“Ricordo una simpatica colazione con Federico Fellini e Martin Scorsese che ci raccontò la prima volta che bambino vide un film italiano. Nel quartiere siciliano di New York i suoi genitori, figli di immigrati siciliani, erano gli unici proprietari di un televisore. Scorsese bambino udì i nonni che chiamavano i vicini a vedere le immagini della Sicilia e guardandole credette di vedere un documento in diretta, non un film di finzione. Si trattava dell’episodio siciliano di Paisà di Roberto Rossellini”. Così la sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico racconta come è nato e si è nutrito il grande amore di Scorsese per il cinema italiano, e lo fa in occasione dell’anteprima nazionale a Roma de Il mio viaggio in Italia. Il film ha riunito i protagonisti di quella grande stagione della nostra cinematografia, in una serata organizzata e promossa da Mediaset e da Italia Cinema al Palazzo del Cinema Adriano, presente il capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi.
La passione di Scorsese per Rossellini, De Sica, Visconti, Fellini e tanti altri è stata scritta, oltre che dallo stesso Scorsese, proprio da Suso Cecchi D’Amico, da Raffaele Donato e dallo storico americano del cinema Kent Jones. “Jones è intervenuto sul commento che Martin aveva improvvisato sulle immagini – ha ricordato Suso Cecchi D’Amico – mentre a Donato è toccato il compito di raccordo e collegamento del lavoro”. “Un film prezioso per la promozione del nostro cinema – ha sottolineato Luciana Castellina presidente di Italia Cinema – perché testimonia quanto le radici dei nostri giovani registi affondino nei grandi autori del passato, un film che presto sarà visto a Tokyo, Buenos Aires e Berlino”. Per Fedele Confalonieri presidente di Mediaset l’evento è in fondo un omaggio a Carlo Bernasconi, il presidente di Medusa Film scomparso a luglio, che proprio nel ’98 al festival di Cannes incontrando Scorsese da subito si appassionò al progetto del regista italoamericano, coinvolgendo Giorgio Armani. Viaggio in Italia, insieme al programma di restauro “Cinema Forever” creatura di Bernasconi, rappresenta per Confalonieri un debito di qualità pagato dalla tv generalista.
“Scorsese ha scelto un taglio soggettivo – sottolinea Giorgio Gosetti direttore di Italia Cinema – lo sguardo prima di un bambino, poi di un ragazzo e infine di un appassionato del cinema. Non si tratta di un documentario ma di un vero e proprio film avvincente, da mostrare innanzitutto in festival e da conservare nelle cineteche”. Il regista Carlo Lizzani è convinto che la passione di Scorsese per i film di Rossellini nasca dalla consapevolezza che il neorealismo rosselliniano non sia solo la scoperta di nuovi contenuti e di un’Italia diversa, ma un cambiamento radicale del linguaggio espressivo e della direzione degli attori.
Bruno Restuccia, produttore della pellicola per Paso Doble Film insieme a Giuliana Del Punta, ha rilevato “il grande lavoro di ricerca, oltre due anni, dei diritti nazionali e internazionali delle pellicole, basti pensare che Ladri di biciclette coinvolge 17 proprietari. A metà degli anni ’70 quei film non valevano nulla commercialmente e sono stati venduti all’asta, disperdendoli in tanti rivoli”. Restuccia ha lanciato anche un appello per salvare e restaurare un patrimonio filmico in parte compromesso, perché dei numerosi film utilizzati da Scorsese spesso non esiste più il negativo.
In chiusura Roberto Pace, amministratore delegato di Mediatrade, informa che Il mio viaggio in Italia, in competizione come documentario agli Academy Awards, sarà fruibile in pay-tv, poi in home video, e infine nel circuito normale televisivo. Più complicato, dato il problema dei diritti e la lunghezza di 4 ore, il passaggio in sala. Nel frattempo il grande pubblico potrà apprezzare alcune sequenze in uno speciale condotto da Alessandro Cecchi Paone in onda su Retequattro, domenica 23 dicembre, ore 22.45.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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