‘Unfitting’: Giovanna Mezzogiorno debutta alla regia, con una canzone di Tiziano Ferro

Un cortometraggio con protagonista Carolina Crescentini, per cui: “noi attori siamo chiamati a portare emozioni, che dovrebbero essere un po’ più importanti del girovita!”. Nel cast anche Massimiliano Caiazzo, Ambra e Fabio Volo


“…io non porto la 38 e neanche la terza di seno” (e allora: “…vatti a rifare le tette”).

Queste sono le parole di Giovanna (Carolina Crescentini) alla costumista dentro al camper sul set – che si riconosce essere ambientato nei pressi del Teatro 1 di Cinecittà -, parole esplicite, già di per sé un’inequivocabile strizzata d’occhio sicura al tema del film, concetti pragmatici, allusioni tutt’altro che velate al “canone”… della perfezione estetica, fisica.

Giovanna Mezzogiorno esordisce alla regia con Unfitting, cortometraggio presentato tra le Proiezioni Speciali della Festa del Cinema di Roma 2023: la protagonista, il cui nome proprio naturalmente ha una connessione autobiografica con la regista, e con la sua esperienza di vita vissuta, subisce crudeltà dal contesto professionale, del cinema, per una forma fisica “non canonica” appunto, ma naturale, possibile.

“…figurati se quel culo era suo”, commenta un addetto ai lavori alla visione di una sequenza con lei sul grande schermo; “…pancia in dentro” raccomanda a Giovanna il suo addetto stampa (Marco Bonini) prima che si presenti davanti ai fotografi; “…ma è vero che non vuol più lavorare?” s’informa una giornalista (Claudia Catalli); “…dicono pure che beva”, il commento di un tecnico sul set.

Il tema del film, per Giovanna Mezzogiorno “è una questione di cui si chiacchiera tanto ma alla fine non viene mai davvero raccontata, mai raccontato quanto possa essere grave per una persona: non pretendo e non mi illudo di cambiare io le cose di una cultura millenaria, ed è vero che questa questione possa essere devastante in fase adolescenziale e questo viene sottovalutato, ma a me è successa in un’altra età, e fa male comunque, sempre! Io ho preso 20kg in gravidanza, aspettavo due gemelli, ma è altrettanto vero che sono stata grassa 10 anni perché sono stata anche pigra, ho fatto più vita casalinga, quindi è anche colpa mia, ma detto ciò non importa, perché questo non deve diventare un’arma per gli altri per offendere, denigrare, ricamare leggende, come sul fatto che fossi malata: sono cose che possono rovinare la vita di una persona. Ho partecipato qualche anno fa a una famosa trasmissione tv domenicale e avevo una cisti all’occhio: non posso negare mi desse un aspetto sinistro ma dovevo fare promozione, e i commenti letti il giorno dopo mi hanno fatta rabbrividire, poi si crea una macchia d’olio allucinante. Ci vuole molta resistenza, perché prima ti deve passare lo sbigottimento, poi devi capire cosa sia successo, e poi saperne ridere. Pertanto ho fatto un corto in cui ironizzo un pochino, ma si può distruggere la vita della gente”.

“Io vivo lo stesso bullismo vissuto da Giovanna: porto una taglia 42 che sembra un insulto a tutto, alla moda, ai costumisti, ma vabbé”, commenta Crescentini, che però riconosce di sé di avere: “un buon carattere perché mi auto prendo in giro; è la mia difesa, e quando vengo bullizzata prendo in giro la situazione per stemperare, ma è una continua mancanza di rispetto e educazione. Questo è un problema in particolare della donne, al di là che facciano le attrici, ma ha stufato: poi, ci sono tante colleghe che per non fare il famoso fitting, la prova costume magari per un red carpet, per non vivere quell’umiliazione, perché di questo si tratta, si rivolgono al vintage, santo sempre!, almeno non stai nel gioco cattivissimo di quella dinamica, ma non è giusto. Noi attori siamo chiamati a portare emozioni, che dovrebbero essere un po’ più importanti del girovita!”.

E, nello specifico sulla (mancanza di) complicità femminile, Mezzogiorno afferma sicura che non esista, “assolutamente no! purtroppo, assolutamente no, ma anche in maniera abbastanza dichiarata. Io non sono un’antagonista di natura e gli altri non dovrebbero esserlo; non mi occupo e non giudico le vite degli altri, che non conosco, e gli altri non dovrebbero occuparsene altrettanto: in realtà nessuno sa della vita intima degli altri. Io so… tutte le persone che hanno criticato, detto, riso, ma io sarò sempre gentile, perché sono educata”.

La crudeltà – nel film, intanto – è corale, unanime (o quasi), nessun germoglio o orizzonte di empatia, nemmeno dalle donne stesse appunto: così la crudeltà è della regista del film (Ambra Angiolini) che Giovanna sta interpretando, del produttore (Fabio Volo), che non ci gira intorno: “abbiamo un problema, sei grassa”, le dice espressamente. C’è però una voce, una sola, forse la più inattesa, la più “debole” tutto sommato ma anche la più immersa nella sensibilità del tempo presente, quella dell’interprete più giovane del film (Massimiliano Caiazzo), che sale in sua difesa. Per Caiazzo, la questione “dal punto di vista maschile viene agita ma in forme diverse capita anche agli uomini di essere vittime di un certo tipo di giudizio: il mio approccio al film è partito da questo sfondo; il nostro mondo dell’intrattenimento si nutre tanto del chiacchiericcio, che talvolta fa passare in secondo piano il talento, con un giudizio a volte invisibile che avvolge, quindi per me è stato un regalo affrontarlo con un personaggio che si pone verso il problema con un atteggiamento empatico. Il cinema, l’arte, non possono cambiare le cose ma scuotere le persone sì, e allora che vengano scosse”.

Mezzogiorno, per il suo esordio dietro alla macchina da presa, s’è anche avvalsa, alla musica – in particolare per il brano principe del corto – di Tiziano Ferro, con il brano Il paradiso dei bugiardi.

Unfitting nasce da un’idea della direttrice di “Grazia”, Silvia Grilli, secondo cui: “siamo tutti condizionati dai canoni estetici sul corpo. Li cominciamo a subire da piccoli, diventano un problema da adolescenti e crescendo, se non siamo dotati di forte autostima, possono limitare le scelte che facciamo nella nostra vita. Per questo, quando digitando il nome ‘Giovanna Mezzogiorno’ sui motori di ricerca ho trovato come prima domanda degli utenti ‘quanto pesa Mezzogiorno?’, ho capito che un’intervista con lei non sarebbe bastata, ho pensato che questo bullismo digitale meritasse qualcosa di più, così ho chiesto a Giovanna di scrivere e dirigere Unfitting. Era necessario che ci mostrasse i pregiudizi vissuti sulla sua pelle nel linguaggio che meglio maneggia: il cinema”. Il film è una produzione One More Pictures in collaborazione con il settimanale femminile e Bulgari.

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22 Ottobre 2023

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