E’ scomparso ieri a Faenza (Ravenna) Gian Vittorio Baldi, protagonista di stagioni battagliere del cinema italiano, regista e audace produttore (tra i titoli prodotti, Porcile di Pier Paolo Pasolini e L’amore coniugale, film della scrittrice Dacia Maraini, girato negli anni più intensi delle lotte femministe).
Era nato a Bologna nel 1930. Dopo aver frequentato a Roma il Centro Speciale di Cinematografia, esordì alla regia nel 1958 con Il pianto delle zitelle, vincendo il Leone d’Oro come miglior cortometraggio a Venezia. Di qui Baldi – viene ricordato dalla Cineteca di Bologna – ha sviluppato la sua prospettiva cinematografica, specializzando il proprio sguardo sui temi più duri della realtà sociale. È stato pioniere di un nuovo cinema documentario italiano a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta. Ha parlato di povertà, di emigrazione, di sofferenza. A più di ottant’anni è andato a girare un film in Brasile fra mille difficoltà. Fino all’ultimo ha lavorato ad organizzare seminari e lezioni di cinema per le giovani generazioni, in particolare attraverso l’International Film Academy da lui creata.
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