Dolce infermiera sposata a un ragazzo infedele avido di ricchezza facile in A casa nostra di Francesca Comencini, ragazza “usurata” in L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino, agente di polizia nella serie tv 48 ore diretta da Eros Puglielli. Ora per Valentina Lodovini, 28enne toscana, sembra arrivato il momento del successo grazie al primo ruolo da protagonista in La giusta distanza, la pellicola noir di Carlo Mazzacurati -prodotta da Fandango e Rai Cinema e finanziata dal Ministero dei Beni Culturali – con Fabrizio Bentivoglio e Giuseppe Battiston, le cui riprese si sono da poco concluse nel Polesine. E tra gli impegni sui set italiani, ha inserito anche un ruolo importante in Pornorama – il nuovo film di Marc Rothemund, Orso d’argento 2005 con La rosa bianca-Sophie Scholl al Festival di Berlino.
Da settembre la vedremo in La giusta distanza, il suo primo ruolo da protagonista.
Sono felicissima di essere stata scelta per questo film. La pellicola di Carlo Mazzacurati è un noir in cui si racconta la storia di un giovane giornalista che deve confrontarsi con un evento che lo sconvolge perché riguarda un ragazzo maghrebino che lui conosce bene. E lui dovrà capire come trovare “la giusta distanza” dalla notizia. Sono proprio io a smuovere il protagonista, ad aiutarlo e far andare avanti la storia. E il film è anche uno sguardo sulla condizione degli extracomunitari in Italia
Subito prima c’è stata l’importante esperienza sul set tedesco di Pornorama.
Serviva un’attrice italiana che recitasse in mezzo ai tedeschi. E’ una commedia strampalata ambientata nel 1969, quando un gruppo di ragazzi decide di realizzare un film porno ma alla fine riesce a girare solo un’opera sull’educazione sessuale. Si tratta di una pellicola romantica e innocente con una sceneggiatura molto particolare, che parla anche della capacità dell’artista di andare contro la censura, dei movimenti femministi, della droga.
Qual è il suo ruolo?
Sono due personaggi in uno. Interpreto Gina, un’ingenua ragazza italiana che deve riuscire a recitare in un film pur non capendo i suoi colleghi che, appunto, parlano tutti tedesco. Da qui nascono una serie di gag basate sulle incomprensioni. Poi c’è il lato drammatico del ruolo, che esce fuori quando recito sul set, dove mi trovo a dover ‘interpretare’, con dolore e disperazione, cose come una lista di numeri o un menu.
Recentemente l’abbiamo anche vista in A casa nostra e L’amico di famiglia.
Due parti, nemmeno troppo piccole, in due film importanti. Per Sorrentino ho fatto la ragazza “usurata” che va a restituire i soldi al losco Geremia, per Francesca Comencini, che mi ha scelto grazie ad alcuni provini, la moglie di Gerri, interpretato da Luca Argentero.
Da dove è iniziato il suo cammino artistico?
Avevo 19 anni quando ho fatto la mia prima esperienza come attrice in un cortometraggio, Il racconto del pazzo, firmato da Federico Greco. Mi sono sentita subito a mio agio e ho capito che avrei voluto fare l’attrice. Subito dopo ho fatto una scuola di teatro e poi, dal 2001 al 2004, ho fatto il corso di recitazione del Centro Sperimentale di Cinematografia. Poi ho iniziato subito a lavorare, in piccole parti al cinema e molto a teatro.
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