VENEZIA – Prima visita alla Mostra di Venezia per il ministro Alberto Bonisoli, che ha incontrato i giornalisti all’Italian Pavilion rispondendo alle domande, non solo sul cinema ma anche sui temi dei Beni culturali e sulle emergenze dell’attualità. “Grazie a Dio a Roma non ci sono state vittime, ma oggi chiaramente non sono di buon umore, quello che è successo non deve più succedere”, ha detto in riferimento al crollo del tetto della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami. E ha promesso una valutazione del grado di pericolosità del patrimonio culturale, a prescindere da chi ne sia il proprietario. “Siamo un paese fantastico, ma come abbiamo capito anche dai fatti di Genova occorre una consapevolezza e una mappatura dei luoghi, abbiamo a disposizione mezzi per la messa in sicurezza”.
Il ministro, che in mattinata aveva visitato le Gallerie dell’Accademia a Venezia, ha raccontato di aver anche incontrato molti rappresenti dell’industria cinematografica qui al Lido. “Sono contento di essere qui, ho trovato un clima di qualità, di grande valore, non conosco personalmente altri festival internazionali, ma posso dire che Venezia è uno dei migliori del mondo”. E sullo stato di salute del cinema italiano dà una valutazione positiva: “Ho trovato segnali di forza e competitività, il governo non promette misure protezionistiche ma aiuti a fare sempre meglio, giocheremo in attacco, non in difesa”. Tra gli spunti d’interesse del festival, cita la sezione dedicata alla realtà virtuale ospitata dall’isola del Lazzaretto Vecchio: “E’ interessante. Non oggi, ma tra qualche anno, forse vedremo uno di questi lavori nella sezione principale. Occorre trasferire queste innovazioni tecnologiche alla produzione corrente e il mio ministero può agevolare questo tipo di trasformazione”.
Tra le criticità da affrontare, in evidenza quella delle window e della distribuzione multipiattaforma, un tema molto sentito dagli addetti ai lavori, anche per le polemiche sulle uscite in contemporanea in sala e su canali Netflix. “Non disdegno l’ideologia, anzi la amo, ma quando è troppa rischia di fare più danno che altro. Prendiamo due film che ho visto qui a Venezia, First Man e Roma. Il primo può avere un percorso agevole in sala, l’altro non resisterà così a lungo nei cinema, quindi le soluzioni alternative possono essere utili. I nuovi soggetti devono capire che hanno anche responsabilità di tipo sociale. Del resto, altri paesi europei hanno problemi simili e possiamo fare questo cammino insieme”.
Oggi al Lido è stata firmata la Carta per la parità di genere, tra la Biennale e le associazioni delle donne del cinema, un tema toccato anche nei decreti attuativi della Legge con incentivi alla produzione femminile, ma su questo Bonisoli si è espresso in termini generali: “Roma l’ha scritto un uomo ma non potrei immaginare un film migliore sulla condizione femminile. Questa è la risposta che posso dare in questo momento”.
Sui Cinema Days è sembrato particolarmente sensibile alle richieste degli esercenti: “La politica deve ascoltare chi lavora, e ai gestori delle sale non è andato giù il cinema a due euro, su questo c’è stata un’insolita unanimità, diciamo che non ha funzionato, non serve. Un conto è l’entrata gratuita in un museo statale, che è cosa pubblica, altro conto l’ingresso in una sala privata. Il Tintoretto alla Galleria dell’Accademia è anche del cittadino ed è giusto che lo vedano tutti, compresi coloro che non hanno i mezzi. Per le sale penseremo ad altre forme di incentivazione”. Sul tema ha preso la parola anche Roberto Cicutto, presidente e ad di Istituto Luce Cinecittà, chiedendo misure di sostegno per la distribuzione delle opere prime e seconde prodotte con soldi pubblici.
Sostanzialmente positivo il giudizio del ministro sulla Legge Cinema del 2016, già espresso in altre occasioni, da rivedere solo per alcuni meccanismi operativi: “Forse vanno semplificate alcune modalità di applicazione”. Infine, ancora parole lusinghiere per gli studios di Cinecittà, visitati all’inizio di agosto: “Lì affluiscono soldi veri e produzioni vere, ci sono diverse società dagli Stati Uniti. Si tratta di una macchina produttiva con centinaia di persone che lavorano ad altissimo livello”.
Anec, Anem, Fice e Acec ribadiscono l’urgenza di stabilire, senza preclusioni, procedure di consultazione all’interno di tutta la filiera industriale e con Anica, APT, MiBAC e Regioni
Il regista di Perfetti Sconosciuti, giurato a Venezia 75, rilascia un'intervista a 'La Repubblica', specificando che "il film vincitore passerà anche al cinema", in merito alla protesta delle associazioni di categoria circa l'assegnazione del Leone d'oro a Roma di Cuaron, prodotto da Netflix
Terzo anno per il delegato generale della Settimana Internazionale della Critica, Giona A. Nazzaro, a cui abbiamo chiesto un bilancio di questa edizione. Tra protagonismo femminile sommerso e media poco attenti al cinema non mainstream. "Sic@Sic dà delle possibilità a giovani autori in tempo reale e spesso sono donne"
Definendo il film del messicano Alfonso Cuaron, vincitore del Leone d'oro, "molto bello", il quotidiano francese ricorda che un tale riconoscimento "farà storia"