Cannes 2024, Mastroianni portabandiera del cinema italiano con Sorrentino e Minervini

'Marcello Mio' di Christophe Honoré in Concorso, coproduzione italiana interpretata dalla figlia Chiara Mastroianni. Oltre a 'Parthenope', altri due film della selezione principale vantano una partecipazione produttiva nostrana: 'Limonov' di Kirill Serebrennikov e 'Grand Tour' di Miguel Gomes; insieme a 'I Dannati' di Roberto Minervini in competizione a Un Certain Regard


Paolo Sorrentino portabandiera assoluto del 77° Festival di Cannes (14-25 maggio) con Parthenope, che Thierry Frémaux, delegato generale, presenta come: “una maniera di visitare la società, di raccontare l’alto e il basso, con una Napoli piena di una potente forza visiva”.

La selezione ufficiale del Concorso, dunque, conferma il rumor più insistente, quello che voleva il regista napoletano in competizione con la vicenda basata sul mito della Sirena Partenope, una delle più grandi tradizioni napoletane, con il racconto sviluppato in diverse epoche. Frémaux lo racconta come “la storia di una ragazza il cui problema nella vita è di essere giovane e bella, mentre vorrebbe venire considerata per altro rispetto alla bellezza”. Il film è prodotto da Lorenzo Mieli, Anthony Vaccarello, Paolo Sorrentino, Ardavan Safaee per The Apartment, Saint Laurent, Numero 10, Pathé Pictures, con il sostegno di Film Commission Regione Campania, distribuito per la Francia da Pathé Distribution.

Nella selezione principale sono però altri 2 i titoli di matrice nostrana, co-produzioni in cui il nostro Paese vanta una significativa partecipazione: Marcello Mio di Christophe Honoré, creato in occasione del centenario dalla nascita di Mastroianni, interpretato dalla figlia Chiara. La sceneggiatura è incentrata proprio su di lei che, circondata da ogni parte dalla figura del padre, decide di farlo rivivere attraverso se stessa. Si fa chiamare Marcello, si veste come lui e insiste per essere considerata un attore. Tutti pensano si tratti di uno scherzo temporaneo, ma Chiara è decisa a non rinunciare alla sua nuova identità… Con lei in scena: Catherine Deneuve, Fabrice Luchini, Nicole Garcia, Melvil Poupaud, Benjamin Biolay. Il film è una co-produzione Italia-Francia, prodotta da Les Films Pelléas, BiBi Film, Lucky Red, France 2 Cinéma, con il contributo del Ministero della Cultura, il sostegno di CNC, Sofica Cofinova, Indéfilms e la partecipazione di Rai Cinema. La distribuzione italiana è a cura di Lucky Red.

È il Grand Tour di Miguel Gomes a portare ancora l’Italia in Concorso, per questa co-produzione Portogallo-Italia-Francia. Un film in bianco e nero, con alcune sequenze a colori, che inizia nella Birmania del 1917. Edward, un funzionario dell’Impero britannico, fugge dalla fidanzata Molly il giorno in cui lei arriva per il loro matrimonio. Durante il viaggio, però, il panico lascia il posto alla malinconia. Contemplando il vuoto della sua esistenza, Edward si chiede cosa ne sia stato di Molly. Nel frattempo Molly, decisa a sposarsi e stranamente divertita dalla fuga del fidanzato, segue le sue tracce in questo grand tour asiatico. Gli interpreti principali sono Gonçalo Waddington, Crista Alfaiate; i produttori Filipa Reis, Marta Donzelli, Gregorio Paonessa; e la distribuzione italiana è curata da Lucky Red.

Ancora, c’è Limonov di Kirill Serebrennikov, film con co-produzione maggioritaria italiana, prodotto da Wildside, Chapter 2, Pathé Pictures, Fremantle España, France 3 Cinéma, Vision Distribution, con il sostegno di Europa Creativa. Limonov esiste davvero: “è stato teppista in Ucraina, idolo dell’underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell’immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio” si legge nelle prime pagine dell’opera letteraria di Carrère, che ha deciso di scriverlo perché ha pensato “che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale”. Del personaggio di Eduard Limonov, lo scrittore riesce a restituire il commovente e il ripugnante, a volte perfino l’accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. La distribuzione del film è Vision Distribution.

La sezione competitiva Un Certain Regard (presidente di Giuria, Xavier Dolan) ospita un altro autore italiano, Roberto Minervinimarchigiano che lavora principalmente degli Stati Uniti nella selezione con I Dannati e, secondo Frémaux, “dopo molti film nati in quello spazio ibrido che è il ‘documentario di creazione’, Minervini rinnova completamente il modo di guardare la quotidianità della guerra, con una storia sul conflitto d’indipendenza americana”. Il film, ambientato durante la seconda guerra di secessione americana, è una co-produzione Italia-Belgio-USA, interpretata da Jeremiah Knupp, Cuyler Ballenger, Timothy Carlson, Noah Carlson, Rene Wachner-Solomon, con produttori Paolo Benzi, Denise Ping Lee.

Sono ancora attesi – e dunque lasciano aperto uno spiraglio ulteriore al cinema italiano – l’annuncio della selezione della Semaine de la Critique e quello della Quinzaine des Réalisateurs.

Le danze stanno per cominciare, con Greta Gerwig presidente di Giuria del Concorso: la “mamma di Barbie” sarà affascinata dal mito misterioso della Sirena partenopea, dall’eterno fascino del talento di Mastroianni, dal contraddittorio personaggio creato da Carrère e portato a Cannes da Serebrennikov, dall’esistenziale bianco e nero birmano, la lettura che Minervini offre di uno spaccato fondamentale della Storia americana?

Nicole Bianchi
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