4 film in cui le canzoni italiane cambiano il tono alle scene

Anche alla Berlinale 2024 si canta in italiano con l'horror 'Cuckoo' di Tilman Singer. Da 'Parasite' a 'Titane', tra Gianni Morandi e Caterina Caselli, non è la prima volta che la musica italiana entra a gamba tesa in sequenze concitate


In una della scene di My favourite cake, film iraniano in questi giorni in concorso alla Berlinale 2024, la protagonista ricorda i bei tempi andati, quando nel suo hotel preferito “cantavano persino Albano e Romina“. La passione nel mondo per la musica italiana è nota. Nel 2019, il premio Oscar Parasite aveva colpito per l’utilizzo dissonante di una delle canzoni più famose di Gianni Morandi, In ginocchio da te, scelta dal regista sudcoreano Bong Joon-ho per accompagnare una scena di violenza rimasta da allora impressa nella memoria degli spettatore, e dei cineasti che ne hanno fatto tesoro. Sempre al Festival di Berlino, ma fuori concorso, l’horror Cuckoo di Tilman Singer fa un utilizzo della canzone popolare italiana pressoché identico, sovrapponendo Il mio prossimo amore di Loretta Goggi a un momento di massima tensione, quando la creatura al centro del film inizia ad attaccare con veemenza la nostra protagonista. La musica leggera Italiana è una scelta comune nel cinema, ma è certo la prediletta quando si tratta di creare atmosfere che stridano in associazione a immagini dal tenore opposto, gravi e impetuose. Scopriamo 4 film emblematici in cui questo accade.

Parasite, Bong Joon-ho e Gianni Morandi

Non possiamo ignorare chi, negli ultimi anni, ha riportato la storia della musica italiana sul palco del più rinomato premio cinematografico, gli Oscar. La scena è memorabile. Un giradischi riproduce Gianni Morandi mentre i “parassiti” protagonisti del film sono riuniti in uno stesso spazio. Siamo nel soggiorno dei Park, la ricchissima famiglia per il quale sarebbero disposti a fare di tutto pur di non abbandonare la casa. In un primo momento, la musica diegetica, ovvero sentita anche dai personaggi in scena, accompagna uno scambio di battute. È semplice rumore di fondo. Poi, qualcosa cambia. Iniziano le botte e Bong Joon-ho alza il volume: mentre una scompigliata coreografia di pugni e calci ribalta tutto, In ginocchio da te diventa l’unico centro della scena, risuonando al di sopra delle grida dei personaggi. Così Bong Joon-ho ha raccontato la sua decisione di inserire la canzone italiana: “Ho pensato che, visto che i coreani sono molto frettolosi, si prova subito a mettere sopra la musica per capire che tipo di musica ci sta bene. Quando ho messo la musica di Gianni Morandi così romantica in una scena così violenta ho pensato: questa è perfetta! Mi piace raffigurare cose che stonano!”.

The wolf of Wall Street, Martin Scorsese e Umberto Tozzi

“La cosa bella di essere salvati dagli italiani è che ti danno da mangiare, da bere vino rosso e poi si balla”. A parlare è Jordan Belfort, il protagonista di The wolf of wall street interpretato da Leonardo di Caprio. Nella scena, Belfort e compagnia sono appena stati tratti in salvo dopo aver attraversato con il proprio yacht una terribile tempesta. Nei momenti più concitati, tra le onde del mare, con l’imbarcazione ormai lontana da Portofino, Martin Scorsese accompagna la mareggiata con Gloria di Umberto Tozzi. Ancora vivi, il regista tiene Tozzi in scena e lascia che Margot Robbie ci si scateni sopra (la musica è extradiegetica, perciò non sappiamo se ciò che personaggi stanno sentendo corrisponda). Tutto va per il meglio, sono ancora vivi. Belfort guarda fuori dall’oblò, e con Gloria al suo apice, vede un aereo avvicinarsi ed esplodere in aria. “Lascia aperto il cuore (Gloria)/ Scappa senza far rumore”, la canzone sfuma e torna la voce off di Jordan Belfort.

Non è la prima volta che Scorsese sceglie la musica pop italiana per un proprio film. Già nel 1990, la presentazione dei personaggi protagonisti di Quei bravi ragazzi avveniva con Il cielo in una stanza (nella versione di Mina) ad accompagnare uno dei piani sequenza rimasti nella storia del cinema.

Titane, Julia Ducournau e Caterina Caselli

Con Titane, Julia Ducournau conquistò nel 2021 la Palma d’Oro del Festival di Cannes. Nel film horror, una giovane ballerina con un pezzo di titanio impiantato nella testa diventa un’implacabile assassina. Il sonoro è un elemento narrativo essenziale per questo cinema iper-contemporaneo, che molto fu dibattuto e ancora viene dissezionato nel dettaglio per capirne forme e intenti. Tra le idee più riuscite della Ducournau ritroviamo senz’altro l’utilizzo di Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli, messa in pausa e fatta ripartire dopo ogni efferato omicidio compiuto dalla protagonista. Nel suo film di esordio, la regista francese aveva già dimostrato una certa simpatia per la musica italiana. In Raw, del 2017, un horror d’autore che ribaltava il veganesimo della protagonista in un cannibalismo senza freni, risuonava, in una delle scene più inquietanti, Ma che freddo fa di Nada.

Cuckoo, Tilman Singer e Loretta Goggi

Presentato in questi giorni al Festival di Berlino e molto atteso tra i fan dell’horror Cockoo è l’esempio più recente di musica leggera italiana a supporto di scene sanguinolente. Nel film, interpretato dalla giovane star di Euphoria Hunter Schafer (piccola curiosità: anche nella serie di successo HBO si canta in italiano, con Amore mio aiutami di Piero Piccioni), una giovane costretta a vivere tra le Alpi tedesche con la nuova famiglia del padre scopre un terribile segreto celato in un paesino apparentemente placido. Una creatura si aggira tra i boschi, e incrocerà il suo destino con la nostra protagonista. In una delle scene più concitate, la “scream queen” si difenderà da un urlo letale della creatura portando alle orecchie un iPod trovato per puro caso. Premuto play, sentiamo solo la voce di Loretta Goggi e la sua Il mio prossimo amore. La protagonista scappa, si affanna e un po’ come in Parasite – esattamente come in Parasite – musica e azione in scena iniziano a fare la lotta.

Alessandro Cavaggioni
23 Febbraio 2024

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