Anica e Apt con un comunicato congiunto entrano nel merito di alcune dichiarazioni rilasciate dal segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Francesco Storace, e poi riprese dal quotidiano ‘Libero’ (‘I nostri soldi ai film di casa Madia’) circa un trattamento di favore da parte della Regione Lazio nei confronti della Wildside, casa di produzione cinematografica tra i cui soci figura Mario Gianani, coniuge del ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia.
“Nel Consiglio regionale del Lazio è stata svolta un’interrogazione (che appare ignorare la legislazione in vigore) fortemente critica verso i contributi per la produzione riconosciuti a una delle più rilevanti e rispettate case di produzione audiovisiva italiane. A seguito sono apparsi sulla stampa articoli basati su notizie e interpretazioni infondate – recita il comunicato Anica e Apt – La disinvolta manipolazione di vicende della vita professionale di chi lavora rischia e crea valore, in un’industria fondamentale per il Lazio e per il Paese, è fatto abituale e ormai stucchevole, e non mette conto trattarne. Con l’aggravante, in assenza di argomenti legittimi e comprovanti illeciti, di invadere la sfera privata e di alterare la realtà dei fatti, relativi ad una realtà produttiva attiva da più di un decennio nel settore.
Appare invece grave la posizione espressa dall’assessore alle Attività culturali della Regione Lazio, Lidia Ravera. I finanziamenti sono stati riconosciuti alla Wildside in base a una legge: erano dovuti perché quella società aveva tutti i requisiti previsti. Non potevano essere negati per nessuna ragione. La legge agisce infatti in base ad automatismi: un sistema civile, che serve proprio ad operare in trasparenza, al riparo degli interventi discrezionali della politica. L’assessore – continua la nota – (dimostrando una preoccupante mancanza di conoscenza della natura dell’industria audiovisiva) invece di difendere la legge e i suoi principi, ha espresso sue opinioni personali, sostenendo il ritorno a meccanismi tradizionali di discrezionalità (di triste memoria), affermando che a gusto suo avrebbe preferito non far erogare i contributi in questione, per un problema di “conflitto d’interesse”: palesemente inesistente a norma di legge. Queste affermazioni provano come l’esistenza di meccanismi automatici sia una fondamentale garanzia per i cittadini, proprio perché li mette al riparo dalle incursioni improprie e indebite della politica.
ANICA e APT, Associazioni che rappresentano l’industria cinematografica e audiovisiva, si sentono profondamente colpite dal mancato riconoscimento dell’importanza del settore che, anche grazie ai fondi regionali, è riuscito negli ultimi cinque anni a contenere, e poi azzerare, il fenomeno della delocalizzazione, sostenendo sulle sue spalle i riflessi della crisi economica e la forte riduzione degli investimenti delle emittenti, garantendo il lavoro di decine e decine di migliaia di lavoratori. La nostra industria – conclude il comunicato – chiede al Presidente Zingaretti un incontro urgente per fare chiarezza e ripensare le competenze”.
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