Avati: perché ho scelto l’Umbria per il film su Dante

Il regista: “E' un territorio che contiene in sé la sacralità ed è un posto in cui percepisci immediatamente perché sono nati qui i personaggi che stanno nella storia della spiritualità"


Il regista Pupi Avati ha aperto la 4° edizione di Castiglione Cinema 2021 – Rdc Incontra, il Festival promosso da Fondazione Ente dello Spettacolo nato quattro anni fa a Castiglione del lago (Perugia) in occasione del 90esimo anniversario della ‘Rivista del Cinematografo’, con la finalità di far incontrare i territori con i protagonisti del mondo del cinema, della tv e del giornalismo.

Avati, durante il dialogo con. Federico Pontiggia, critico della ‘Rivista del Cinematografo’, ha spiegato la scelta dell’Umbria come location per il film che sta girando sulla storia di Dante. “Amo l’Umbria perché è un territorio che contiene in sé la sacralità ed è un posto in cui percepisci immediatamente perché sono nati qui i personaggi che stanno nella storia della spiritualità”.

Quanto al suo ultimo lavoro, Lei mi parla ancora, il regista ha raccontato la genesi del film: “Maurizio Caverzan mi ha fatto leggere un libercolo di Giuseppe Sgarbi e mi sono molto riconosciuto nel sentimento di rifiuto che ha provato questo anziano signore perdendo sua moglie dopo 65 anni di matrimonio. Leggendo il libro ho provato a simulare su di me il fatto di perdere mia moglie. Anche il solo immaginare la sua assenza è stata una cosa impensabile ed enormemente più grande della mia capacità di recepire il dolore – ha affermato Avati – Definisco mia moglie come l’hard disk della mia vita e nei suoi occhi vedo tutte le fasi di me stesso. Sono affezionatissimo alla locuzione avverbiale del per sempre. Non posso rassegnarmi all’idea che, con lo spegnersi del le luci, la mia esistenza e quella delle persone cui sono collegato finisca”.

18 Giugno 2021

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