Anteo Palazzo del Cinema apre uno spazio di Realtà Virtuale

Lo spazio avrà un’autentica programmazione, di pomeriggio e anche di mattina da venerdì a domenica, con costo del biglietto a 5 euro


In occasione del quarantaquattresimo anniversario di Anteo, è stato inaugurato il Palazzo del Cinema Anteo Rai Cinema Spazio Realtà Virtuale, il primo spazio in Italia ad essere attrezzato per la fruizione di contenuti in realtà virtuale all’interno di una sala cinematografica.

Ne parlano in una conferenza stampa di presentazione Lionello Cerri per Anteo, Carlo Rodomonti per Rai Cinema, Francesco Grisi di EDI Effetti Digitali Italiani, Gianni Canova, Rettore dell’Università IULM (che modera), Matteo Camarda, esperto di tecnologie immersive e cultura giovanile.

Dice Cerri: “Non sono un esperto di realtà virtuale ma conosco il pubblico e so che dopo la pandemia è cambiato, dobbiamo trovare un modo di rapportarci a lui in maniera più attiva. Soprattutto a quello giovane, ora che noi compiamo 44 anni di età. Bisogna provare, fare dei tentativi, come degli Open Day. Sarà comunque un’autentica programmazione, di pomeriggio e anche di mattina da venerdì a domenica, con costo del biglietto a 5 euro. Tutti i prodotti insieme hanno grossomodo una durata di 30 o 40 minuti”.

La particolarità consiste nel fatto che, malgrado sia una esperienza essenzialmente individuale, la fruizione avvenga all’interno di una sala cinematografica coinvolgendo un gruppo di spettatori, trasformandola così in un’esperienza collettiva e sottolineando il ruolo della sala come luogo centrale per il divertimento condiviso e l’esperienza emotiva collettiva. Non si tratta di una visione passiva, bensì di una partecipazione attiva dell’individuo all’esperienza stessa.

Rodomonti spiega meglio come si rapporta l’aspetto comunitario della sala alla fruizione prettamente individuale dell’utilizzo di un visore: “Si tratta di rimettersi in gioco per cercare di sperimentare. E partiamo dall’archeologia, Rai Cinema racconta storie e abbiamo deciso di prescindere dai formati. Siamo un servizio pubblico, quindi un ponte tra il pubblico e gli artisti e questo vale anche per chi usa nuove tecnologie. Ma la tecnologia è uno strumento. Anche nella realtà virtuale il regista immagina un percorso, quindi grossomodo ci si sposterà collettivamente verso quello che lui indica. Il punto di contatto è più forte di quello che si possa pensare. Sala e VR sono luoghi dove si fruisce di un media unico. Spesso facciamo mille cose insieme, parliamo con nostra moglie, guardiamo il cellulare… magari facciamo tutto male. Ma queste sono esperienze entrambe immersive. La nostra è una VR 360, uno spazio fotografico che non prevede movimenti del corpo, ci si muove in un’area. Poi ci sono operazioni più complesse con più gradi di movimento e l’interazione degli oggetti, ma a oggi cinematograficamente i progetti di questo tipo sono pochissimi. Sicuramente questa tecnologia è molto più avanzata di quella vista in passato, quando si inseriva il cellulare negli occhialini di cartone. In quel caso poteva anche dare fastidio, ma oggi si pensano i contenuti anche in questi termini, evitando di correre o di esagerare con i movimenti. Alcuni contenuti, poi, come Inferno o Happy Birthday, hanno più versioni, alcune lineari –  che raggiungono il grande pubblico – oppure con un punto di vista diverso”.

Grisi specifica: “Il punto è tirare fuori la realtà virtuale dalle camerette dei più ricchi che si possono permettere il visore. Ora l’esperienza diventa collettiva. La realtà virtuale non è solo un cinema in cui si può girare la testa ma un nuovo strumento. Il videogioco sviluppa curiosità. Le esperienze di VR devono portare lo spettatore a guardare nel punto giusto. Ang Lee diceva “io inquadrerò sempre meglio di uno spettatore, perché lo faccio da tanti anni”. E questo è giusto, ma se lo spettatore guarda nel punto sbagliato, allora deve succedere qualcos’altro. Chissà, magari un domani inaugureremo una sala dove un’Intelligenza Artificiale mi genera il film che voglio vedere in quel momento”.

Camarda commenta: “La mia generazione è già nata nei mondi virtuali, dal Nintendo DS ai telefonini. Per i giovani non c’è differenza tra digitale e reale ma tra digitale e fisico. Per loro il digitale esite. La Realtà Virtuale è un grande passo avanti, quella aumentata la usa anche mia nonna: inquadra un menù e vengono fuori le informazioni. I gradi di libertà possono essere di diverso tipo, da tre a sei, qui si vive in un mondo che non esiste ma esiste comunque, questo è la realtà digitale”.

I primi contenuti VR che saranno proposti in programmazione e che gli spettatori avranno modo di provare anche durante l’open day sono: Lockdown 2020 – L’Italia invisibile – una produzione Gold con Rai Cinema – documentario di Omar Rashid che racconta, attraverso l’utilizzo della realtà virtuale e le voci di Matilde Gioli e Vinicio Marchioni, il viaggio unico nella bellezza e nella desolazione delle più importanti città d’arte italiane durante l’emergenza Covid-19; La Divina Commedia VR – Inferno – una produzione ETT Gruppo Scai in associazione con West 46th Films – un viaggio nell’inferno dantesco per la regia di Federico Basso e Alessandro Parrello accompagnati dalla voce narrante di Francesco Pannofino; Vulcano – La vita che dorme – una produzione Gold & Valmyn in collaborazione con Rai Cinema – un’esperienza immersiva che mostra l’eruzione del vulcano islandese sul monte Fagradalsfjall dopo 800 anni di inattività con la regia di Omar Rashid  e la voce di Valentina Lodovini; Happy Birthday, cortometraggio parte del progetto transmediale prodotto da One More Pictures con Rai Cinema – con protagonisti Jenny De Nucci e Fortunato Cerlino e con la partecipazione di Achille Lauro, che affronta un tema delicato e complesso come l’isolamento sociale.

Dopo le due giornate di open day, la programmazione di Anteo Rai Cinema Spazio Realtà Virtuale inizierà a partire da venerdì 19 maggio.

Andrea Guglielmino
05 Maggio 2023

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