Un grillino al Quirinale, anzi no


“Non chiamatelo film grillino, è solo la storia di un uomo qualunque che casualmente si ritrova a coprire un incarico importante e si comporta con il buon senso dell’uomo della strada”. L’AD di Rai Cinema, Paolo Del Brocco risponde quasi infastidito a chi cerca di etichettare Benvenuto Presidente!, la commedia naif e surreale firmata da Riccardo Milani, tornato al grande schermo dopo un’assenza di quasi 6 anni che lo ha visto molto impegnato con la fiction, sua è la recente Volare-La grande storia di Domenico Modugno.
Benvenuto Presidente!, in sala con 01 dal 21 marzo in 400 copie e prodotta da Indigo e Rai Cinema, ha per protagonista Claudio Bisio nei panni di Giuseppe Garibaldi, una persona semplice e onesta che s’arrangia a vivere in un piccolo paese di montagna occupandosi della biblioteca, e con l’amato passatempo della pesca. Un’esistenza tranquilla – come quella del giardiniere/Peter Sellers di Oltre il giardino – improvvisamente catapultata per un insolito scherzo del destino, sul colle più alto di Roma, il Quirinale. Dopo un’iniziale incertezza se accettare o no il prestigioso incarico, il nostro Giuseppe nella capitale politica e istituzionale fa presto i conti con i meccanismi del potere. Ma la sua umanità e integrità morale, il suo amore per il Paese, non vengono in alcun modo contaminati, anzi diventano presto un simbolo per i cittadini che hanno perso ogni fiducia nelle istituzioni e nei partiti: nessuna raccomandazione o favoritismo dei familiari, autoriduzione del ricco compenso, una pizzeria al posto della cucina presidenziale, ospitalità concessa nel Palazzo ai clochard. Insomma il nuovo Presidente non si lascia coinvolgere dalle trame e dagli affari della politica e trova il tempo di innamorarsi del vicesegretario generale del Quirinale (Kasia Smutiniak) che cerca, senza successo, di educarlo al protocollo. Finché un giorno il nostro Giuseppe decide…

 

Film grillino? “Non avevo alcuna intenzione di ‘cavalcare’ l’onda dell’antipolitica, che peraltro respiro fin da quando ero bambino – risponde il regista – non sono d’accordo quando si dice che tutti i partiti sono uguali, che tutti devono andare a casa. Il parlamento è una conquista da difendere. Non tutto il marcio sta lì e gli italiani rimuovono le proprie responsabilità”. Per Bisio il film è una farsa irriverente e ricorda come la sceneggiatura sia stata riscritta varie volte da Fabio Bonifacci, e nei credits non compare, per sua scelta, il produttore Nicola Giuliano che è l’autore del soggetto proposto al popolare interprete. “Lo sceneggiatore ha cercato sempre di distanziarsi dalla cronaca, per rendere il film il più vicino possibile alla favola”, continua Bisio. E la battuta sul Papa così profetica? “Pura casualità, abbiamo girato quella scena a inizio novembre. E ai primi dello scorso gennaio ci sono state le riprese a Montecitorio che, nonostante il periodo natalizio, vedeva un pullulare di deputati che, imbattendosi nelle comparse tutte in giacca e cravatta, si chiedevano chi fossero”.

Lo sceneggiatore Bonifacci afferma di avere intercettato quel vento dell’antipolitica tre anni fa quando nella provincia dove vive colse la reazione e le affermazioni di alcuni ragazzi che solitamente non si interessavano dei partiti.

 

Se il Presidente Bisio incarna quell’Italia per bene che rispetta le regole e la legalità, il regista tuttavia non dà tutte le colpe alla classe politica. “Molte responsabilità della caduta etica e morale del nostro paese appartengono a chi guida le istituzioni e deve dare l’esempio del buon governo, ma anche a quegli italiani che vivono e sono abituati alla corruzione, alla clientela, che insegnano ai propri figli a primeggiare in qualsiasi modo”.
E per Bisio quel discorso finale del Presidente è molto simile al monologo da lui recitato al festival di Sanremo: “Mi sembra un teaser del film, i temi affrontati sono gli stessi, a cominciare dai politici che sono in fondo una nostra caricatura”.

Cast di attori in partita – Omero Antonutti, Piera Degli Esposti, Massimo Popolizio, Gianni Cavina, Cesare Bocci, Remo Girone, Beppe Fiorello – a cui si aggiungono divertenti e ironici i camei di Pupi Avati, Lina Wertmuller, Gianni Rondolino e Steve Della Casa nell’insolito ruolo dei poteri forti nemici del neo Presidente eletto.

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