‘Apocalypse Now’, Storaro svela i retroscena

All’inizio, quando ricevetti la proposta, pensai di rifiutare. Non capivo cosa c’entrassi con un film di guerra, io che venivo dai film di Bertolucci”. Così Vittorio Storaro racconta la lunga e comple


Il premio Oscar Vittorio Storaro ha accompagnato con una masterclass la proiezione al Cinema ritrovato di Bologna di Apocalypse Now, proiettata nella speciale versione redux che fu presentata per la prima volta a Cannes nel 2000, ora affidata da Storaro alla custodia del CSC-Cineteca Nazionale, di cui è stato allievo. Tra i molti aspetti inediti il direttore della fotografia ha sottolineato come la realizzazione del capolavoro di Coppola sia stata una delle più lunghe, complesse e costose, piena di sfide e periodi critici. “All’inizio, quando ricevetti la proposta, pensai di rifiutare. Non capivo cosa c’entrassi con un film di guerra, io che venivo dai film di Bertolucci, per citare solo uno dei miei autori. Ma Francis mi spiegò che non era un film sulla guerra  quanto invece sul concetto di civilizzazione perché quando si sovrappongono civiltà diverse è facile che si generi la violenza. E mi suggerì di leggere Cuore di tenebra di Joseph Conrad nel quale effettivamente veniva descritto magnificamente questo clash di civiltà”.   

La Cineteca Nazionale a “Cinema ritrovato” ha presentato anche due rarissimi film brevi di Stanlio e Ollio prima che diventassero la coppia comica più irresistibile del mondo. Due reperti del periodo d’oro del muto magnificamente restaurati, considerando lo stato di usura: Fridolen, direttore dei grandi magazzini (1920) con Oliver Hardy e Monsieur Bocher (1924) con Stan Laurel. Consistente anche la collaborazione della Cineteca all’interno della personale dedicatata a Mario Soldati regista, “uno scrittore a Cinecittà”, in cui ha messo a disposizione 8 dei 10 titoli in rassegna. Tra i quali Fuga in Francia, copia restaurata proiprio dal CSC nel 2006 e invitata nello stesso anno alla Mostra  di  Venezia. Quella proiezione ribaltò il giudizio critico dell’epoca nella quale venne ditribuito, 1949.  Ne ha scritto da Venezia Paolo Mereghetti : “Tra i tanti film italiani che meritano di essere riscoperti, Fuga in Francia dovrebbe stare in cima alla lista, tra i capolavori che gridano vendetta al cielo per la dimenticanza a cui è stato costretto”. Tratto dall’omonimo racconto dello stesso autore, il film  è firmato da sceneggiatori d’eccellenza tra i quali Ennio Flaiano e Cesare Pavese, e con le musiche di Nino Rota.

Carmen Diotaiuti
04 Luglio 2016

Il Cinema Ritrovato 2016

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