Mark Damon, l’attore statunitense che conquistò il successo a Cinecittà, protagonista di numerosi ‘spaghetti western’ prima di dedicarsi alla distribuzione cinematografica all’estero e di produrre film come 9 settimane e mezzo, Orchidea selvaggia e La storia infinita, è morto domenica 12 maggio per cause naturali a Los Angeles all’età di 91 anni.
L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla famiglia con un comunicato: era sposato con l’attrice Margaret Markov e aveva due figli.
Nato come Alan Harris a Chicago il 22 aprile 1933, Mark Damon vinse il Golden Globe per l’esordiente più promettente per il suo ruolo da protagonista in I vivi e i morti (1960) del regista Roger Corman, morto giovedì scorso. Dopo aver recitato in I diavoli del gran prix (1963), sempre diretto da Corman, si trasferì in Italia con la speranza di dare impulso alla sua carriera come attore in particolare di film horror, dove fu ingaggiato da Mario Bava per I tre volti della paura (1963), diventato in seguito un cult-movie.
Dopo una serie di film di vario genere tra cui Il giorno più corto, I cento cavalieri, Il figlio di Cleopatra e Agente segreto 777 – Operazione Mistero, Damon fu scritturato per i film western girati da registi italiani: ha recitato in Johnny Oro (1966) di Sergio Corbucci, Johnny Yuma (1966) di Romolo Guerrieri, Requiescant (1967) di Carlo Lizzani, La morte non conta i dollari (1967) di Riccardo Freda (1967), Un treno per Durango (1968) di Mario Caiano, Tutto per tutto (1968) di Umberto Lenzi, Monta in sella figlio di…! (1971), Lo chiamano Verità (1972) di Luigi Perelli.
Dopo aver trascorso circa 20 anni a recitare e con il genere spaghetti western in declino, nel 1974 Damon decise di cambiare mestiere e l’anno dopo accettò un lavoro con un distributore di film italiani negli Usa per 1.000 dollari al mese. All’epoca erano i grandi studios statunitensi a occuparsi delle vendite all’estero, ma Damon pensò che le società locali potessero ottenere più incassi dai film. Damon ha raccontato che gli ci vollero sette anni prima di dimostrare che gli indipendenti potevano fare meglio degli studios.
Tornato negli Stati Uniti nel 1977, ha fondato la società di produzione e vendita Producers Sales Organization. Dopo la produzione di U-Boot 96 e La storia infinita, la sua società si è occupata delle vendite all’estero di Re per una notte (1982) di Martin Scorsese e C’era un volta in America (1984) di Sergio Leone.
Dopo il fallimento della Producers Sales Organization, nel 1987 Mark Damon, Jon Peters e Peter Guber fondarono la Vision International, che alla fine è stata venduta al Credit Lyonaisse. Nel 1993 Damon ha lanciato la società di produzione, vendita e distribuzione MDP Worldwide, che è stata quotata in borsa; un decennio dopo, è diventata Media 8 Entertainment, per poi finire sull’orlo della bancarotta nel 2012.
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