui è il pittore c’è un’unione simbiotica. Fare questo film è stato come pagare un debito di riconoscenza. La sua adesione ci ha aperto molte porte”.A. Longoni

Artista eterosessuale o gay?

Nella versione presentata a New York manca l’adolescenza di Caravaggio e ci sono delle differenze consistenti nel montaggio. Nella scena di apertura l’artista moribondo vede la sua vita passargli davanti. “Mi interessava l’ambivalenza di un personaggio segnato da impulsi travolgenti, attratto dalla santità e dai piaceri carnali. Caravaggio conosceva le Scritture e la cristianità delle origini, era insofferente alla rigidità della Chiesa ma al tempo stesso, viveva sotto l’ala di cardinali e nobili” dice il regista Angelo Longoni,  regista dal background teatrale. Per un mese ha lavorato al fianco di Alessio Boni per raffinare il carattere del personaggio. “Abbiamo fatto tantissime prove, il tocco finale è stato il make-up che ha accentuato le ombre del viso e cambiato colore degli occhi e dei capelli per sottolineare  la rabbia di Caravaggio”. Entrambi hanno visto il Caravaggio interpretato da Amedeo Nazzari (1941)  e quello Gian Maria Volontè (1967): “Quello con Volontè era era una dramma al chiuso, più teatrale che cinematografico. La nostra è operazione di tutt’altro tipo” precisa Longoni. Sulla pellicola di Derek Jarman (1986), la più nota e fuori schema, dice: “Non la amo perchè usa il pittore per raccontare il suo mondo e ne sottolinea l’omosessualità. Michelangelo Merisi era sessualmente onnivoro, ma era attratto soprattutto dalle donne. Non si è mai legato perchè sentiva che la sua vita sarebbe stata troppo breve. Questa tesi è confermata dagli studiosi, soprattutto da Marini”. L’idea del Merisi eterosessuale potrebbe non piacere ai gruppi gay che in Italia aspettano di vedere la fiction sulla tv di stato. “Certo – concede il regista – dalle immagini si intuisce che Caravaggio ha avuto un’unione fisica con Mario Minniti, suo amico di una vita, con cui ha condiviso arte e povertà. Il grande amore della sua vita però è stata Lena, una popolana che ha ispirato il volto della Madonna in due quadri”.

14 Febbraio 2008

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