A distanza di 10 anni dalla sua uscita (il 21 maggio 2013) La Grande Bellezza resta un film spartiacque che trionfò alla serata degli Oscar il 2 marzo 2014 con Paolo Sorrentino che alzava la statuetta dorata al cielo ringraziando Federico Fellini, i Talking Heads e Diego Armando Maradona, entrava negli occhi e nel cervello degli spettatori scatenando emozioni, scavando in profondità nelle viscere della visione, suscitando in qualche caso perfino irritazione a causa della sua trama non lineare.
In tutti i casi è un’opera epocale che ha impresso una nuova direzione al vento della produzione italiana. Sorrentino è riuscito a riportare a casa l’Oscar come Miglior film straniero dopo ben 15 anni (prima di lui, c’era riuscito nel 1999 Roberto Benigni con La vita è bella e prima ancora Gabriele Salvatores con Mediterraneo nel 1992), diventando un’icona mondiale del nostro cinema.
1) Nulla
Una delle ispirazioni di Sorrentino per questo film è stata la famosa dichiarazione di Flaubert che intendeva scrivere un romanzo sul nulla. Sorrentino ha dichiarato: “Per ‘nulla’ intendeva le voci e i pettegolezzi, i mille modi che abbiamo di perdere tempo, le cose che ci irritano o ci dilettano ma che durano così poco da farci dubitare del senso della vita. Questo ‘nulla’ costituisce l’intera vita di molte persone”. Ha anche detto di aver voluto rappresentare “la cosa bella della vita, il fatto che puoi essere sorpreso da qualcosa che avevi deciso fosse volgare e miserabile, e poi improvvisamente ciò che è volgare e miserabile rivela la sua grazia del tutto inaspettata”.
2) BoomTv
È ancora oggi il film più visto in televisione negli ultimi vent’anni con 8.861.000 di telespettatori e il 36% di share, appena due giorni dopo la vittoria dell’Oscar, su Canale 5 in prima serata.
3) Titoli
Paolo Sorrentino ha ammesso nel corso di un’intervista che aveva pensato ad un altro titolo per il film che stava girando. Voleva chiamarlo: L’apparato Umano che corrisponde al titolo dell’unico romanzo scritto dal protagonista Jep Gambardella.
4) Breton
Durante una conversazione, Jep dice: “Chi sono io? C’è un romanzo che inizia così”. Quel romanzo è ‘Nadja’ di André Breton (1928). La parte centrale del film, che riguarda la relazione tra Jep e Ramona, attinge ampiamente al romanzo di Breton.
5) Botteghino
Nelle sale italiane, La Grande Bellezza raccolse quasi 7 milioni e 300mila euro, ai quali si aggiunsero gli incassi negli altri paesi, che portarono la cifra totale a circa 21 milioni (a fronte di un budget di 9.200.000 €)
6) Dedica
Il film è dedicato a Giuseppe D’Avanzo, ex giocatore di rugby, giornalista del Corriere e di Repubblica, grande amico del regista Paolo Sorrentino. D’Avanzo è morto all’improvviso il 30 luglio 2011, mentre era in bicicletta a Calcata, vicino Viterbo, durante un allenamento in compagnia dei colleghi Attilio Bolzoni e Fausto Gianì
7) Marforio
Nella locandina internazionale del film alle spalle di Jep troneggia l’enorme statua di un personaggio disteso. È il Marforio, una scultura di epoca romana, risalente al I secolo, raffigurante forse il dio Nettuno, l’Oceano o il Tevere. Fu una delle sei statue parlanti di Roma, forse la più nota dopo Pasquino. La statua è conservata nei Musei capitolini, quindi quello che vediamo nella locandina è un fotomontaggio, ma la statua è reale.
8) Rosi
Francesco Rosi, amico di Paolo Sorrentino, ha diretto la scena del conclave. Sorrentino fa un cameo nella scena e non ha voluto dirigere se stesso.
9) Brogi&Baralla
La versione originale e integrale del film raggiunge quasi le tre ore. Dalla versione ridotta sono state tagliate un paio di sequenze nelle quali apparivano, tra gli altri, gli attori Giulio Brogi e Fiammetta Baralla, che infatti sono stati ringraziati nei titoli di coda. In una scena tagliata Brogi, nei panni di un anziano regista, racconta a Jep Gambardella la sua prima sensazione di “incanto” visivo: l’accensione del primo semaforo installato a Milano tra piazza Duomo e via Torino: “Mi pare che fosse il 12 aprile 1925. Mio padre mi mise sulle spalle perché c’era una gran folla, ma capisce?Una folla, radunata per vedere un semaforo. Che bellezza! Che grande bellezza!!, mentre nell’altra scena tagliata compare Fiammetta Baralla che interpreta la vecchia madre di Sabrina Ferilli.
10) Céline
Il film è ricco di citazioni famose. Quella iniziale è tratta dal libro Viaggio al termine della notte, dello scrittore francese Louis-Ferdinand Céline, che serve anche come chiave di lettura per il viaggio intrapreso da Jep ne La Grande Bellezza e che recita così: “Viaggiare è molto utile, fa lavorare l’immaginazione, il resto è solo delusioni e pene. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario: ecco la sua forza, va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose: è tutto inventato”
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