Loro di Paolo Sorrentino – in uscita in primavera – potrebbe essere l’ennesimo film contro Silvio Berlusconi. Lo ha detto ieri il leader di Forza Italia durante la conferenza stampa sul referendum per l’autonomia della Lombardia, tenuta insieme a Roberto Maroni.
“Ho sentito delle voci sul film che Sorrentino, con Servillo, sta facendo su di me. Da quello che mi dicono sembra che sia un’aggressione politica nei miei confronti. Spero che le voci non siano fondate”, ha detto l’ex premier rispondendo a una domanda.
Eppure all’inizio Berlusconi si era detto curioso di vedere il nuovo film del premio Oscar che lo vede protagonista, facendo inviti a Palazzo Grazioli e mettendo a disposizione le sue residenze per le riprese, in virtù, forse, della collaborazione che in passato ha legato Sorrentino alla Medusa Film (partner produttivo di La grande bellezza e Youth). Da dove siano scaturite le voci che definiscono il film “pruriginoso” non si sa, ma Il Messaggero suggerisce – per sentito dire negli ambienti berlusconiani – che si tratti della visione diretta della sceneggiatura da parte di Berlusconi.
In tutta risposta Paolo Sorrentino, al suo secondo film su un personaggio politico italiano dopo Il Divo, ha smentito ai microfoni della BBC un attacco politico nei confronti del tycoon nostrano, spiegando la genesi del film come regista: “Per me, un film è scoprire un mistero. E in Italia molti misteri sono legati strettamente alla Chiesa, alla politica, alla mafia. Mi interessa raccontare questi mondi – e ha aggiunto – Il mondo ha un’idea di Berlusconi come persona molto semplice, ma studiandolo ho capito che è molto più complicato. Vorrei provare a descrivere questo personaggio complesso. Sono interessato all’uomo che sta dietro il politico. Non sono interessato agli aspetti politici”.
Un film di analisi antropologica, lontano dalla militanza de Il Caimano di Nanni Moretti (2006), sulla persona più che sul leader politico, che, però, potrebbe uscire al cinema in piena campagna elettorale per le Politiche, interferendo con l’immagine di moderato che il leader di Forza Italia sta portando avanti. Aspetto a cui il regista non sembra dare rilevanza, parlando di Berlusconi come una figura tra le altre del pantheon de La grande bellezza degli ultimi anni: “Sono abituato a vedere il potere dappertutto: il film non è solo su Berlusconi. È su qualche altro italiano, su persone che provavano a cambiare il corso della loro vita usando Berlusconi”.
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