Barbera e Baratta sulla parità di genere

Parità di genere: primo tavolo ufficiale alla Mostra con Barbera e Baratta


“Negli ultimi anni la Mostra ha registrato il peggior record in termini di equilibrio tra i sessi, con pochi film diretti da donne”, così scrive The Hollywood Reporter. Quest’anno c’è una conferma in tal senso, solo 2 dei 21 titoli in Concorso portano una firma femminile: The Perfect Candidate di Haifaa Al-Mansour, e Babyteeth, debutto della regista televisiva australiana Shannon Murphy. Un rapporto che in termini di numeri conta 9,5% femminile contro 90,5% maschile, questo tra gli autori presenti nella sezione principale della Mostra, il più basso di tutti i principali festival cinematografici.

Il 46% dei film in Concorso al Sundance quest’anno è stato diretto da donne, il rapporto di Toronto, in tutta la sua selezione, sarà al 74% maschile al 36% femminile quest’anno. Cannes appena trascorso contava 4 titoli su 21 in Concorso diretti da donne, dunque solo il 19%. 

Il direttore Alberto Barbera in passato ha respinto le critiche sulla sua selezione, e ha detto che avrebbe smesso di imporre una quota per aumentare la rappresentanza femminile: la Mostra però ha cambiato un pò il suo vento, e ha organizzato il suo primo seminario sulla parità di genere e l’inclusione. Alberto Barbera e Paolo Baratta, presidente de La Biennale, hanno aperto la sessione, insieme a Gabriella Battaini-Dragoni, vice segretario generale del Consiglio d’Europa, e alla presidente di Eurimages, Catherine Trautmann.

Barbera ha affermato che c’è stata troppa attenzione al ruolo dei festival cinematografici nel ridurre il divario di genere nell’industria cinematografica, sottolineando la discriminazione quando si tratta del finanziamento e della produzione di film diretti da donne. Ha osservato che, in tutte le sezioni, il 25% dei film selezionati è diretto da donne. “Possiamo chiederci se possiamo fare di meglio”, ha precisato Barbera, ma “pensiamo che il criterio principale sia la qualità dei film, non vogliamo essere indulgenti rispetto al genere dei registi”. Il direttore ha aggiunto che l’obiettivo finale di un equilibrio di genere 50-50 al festival “richiederebbe anni per essere raggiunto”. Baratta ha sostenuto che Venezia ha fatto progressi e dichiarato di “respingere totalmente” l’idea che il festival possa essere accusato di parzialità.

Il MiBAC ha osservato che il 18% delle domande di finanziamento presentate nel 2017-18 era da parte di produttori femminili e che il 20% dei fondi assegnati era destinato a questi progetti sostenuti da donne, eppure, anche quando le registe ricevono finanziamenti, lo studio ha scoperto che, in media, le registe sono pagate oltre l’11% in meno rispetto ai colleghi maschi.

Nel complesso, tuttavia, Eurimage ha apportato miglioramenti. Mentre nel 2008 il gruppo ha distribuito interamente il 91% del proprio finanziamento per film diretti da uomini e solo il 9% per quelli al femminile, nel 2018 tali cifre erano passate al 70% per i film di registi maschi e al 30% per le autrici.

02 Settembre 2019

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