Anac: perplessità sul DDL Franceschini

Tra le criticità evidenziate: Tax credit, il reperimento di risorse attraverso il ricorso alla fiscalità generale, le percentuali previste per le opere di qualità, le opere prime e seconde e under 35


“Il DDL Franceschini sulla riforma del cinema e dell’audiovisivo seguirà il normale percorso di approvazione parlamentare come qualsiasi altro disegno di legge”, questo è uno dei punti più importanti toccati ieri dall’avvocato Leonardo Brogelli nel suo intervento all’incontro pubblico promosso dall’ANAC nella sua sede, in presenza di esperti del settore e di rappresentanti di associazioni di categoria quali: WGI, ANART. AIDAC, PMI CINEMA/CNA.

“L’incontro si è svolto per continuare un percorso comune di riflessione sulla riforma del settore cinema e dell’audiovisivo preannunciata dal ministro Franceschini – si legge in un comunicato dell’Anac – che molte perplessità ha destato. Fugati i dubbi di una sua già avvenuta approvazione o di una ipotizzata corsia preferenziale ventilata da alcuni, la discussione è entrata nel merito delle questioni quali il Tax credit che, così come si profila, finirà per privilegiare pochi soggetti a scapito di quei piccoli e medi “produttori indipendenti”, di ancora incerta definizione.

Si è evidenziato – continua la nota dell’Anac – inoltre, di come il reperimento di risorse attraverso il ricorso alla fiscalità generale (prelievo di percentuali su IVA e IRES su alcuni soggetti, non a tutti, appartenenti alla cosiddetta filiera) piuttosto che ricorrere al ‘prelievo di scopo’, se da un lato può apparire una semplificazione, dall’altro, essendo diverso il ‘titolo’ giuridico, ripropone in ogni caso la dipendenza del settore e il suo finanziamento alla politica, ai capricci di questo o quel governo libero, un domani, di sforbiciare suddetta percentuale su IVA e IRES a seconda delle esigenze più generali. Ubi major, minor cessat di millenaria logica. ‘Prelievo di scopo’, del resto, appena introdotto nell’editoria.
Tale dipendenza dalle maggioranze di governo di turno, è ancora più rimarcata dalla non costituzione del Centro Nazionale del Cinema e dell’Espressioni Audiovisive che a tutti gli effetti è la migliore garanzia per una reale autonomia del settore.

Altre osservazioni, inoltre, si sono concentrate sulle ridicole percentuali previste nel DDL Franceschini – conclude  il comunicato dell’Anac – per le opere di qualità, le opere prime e seconde e under 35, uniche e vere realtà che, secondo le norme europee, dovrebbero essere oggetto di finanziamento. Il lavoro comune comunque continua nonostante alcune defezioni e/o discutibili fughe in avanti, con la scrittura di un documento che verrà presto presentato al Ministro, nonché, a norma di Costituzione, all’Istituzione in democrazia sovrano per eccellenza: il Parlamento”.

19 Febbraio 2016

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