Addio a un grande della letteratura, lo scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez, morto all’età di 87 anni. Premio Nobel della letteratura nel 1982, massimo esponente del realismo magico ispanico-americano, aveva conquistato il successo internazionale con “Cent’anni di solitudine”, ma tanti altri sono stati i romanzi che hanno fatto conoscere la sua scrittura visionaria al largo pubblico.
Forte è stato il suo legame con l’Italia e il nostro cinema, amato da sempre con quello francese, in opposizione alle produzioni americane. A Roma frequentò negli anni ’50 il Centro Sperimentale, conobbe Cesare Zavattini e molti altri personaggi, come testimoniano le sue corrispondenze, ma anche un racconto intitolato ‘La santa’.
Più di 50 i titoli di film, cortometraggi, documentari e serie televisive che vedono la sua presenza come sceneggiatore o autore dei romanzi e racconti da cui sono tratte le opere.
Tra questi si segnalano Cronaca di una morte annunciata di Francesco Rosi (1987), L‘amore ai tempi del colera di Mike Newell (2007) con Giovanna Mezzogiorno e Javier Bardem e il recente Memorias de mis putas triste di Henning Carlsen (2011) con Geraldine Chaplin e Angela Molina.
Lo scrittore, oltre ad essere stato attore anche in alcune pellicole, ha anche diretto nel 1954 il cortometraggio La langosta azul (L’aragosta azzurra). Come sceneggiatore Gabriel Garcia Marquez ha vinto nel 1980 due premi messicani: l’Ariel Awards e il Premio dato dai giornalisti di cinema, entrambi per il film per El año de la peste (1979) scritto insieme a Juan Arturo Brennan e diretto da Felipe Cazals.
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