Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo
Festa e celebrazioni ieri sera a Marechiaro per Trudie Styler, premiata per Posso entrare? An Ode to Naples con il Globo d’Oro 2024 per il miglior documentario. “Trudie Styler ha fatto breccia nei napoletani e tra i giurati della stampa estera” scrive su La Repubblica Ilaria Urbani. L’attrice ha dichiarato: “Sono onorata di ricevere questo premio, lo dedico alle meravigliose persone di Napoli che mi hanno aperto le loro porte e i loro cuori mentre giravo il film”. Il film, prodotto da Big Sur, Mad Entertainment e Rai Cinema, “è stata realizzata anche con l’utilizzo dei preziosi materiali dell’Archivio Luce” ed esplora Napoli attraverso testimonianze di vari personaggi, tra cui Roberto Saviano e Sting.
Paola Zanuttini su La Repubblica racconta l’ultima fatica di Roland Emmerich, celebre regista di disaster movie che ha girato a Roma negli Studi di Cinecittà la nuova serie peplum Those About to Die, che uscirà il 19 luglio su Prime Video. “Molte delle cose che raccontiamo – riflette il regista – si vedono anche oggi: siamo ancora in quello che un tempo si chiamava Foro e continuiamo a esaltarci per le sfide”. E ancora: “Sono un appassionato di storia e penso che gli uomini non siano poi cambiati tanto nei secoli”. Emmerich racconta di aver fatto uso del gigantesco Led Wall di Cinecittà, “che fornisce sfondi di ogni tipo su cui proiettare azioni e primi piani girati in seguito”.
Paola Jacobbi su Il Venerdì di La Repubblica intervista Barbara Ronchi, “la più richiesta del cinema italiano”. Ronchi parla della sua carriera, dai ruoli minori al successo con il film Settembre, fino al recente Non riattaccare di Manfredi Lucibello. “La mia non è una sbocciatura improvvisa. Quello che mi sta succedendo sembra incredibile perché si fatica a credere che una persona riesca a fare quello che vuole alla soglia dei 40 anni”.
Su Libero Quotidiano Giorgio Carbone presenta il nuovo film western di Kevin Costner, Horizon: an American Saga, un kolossal di sei ore di cui è ora disponibile in sala la prima metà; il finale arriverà poi a Ferragosto. “Horizon vuole essere molte cose (una grande saga della migrazione da Est a Ovest, un’acuta spartizione delle ragioni e dei torti tra bianchi e rossi, uno spettacolo certe volte agghiacciante sulla violenza che monta in ogni luogo dove il bianco mette piede). E mette a segno quasi tutte”
Libero dà notizia dell’inizio delle riprese di Futurismo Caffeina d’Europa, documentario diretto da Giordano Bruno Guerri, che racconta la storia del movimento futurista a partire dal manifesto del 1909 di Filippo Tommaso Marinetti. Il film è prodotto da Qualityfilm e Luce Cinecittà, con il contributo del Ministero della Cultura e la collaborazione di Rai documentari.
In un’intervista di Enrica Brocardo disponibile oggi su Marie Claire, Abel Ferrara parla del suo documentario Turn in the Wound, girato in Ucraina e presentato all’ultima Berlinale. Ferrara esplora il tema della guerra e il ruolo dell’arte in tempi di conflitto, con un approccio diretto e personale. “La guerra è un incubo. A queste persone non gliene frega un cazzo della vita, neppure di quella dei loro figli. Il Dalai Lama dice che l’unica cosa che possiamo fare è cercare di essere la versione migliore di noi stessi”.
Salvatores: "Fellini mi incoraggiò tra i corridoi di Cinecittà", Filippo Ulivieri presenta il suo libro "Sulla Luna con Stanley Kubrick". L'intervista a Johnny Deep
Michelle Yeoh nel musical Wicked, Santamaria in Una terapia di gruppo, la presenza di Margarethe Von Trotta a 'Cinema e donne' e un exploit teatrale di Violante Placido tra le notizie principali di oggi
Berlinguer al Quirinale. La rivincita di Clint. Elena Sofia Ricci e la tonaca: “ci sono cascata di nuovo”. Maria Antonietta vista da Natalia Aspesi. Argentero toglie il camice e indossa la divisa. Bisio e la terapia del sorriso
Claudia Gerini, Luca Argentero, Pupi Avati e Michael Sheen sono tra i protagonisti della rassegna di oggi