La critica cinematografica è al centro della scena grazie al progetto delle Università di Parma, Bologna e Udine “Una storia di carte, immagini e conversazioni” che ha avuto un momento pubblico importante a Parma, durante il festival della città emiliana Invenzioni dal vero. Il festival ha proposto il documentario Come la vita. Storie private della critica cinematografica italiana realizzato dalla regista Irene Gallina e ideato da Michele Guerra, Jennifer Malvezzi, Andrea Mariani, Sara Martin e Paolo Noto. Il film ha permesso di approfondire i tanti temi legati all’identità del critico tra passato e presente in linea con una ricerca che mira a riconsiderare il lungo processo di istituzionalizzazione e legittimazione culturale della critica cinematografica italiana facendo particolare riferimento ai rapporti personali, alle relazioni politiche e culturali dei maggiori protagonisti del pensiero critico in quattro decenni che vanno dagli anni ’30 – periodo dell’istituzionalizzazione della produzione e dell’educazione cinematografica italiana – fino all’inizio degli anni ’70, che segnano, dopo le battaglie del ’68, e una fase particolarmente vivace di dibattito e scontro, anche politico, sui temi culturali, ma anche l’inizio di una crisi ancora in corso. In parallelo il cinema fa il suo ingresso all’interno dell’Università come materia di insegnamento.
Per raccontare quella stagione attraverso una sorta di “controstoria” – come la considerato gli studiosi che hanno dato vita al progetto – alcune figure chiave della critica italiana: Guido Aristarco, Umberto Barbaro, Ugo Casiraghi, Mino Doletti, Lorenzo Pellizzari e Paola Ojetti. Lettere, recensioni, libri, ma soprattutto testimonianze orali che coinvolgono personalità come Goffredo Fofi, Roberto Silvestri e Mariuccia Ciotta, Orio Caldiron, Giampiero Mughini, Marco Giusti, Bruno Torri, Sandro Petraglia, Ugo Finetti, Paolo Pillitteri, Daniele Vicari, Tiziana Aristarco (figlia di Guido e di Teresa Giorgi Piccioli, la moglie e assidua collaboratrice benché nell’ombra), Maria e Giuzzo Barbaro (figli di Umberto), Roberto De Gaetano, Francesco Casetti, Alberto Crespi, Piera Detassis, Paolo Mereghetti, Gianni Canova, Roy Menarini, Claudio Bisoni. Nel film anche le ultime testimonianze degli scomparsi Roberto Campari e Adriano Aprà.
La due giorni di convegno, articolata in tre panel (La critica sulle riviste e sui quotidiani tra ieri e oggi; La critica e le istituzioni; Gli studi scientifici), ha visto gli interventi di critici, giornalisti e studiosi, che hanno scandagliato la storia delle idee ma anche guardato al futuro e all’identità di una critica che sta affrontando le trasformazioni epocali della contemporaneità, dai social media all’Intelligenza Artificiale alla concorrenza “sleale” degli influencer.
Luca Malavasi, dell’Università di Genova, ha parlato di fragilità del ruolo della critica affrontando anche la dimensione dell’oralità e i TikToker. Emanuela Martini, direttrice di ‘Cineforum’, si interroga sulla crisi della carta stampa e della lettura, che ha avuto il suo picco con Titanic per poi calare inesorabilmente. Filiberto Molossi della ‘Gazzetta di Parma’, parla con un certo disagio della prevalenza dei content creator e di giudizi prezzolati sui social. Per Emiliano Morreale, docente a La Sapienza di Roma, “la critica è una disciplina che si muove tra incompetenza e accademia”. E ironizza “si scrive di film che nessuno vede su giornali che nessuno legge”. Paolo Mereghetti (‘Il Corriere della sera’ oltre che autore del celebre dizionario) pensa invece che il lavoro critico abbia ancora senso e che la cultura sia un elemento fondamentale per la crescita. Altri temi tracciati: il rapporto con il pubblico e l’influenza sui lettori, le forme non scritte di critica, la presenza delle donne nella professione, la difficoltà di reperire e salvaguardare le fonti nell’era di Internet (con la sparizione di interi portali). Tra gli intervenuti Gianni Canova, Pedro Armocida, Steve Della Casa, Stefania Parigi, Giacomo Manzoli, Augusto Sainati, Cristiana Paternò.
Infine Anna Fiaccarini e Michela Zegna della Cineteca di Bologna hanno presentato il sito Archivi della critica (vedi link) che propone profili, risorse, percorsi tematici e documenti per conoscere e studiare la storia privata, intellettuale e istituzionale della critica cinematografica dagli anni ’30 ai ’70 e che si andrà arricchendo di ulteriori materiali nel corso del tempo. Da segnalare anche il libro di Jennifer Malvezzi e Marco Zilioli, Cinelettere. Lorenzo Pellizzari e la critica, edito da Mimesis.
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