Roberto Herlitzka è morto a 86 anni. Era nato a Torino il 2 ottobre del 1937.
Considerato uno dei più importanti attori italiani, è noto soprattutto per le sue magistrali performance teatrali. Di origine ceca, si forma presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico al fianco di Orazio Costa.
Superata la crisi del secondo dopoguerra, inizia a lavorare sul palcoscenico dove interpreta opere come: Episodi e personaggi del poema dantesco, Don Giovanni, Il candelaio, Le mutande e poi ancora Come vi piace, Sogno di una notte di mezza estate, Francesca da Rimini, per seguire con molte altre produzioni teatrali. All’inizio degli anni Settanta approda anche in televisione – con la miniserie diretta da Leonardo Cortese Un certo Harry Bent, in cui interpreta il ruolo dell’Ispettore Alan Milton – e debutta nel mondo del cinema dando vita a una carriera che negli anni sarà spesso divisa fra teatro, grande e piccolo schermo.
Il suo esordio cinematografico è legato soprattutto alla regista Lina Wertmüller che, sua storica amica, lo sceglie per recitare nel suo Film d’amore e d’anarchia ovvero: stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza… (1973), accanto a Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Anna Bonaiuto, Eros Pagni, Elena Fiore e Giuliana Calandra; ma è solo l’inizio di un importante sodalizio che lo vedrà coinvolto in altre opere di rilievo dell’affezionata amica: Pasqualino Settebellezze (1976), Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada (1983), Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986) e il film TV Mannaggia alla miseria (2009).
Tra le oltre cinquanta interpretazioni per il grande schermo è stato diretto da importanti nomi del panorama cinematografico italiano tra cui Emidio Greco (L’invenzione di Morel, 1974), Giuliano Montaldo (Gli occhiali d’oro,1987), Luigi Magni (In nome del popolo sovrano, 1990) ma soprattutto Marco Bellocchio che, dopo averlo diretto nel 1994 in Il sogno della farfalla, gli fa vincere nel 2004 il David di Donatello come miglior attore non protagonista e il Nastro d’Argento come miglior attore con il film Buongiorno, notte (2003, film in cui interpreta Aldo Moro, uomo politico italiano, cinque volte presidente del consiglio e presidente della Democrazia Cristiana che venne rapito il 16 marzo 1978 e ucciso il 9 maggio dalle Brigate Rosse) con cui si aggiudica anche il premio Pasinetti (premio collaterale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia) come miglior attore del 2003.
Nel corso degli anni, sono numerosi anche i riconoscimenti e i premi ricevuti dall’attore, tra cui due premi Ubi per La mostra di Claudio Magris (2002/2003) e Lasciami andare, madre di Lina Wertmuller e Helga Schneider (2003/2004), due premi Flaiano per Prometeo incatenato (1994) e Danza macabra (2003), il Premio Gassman (premio teatrale italiano di giuria popolare in memoria di Vittorio Gassman) nel 2010 come miglior attore per gli spettacoli Lasciami andare madre della stessa Wertmüller e Lighea di Ruggero Cappuccio.
Il 2012 è per lui un anno molto importante. Recita, infatti, in Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni ed è presente alla kermesse veneziana con due lungometraggi: di nuovo con Bellocchio, in Bella addormentata, e La città ideale di Luigi Lo Cascio. All’edizione 2013 dei Nastri d’argento riceve il Nastro speciale alla carriera. Nello stesso anno è un cardinale gourmet ed esorcista in La grande bellezza di Paolo Sorrentino.
Negli anni successivi torna a lavorare con Bellocchio (Sangue del mio sangue nel 2015 e Fai bei sogni nel 2016) e Sorrentino (Loro nel 2018), e partecipa a Notti magiche di Paolo Virzì (2018), Lontano lontano di Gianni Di Gregorio (2019), Il bambino nascosto di Roberto Andò (2021) e, come voce, in Leonora addio di Paolo Taviani (2022). (gp)
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