Esce il 31 ottobre con Teodora Film Un castello in Italia, terzo lungometraggio di Valeria Bruni Tedeschi, che lo ha presentato lo scorso maggio in anteprima a Cannes. Attesissima e applauditissima, unica donna in competizione per la Palma, ha sfilato sulla Croisette – provocando anche un po’ di panico pomeridiano dovuto al blocco delle strade – per presentare il film da lei interpretato al fianco di Louis Garrel e di Filippo Timi. C’è anche sua mamma Marisa Borini, che in sostanza ricopre il ruolo di se stessa, dato che il film presenta molti tratti autobiografici ed è dedicato al fratello Virginio, scomparso nel 2006 a 46 anni dopo una lunga lotta contro l’Aids. Nel cast spiccano anche altri due attori italiani, Pippo Delbono e Silvio Orlando.
La storia di Louise, quarantenne che torna a sognare dopo l’incontro con un giovane e bell’attore, è l’occasione per mettere in scena i rapporti che intercorrono tra i membri della famiglia di lei, che attraversa un momento di drammatico declino: suo fratello Ludovic è gravemente malato e i debiti costringono la madre a vendere la grande casa di famiglia, il “castello in Italia” a Castagneto Po, realmente appartenuto ai Bruni Tedeschi.Una sorta di psicanalisi familiare? “Il cinema non è terapia – sostiene l’autrice – non risolve problemi, non risolve nevrosi. La terapia è il lavoro che ti fa arrivare stanco alla sera. Louise ha la costante impressione di dover sopravvivere: al tempo che passa, alla morte annunciata di suo fratello, alla vita che si svolge e che lascia vuoto e morte alle sue spalle. Per lei avere un bambino è un modo per sopravvivere, per non lasciarsi inghiottire dal dolore, dalla solitudine, dalla sofferenza e dalla morte. Ha abbandonato il mestiere di attrice per fare spazio alla vita ed è un pensiero che ho avuto anch’io, perché stando nel vuoto c’è la vita che arriva”.Manca invece il corrispettivo filmico della sorella ‘Carlà’: “Non c’era spazio – continua Bruni Tedeschi – la famiglia sarebbe risultata troppo invadente e avrebbe tolto respiro alla storia d’amore. In un primo momento avevo pensato di inserirla ma mi sono resa conto che non funzionava. Mi sono concentrata sul rapporto tra fratello e sorella, esclusivo, quasi incestuoso, come ne Il giardino dei Finzi Contini o Salto nel vuoto. E’ questo rapporto che impedisce loro di diventare adulti. Ma non lo vedo come un episodio della mia vita al cinema, è semplicemente un film. Il primo in cui non ho sensi di colpa. L’ironia è in un certo senso un modo di sopravvivere al dolore. Quando rido delle miserie umane sento come se mi facesse l’effetto di un ansiolitico e questo è quello che ho cercato di riproporre nel film”.Personale o no, anche Louis Garrel interpreta se stesso, avendo avuto per anni una relazione con la regista: “E’ stato lui a consigliarmi di aggiungere la parte sulla nostra storia d’amore – dice Valeria – mentre per il ruolo di mio fratello ho fatto tanti provini ma pur non somigliandogli fisicamente Filippo Timi aveva come l’esigenza di interpretarlo, per motivi suoi personali, e io lo ho assecondato”. Nel film ha un cameo anche Omar Sharif: “L’ho fatto per far piacere a mia madre – conclude la regista – Un giorno mi ha chiamata dicendo che lo aveva visto al ristorante e che era bellissimo, che era il suo idolo. Ho pensato di chiamarlo sperando che tra i due scattasse un colpo di fulmine. Lui è stato gentile e ha accettato, ma non si sono mai innamorati”.
In occasione della Giornata della Memoria, Filmclub Distribuzione by Minerva Pictures porta in sala il capolavoro di De Sica in un'esclusiva versione 4K
Caméra d'or al Festival di Cannes come migliore opera prima, arriva in sala il 1° gennaio con Movies Inspired Armand del norvegese Halfdan Ullmann Tøndel
L'attore e il regista tornano a collaborare oltre 40 anni dopo American Gigolò in Oh, Canada - I tradimenti, in arrivo nelle sale dal 16 gennaio
Eros Puglielli dirige la commedia a tema natalizio. Al cinema dal 23 Dicembre con Medusa Film