Un libro “Chat room Roberto Rossellini”, il restauro definitivo di Francesco giullare di Dio, l’archivio digitale multimediale delle risorse rosselliniane (accessibile attraverso il sito ufficiale www.robertorossellini.it) e un sistema ipermediale per studiare le correlazioni tra i documenti che compongono il fondo del regista, entrambi curati dall’Istituto Metacultura.
Così il figlio Renzo, al suo fianco nell’attività fin dal 1957, ha voluto che fosse ricordato il padre a 25 anni dalla scomparsa. E’ un modo “militante” per essergli accanto spiega davanti a un pubblico di parenti, amici, gente di cinema e addetti ai lavori come Jil Rossellini, Francesco Rosi, Giuliano Montaldo, Adriano Aprà, Carlo Lizzani, Giovanna Ralli, Vittorio Giacci, Alberto Abruzzese, Rossana Rummo, Gianni Borgna, Virgilio Fantuzzi.
“Chat room Roberto Rossellini” (Luca Sassella editore) non è un saggio ma un dialogo on line a 14mila chilometri di distanza, tra il figlio Renzo a Los Angeles e il cinefilo Osvaldo Contenti a Roma. Un libro che ripercorre l’intensa produzione del padre regista, dal primo cortometraggio Prélude à l’après-midi d’un faune (1937) al film incompiuto su Marx e Engels, Lavorare per l’umanità. “E’ il contrario di un testo scientifico, è semmai un atto d’amore – racconta Renzo Rossellini – Perciò mi scaglio contro i suoi detrattori e nemici e polemizzo con quella critica che non ha mai capito la sua evoluzione”.
Ma un altro impegno che il figlio Renzo intende portare a termine, attraverso l’attività dell’Istituzione Roberto Rossellini e con il contributo del Comune di Roma, è il restauro completo di Francesco giullare di Dio. “20 anni fa grazie al Comune di Roma e a Mediaset la pellicola venne restaurata. Mancava però un prologo di 5 minuti sull’iconografia del santo da parte dei pittori rinascimentali che i distributori dell’epoca, 1951, avevano tagliato e mandato al macero – spiega ancora il figlio – Abbiamo recuperato questo frammento al museo Kodak a Rochester, ma non abbiamo trovato l’accordo con Mediaset, che possiede i diritti della pellicola, per il suo restauro completo”.
Il ricordo dell’uomo e dell’artista è affidato invece a due “grandi vecchi”. Carlo Lizzani presentando brani del suo videoritratto Roberto Rossellini, ricorda lo stile di lavoro sul set di Germania anno zero, di cui fu aiuto regista: “Dopo aver scritto una sceneggiatura di 300 pagine, Roberto asciugò più volte il testo finché partimmo da un soggetto di una quindicina di pagine”.
Per Francesco Rosi, che ricorda l’insegnamento di verità e moralità del regista, “nei film di Rossellini si ha l’impressione che la vita arrivi nel modo più fluido e naturale, ma questa semplicità è il frutto di una lunga lavorazione”.
Un ultimo omaggio viene dal figlio Jil Rossellini “Mio padre era un uomo curioso, un instancabile viaggiatore, molto interessato negli ultimi 15 anni alla produzione televisiva”.
A chiudere il messaggio ai partecipanti del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi.
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