2061: la disunità d’Italia


2061 - il castUn Paese diviso in tanti piccoli Stati, pieno di egoismi e campanilismi, abitato da gente ignorante che ha persino dimenticato la propria lingua originaria. E’ l’Italia descritta dai fratelli Carlo ed Enrico Vanzina nella loro commedia apocalittica, 2061 – Un anno eccezionale, dal 26 ottobre in 450 sale con 01. Un cast corale, con Diego Abatantuono, Emilio Solfrizzi, Sabrina Impacciatore, Dino Abbrescia, Andrea Osvart, Anna Maria Barbera, Massimo Ceccherini e uno straordinario Michele Placido nei panni del Cardinale Bonifacio, leader della nuova Inquisizione. Ecco  il ritorno sul grande schermo dei figli di Steno. Inevitabile il parallelo con L’Armata Brancaleone, anche se in 2061 i Vanzina mescolano comicità con fantapolitica, raccontando l’Italia del futuro prossimo venturo che, dopo una temenda crisi energetica, è piombata in una sorta di oscuro Medioevo. Abatantuono, nei panni di un professore un po’ cialtrone che ricorda proprio il Gassman dell’ Armata Brancaleone, guida un manipolo di poveracci, cercando di restituire unità a un Paese disgregato e stravolto da un clima da desertificazione. I piccoli Stati italiani sono in fermento: dal Sultanato delle Due Sicilie alla Repubblica Longobarda (con tanto di muro per non far entrare i “terroni”), dallo Stato Pontificio alla Repubblica postcomunista di Falce e Mortadella, fino al Granducato di Toscana dove si contendono il potere i Della Valle e i Cecchi Gori. In un’Italia allo sfascio completo, ci sono ancora reality show, trasformati però in “reality kill”, dove i nominati – come Unna (Osvart) – vengono eliminati anche fisicamente dopo aver perso la gara. Abatantuono domina la scena grazie anche a una “spalla” come Solfrizzi che, nel film s’innamora della prostituta Mara (Impacciatore). Il gruppo alla fine raggiungerà il suo obiettivo e l’improbabile professore conquisterà persino una medaglia da eroe.

“Abbiamo cominciato a lavorare alla sceneggiatura tre anni fa – hanno detto i Vanzina – ci siamo inventati una lingua nuova perché, se la scuola va avanti così, di sicuro i ragazzi tra cinquant’anni non sapranno più parlare italiano. Le citazioni dell’ Armata Brancaleone ci sono, ma non siamo certo bravi come Age e Scarpelli. L’Italia che immaginiamo nel futuro non è lontana da quella reale: già stiamo vivendo momenti di disgregazione. Speriamo che vedendo il nostro film la gente capisca quanto sia meglio tenersi stretta l’Italia di oggi, nel bene e nel male. Non so cosa penserà Calderoli della pellicola, ma i leghisti in genere non hanno uno spiccato senso dell’umorismo. Addirittura durante il funerale di Sordi dissero che l’Albertone nazionale era un attore dialettale”.

15 Ottobre 2007

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