“Aver conosciuto Vincenzo Cerami è stato un regalo che qualcuno mi ha fatto e non so chi sia. A volte ringraziavo a caso, un regalo grande. Come mi piaceva stare insieme a lui! Gli ho voluto un bene che non c’è verso dirlo”. Così Roberto Benigni ricorda il lungo sodalizio artistico e umano che ha dato vita a Il piccolo diavolo, Johnny Stecchino, Il mostro, La vita è bella, Pinocchio e La tigre e la neve. “Scrittore, rugbista, sceneggiatore, ballerino di twist imbattibile, poeta. Mi ha insegnato come si fa a far battere il cuore alla gente. Che bellezza essergli stato amico. Che regalo! Grazie Vincenzo, per te il mio più bel sorriso”.
“Vincenzo era un grande architetto come sceneggiatore, oltre che lo scrittore apprezzato e conosciuto da tutti. Era utilissimo il suo intervento perché sapeva essere molto critico senza essere severo. E poi aveva una grande capacità di emozionarsi, di commuoversi e di indignarsi ma al tempo stesso un’ironia che generava battute fulminanti, mai cattive”. Così Marco Bellocchio ricorda Vincenzo Cerami, con il quale il regista aveva collaborato per la scrittura di due film, Salto nel vuoto del 1980 e Gli occhi, la bocca del 1982.
“Del mio rapporto con Vincenzo ho molti più ricordi di quanto non dicano i film che abbiamo fatto ;insieme: ci siamo frequentati per più di 30 anni, ed è stato uno degli incontri più importanti della mia vita professionale”. Così Gianni Amelio lo ricorda. “E’ stata la persona che mi ha insegnato a scrivere e soprattutto la persona che mi ha insegnato a leggere, che è la cosa più importante”. Amelio insieme con Cerami ha collaborato per la scrittura di Porte aperte (1990), Colpire al cuore (1983) e I ragazzi di via Panisperna (1989).
“Non ho mai lavorato con lui e me ne dispiace, ma Cerami era un uomo dotato di grande talento, un termometro dei cambiamenti della società. Insomma, un altro grande che se ne va”. Così Carlo Verdone, che aggiunge: “Era anche capace di dare dei buoni consigli. Dopo aver fatto Al lupo al lupo, lo incontrai e mi disse ‘fai ancora in tempo a fare un film coi personaggi ‘ e io feci nel 1994 Viaggi di nozze che fu un successo. Mi aveva dato un ottimo consiglio”.
“I suoi libri, i film che aveva scritto, la sua passione generosa ne hanno fatto uno degli intellettuali più significativi di questi anni. Vincenzo – ricorda Walter Veltroni – aveva un modo tutto suo di raccontare (in un romanzo come in una semplice conversazione tra amici) spiazzante e ironico. Aveva imparato ad amare la cultura sui banchi di scuola, allievo di Pier Paolo Pasolini. Di quella straordinaria esperienza vissuta da ragazzino gli era rimasta la curiosità, la voglia di capire, l’empatia con le persone che aveva di fronte e il suo impegno aveva trasformato tutto questo in una scrittura straordinaria, in uno sguardo acuto e mai banale, così fortemente cinematografico da averne fatto uno dei migliori sceneggiatori. Due titoli per tutti tra letteratura e cinema: Un borghese piccolo piccolo e La vita è bella, ma anche Colpire al cuore di Gianni Amelio o Casotto di Citti. Senza dimenticare il lavoro da aiuto regista con Pasolini per Uccellacci e uccellini“.
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