Tutti a lezione dal prof Verdone

Si è concluso ieri con la premiazione il Terra di Siena Film Festival, diretto da Carlo Verdone e ideato da Maria Pia Corbelli, con un parterre ricco di personaggi che sono intervenuti sul tema della retrospettiva dedicata ai “Non protagonisti”. Il concorso internazionale ha premiato il film tedesco Fremder Freund, del regista Elmar Fischer, prescelto dalla giuria composta da studenti universitari di Siena e Firenze e presieduta dal regista-sceneggiatore Francesco Ranieri Martinotti. Una menzione speciale è stata poi assegnata all’attrice Nina Vahaper per Babylon Disease dello svedese Daniel Espinosa. Il Premio Mps alla carriera è andato invece ad una commossa Lisa Gastoni, mentre Paola Cortellesi e Fabio Volo sono stati premiati come migliori attori. La Cortellesi si è sentita particolarmente onorata di essere premiata da Verdone, suo “idolo giovanile e senile, al quale ho ispirato la mia carriera”. Ha rivelato che “negli show mi piace giocare, buttare tutto in caciara, ma ora mi dedicherò al teatro”.
Oltre ai tanti non protagonisti che sono intervenuti al festival nei giorni scorsi – tra i quali Tiberio Murgia e Giancarlo Furia – sono giunti a Siena anche gli storici amici di Verdone: Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello, protagonisti del film Ti amo in tutte le lingue, diretto e prodotto da Pieraccioni con Medusa e dal 16 dicembre nelle sale. Giorgio Panariello veste i panni del fratello goffo di Pieraccioni, mentre Massimo Ceccherini fa la parte di un frate, bravo e credibile, Rocco Papaleo è un prof di matematica e nel ruolo del burbero preside c’è Francesco Guccini, che non canta ma è un’autentica sorpresa come attore: “Io sono più che un suo fan, sto a Guccini come Emilio Fede sta a Berlusconi”, ha detto Pieraccioni. “Pure Panariello è straordinario: riesce perfino a somigliarmi come fratello, è tenero e malinconico, come sono i suoi personaggi. I miei film non potrebbero esistere senza i non protagonisti. Negli spettacoli esiste da sempre la figura del clown agusto, ovvero la spalla che prende le pedate, in contrasto con il clown bianco che è il protagonista”.
Per Panariello: “Verdone è il mio maestro. E’ stato proprio vedendo i suoi film che mi sono convinto a smettere con le imitazioni per cominciare a creare dei personaggi tutti miei. Ora, la mia vita professionale si trova di fronte ad un importante bivio. Tra tv, teatro e cinema, prima o poi, dovrò scegliere dove è il vero Panariello. Intanto, ho un sogno nel cassetto: vorrei che Paolo Virzì scrivesse un film per me. Virzì è toscano come me, ama la comicità, ma sa manovrare l’amarezza come pochi altri”. Infine, riferendosi al premio, “Un purosangue dello spettacolo”, ricevuto da Verdone, l’attore ha ricordato che “spesso anch’io sono stato un non protagonista: i grandi registi del passato avevano idee perché avevano fame, oggi tutti hanno solo fame di fama”, ha concluso Panariello che, con la sua inconfondibile verve, in pubblico, ha persino baciato i piedi al suo “idolo” Verdone.