Il 22 giugno 2023 saranno 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi. Ad oggi il caso è irrisolto.
Da ottobre è disponibile su Netflix la docuserie Vatican Girl – La scomparsa di Emanuela Orlandi ma dopo un primo momento di silenzio, in questi giorni l’attenzione mediatica inizia a concentrarsi sul progetto cinematografico. In tutto sono quattro episodi che ripercorrono cosa è accaduto nella vita della famiglia Orlandi dal momento della scomparsa della figlia più piccola. Due inchieste giudiziarie – per un totale di 11 indagati, tutti via via prosciolti – e ancora nessun esito o soluzione nonostante le molte piste aperte e percorse in seguito alle tante segnalazioni e piccole confessioni che si sono susseguite nel corso tempo.
La vicenda di Emanuela Orlandi non è un semplice caso di sparizione di una adolescente, e questo è ormai molto chiaro. Dietro al mistero c’è un intrigo non indifferente che riguarda la Chiesa, la malavita romana e forse qualche scandalo economico. La verità non c’è ma tanti piccoli punti possono essere incrociati, proprio come appunto si vede e sente in più momenti nella docuserie.
Lo scambio con Ali Agca e la pista del terrorismo internazionale, i legami con Roberto Calvi e la banda della Magliana, il possibile intreccio con il giallo legato ad un’altra scomparsa, quella di Mirella Gregori, e poi i festini e gli abusi sessuali all’ombra del Cupolone… Insomma, una vicenda reale che ha del macabro e che riguarda ‘giochi di potere’, come è ripetuto negli episodi.
Due sono i principali volti parlanti in Vatican Girl. Il primo è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che da sempre porta avanti la ricerca della verità e con grande lucidità ed fin troppa educazione; il secondo è il giornalista Andrea Purgatori che al principio seguiva il caso per Il Corriere della sera e che mai ha smesso di seguire le varie indagini a riguardo.
Attorno a queste due voci, un coro: le sorelle Orlandi, la mamma, ma anche Sabrina Minardi – al tempo compagna del boss Renatino De Pedis -, il mitomane Marco Accetti, l’avvocato della famiglia Orlandi Laura Sgrò e molti altri.
Vatican Girl non è un’indagine ma un eccellente racconto, a mezzo cinematografico, di messa in ordine di quanto accaduto negli anni. La docuserie si sofferma su alcuni inevitabili interrogativi: perchè Emanuela Orlandi? Perchè il Vaticano, nonostante sia passato tanto tempo, non dice la verità? Il tempo gioca a favore di chi? Se è pur vero che le bugie hanno le gambe corte e che con il tempo vengono allo scoperto, è anche vero che più si va avanti più le persone 40 anni fa coinvolte nella scomparsa non ci saranno più e il loro silenzio sarà un impedimento definitivo alla risoluzione del caso.
Netflix, che ha abituato il pubblico a docuserie come Sanpa o Wanna, questa volta ha scelto di non esporsi troppo né di fare troppo rumore. Ha deciso però di affiggere per le città il manifesto blu che tutti conosciamo, quello della scomparsa di Emanuela, non nella sua veste originale ma con testi, o meglio domande, differenti. Ne sono esempio: ‘perché tenere nascosto un segreto del Vaticano?’ e ‘perché vittima di un gioco di potere?’.
La docuserie è montata in modo molto serrato, ricca di dettagli e suggestioni che rimandano agli anni ‘80 e ‘90 e che in tantissime immagini rimandano alla Città del Vaticano che è ripresa da ogni angolazione esterna possibile. D’altronde si tratta di un territorio notoriamente difficile da vivere e conoscere dall’interno.
Punto di forza a livello cinematografico di Vatican Girl è l’attento e ricco inserimento di materiali d’archivio e filmati d’epoca, italiani e internazionali, di cui però al tempo stesso non si abusa nel tentativo riuscito di creare un mix perfetto tra passato e presente, tra quello che è stato e quello che è.
Vatican Girl – La scomparsa di Emanuela Orlandi è una serie scritta e diretta da Mark Lewis (vincitore di un Emmy per la docuserie Don’t F**k With Cats: Hunting an Internet Killer). Alla produzione c’è Chiara Messineo, mentre Tom Barry e Dimitri Doganis sono i produttori esecutivi per RAW, nota società televisiva inglese.
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