BARI – “Una canzone salvavita”, come la definisce Vinicio Capossela. “Anticorpo al fascismo che è latente nell’inconscio degli italiani”, dice il cantautore emiliano che nel 2021 ne ha fatta una versione a due, con il musicista greco Dimitris Mystakidis, durante il confinamento e usando due telefoni “per ricordarci che la libertà è preziosa e bisogna combattere per conservarla”.
Si apre così Bella ciao Per la libertà, il documentario di Giulia Giapponesi presentato al Bif&st di Bari e presto in sala come evento dall’11 al 13 aprile. Un vero viaggio dentro la coscienza politica di popoli lontani ed epoche diverse accompagnati dalla celebre canzone. Inno dei partigiani – ma qualcuno addirittura mette in dubbio che sia proprio così, affermando che i partigiani non la cantarono mai – espressione di lotta delle nuove generazioni, hit rielaborata da artisti internazionali da Yves Montand a Mina da Manu Chao ai Modena City Ramblers, perfino colonna sonora della serie Netflix La casa di carta, circostanza questa che l’ha resa famosa anche presso i giovanissimi non politicizzati.
Le origini della melodia capace di conquistare i cuori a ogni latitudine sono incerte e confuse: forse canto delle mondine, forse ritmo klezmer. Fatto sta che la canzone del partigiano riappare oggi in Ucraina attraverso la nuova versione della cantante folk Khrystyna Soloviy, che ne ha riadattato il testo; ma fa la sua apparizione anche in Turchia, dove è stata al centro di un caso giudiziario. Trasmessa a Smirne dai minareti di 62 moschee, ha portato in tribunale l’attivista Banu Ozdemir che, avendo postato il video sui social, è stata travolta da un’ondata di odio islamista e incarcerata, ma infine prosciolta.
“L’idea alla base del film – racconta la regista bolognese Giulia Giapponesi – nasce dalla necessità di ristabilire il percorso di Bella ciao alla luce del suo essere diventata canzone internazionale. Una necessità che diventa più urgente in questo momento storico di passaggio, dove la memoria della Seconda Guerra Mondiale – raccontata dalla viva voce di chi ha vissuto l’occupazione nazifascista – lascia il passo alla Storia, intesa come racconto del passato attraverso le fonti documentali”.
Oggetto di remix dance e techno e ispirazione per cover di artisti di tutto il mondo grazie al suo ritmo travolgente, è stata usata in Iraq, ha conquistato le combattenti curde, è stata assunta dai cileni Quilapayun, studiata dagli etnomusicologi come Roberto Leydi, eseguita nel ’64 a Spoleto in un concerto del Canzoniere italiano destinato a destare scandalo al Teatro Caio Melisso perché venne intonata la canzone anarchica O Gorizia tu sei maledetta con ludibrio degli ufficiali presenti in sala.
“La biografia di Bella ciao – spiega la regista – si intreccia alla storia del nostro Paese. Il suo diffondersi inizia durante la guerra, ma soprattutto negli anni del boom economico, quando diviene nota in tutto il mondo grazie ai Festival della Gioventù, raggiungendo quel successo internazionale che oggi tanti attribuiscono erroneamente a Netflix”. In questo racconto, accompagnato da splendido materiale d’archivio inedito e immagini di cronaca, la voce delle memorie dei testimoni della Resistenza ancora in vita, tra cui la maestra di Alba all’epoca bambina che ricorda di averla sentita intonare il giorno della liberazione della città, si fonde con quella degli attivisti che in Cile, Turchia, Iraq e Kurdistan l’hanno fatta propria. E il film si chiude con un monito: secondo The Economist nel 2021 sono 57 i paesi sotto un regime autoritario, tra questi l’Iraq; sono 35 i paesi con una democrazia ibrida, come in Turchia; sono 52 i paesi con una democrazia imperfetta per il mancato equilibrio nella distribuzione dei diritti, tra questi l’Italia.
Bella ciao è coprodotto da Palomar, Rai Documentari e Luce Cinecittà con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e con il contributo di BPER Banca. Dopo l’anteprima al Bif&st e la presentazione al Bergamo Film Meeting martedì 29 marzo, arriverà in sala solo l’11-12 e 13 aprile distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection
Evento speciale dedicato al doc presentato alla Festa del Cinema di Roma, La valanga azzurra, produzione Fandango e Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Documentari
Il film sarà proiettato il 27 novembre alle ore 21.00
La proiezione si è svolta al MoMA. In sala, tra gli ospiti d’eccezione, i membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences e i Golden Globe Voters
Domani, martedì 26 novembre, alle ore 21, il Cinema Greenwich ospiterà la proiezione del film di Yuri Ancarani, nell'ambito della rassegna Solo di martedì