Una sequenza, quella dei titoli di testa – colori acidi accompagnati da sfumature di blu e viola –, che chiama subito alla mente quelli artistici di un maestro come Saul Bass: così comincia Trash – La leggenda della piramide magica, film animato italiano – opera prima – scritto da Andrea Nobile, con Francesco Dafano e Luca Della Grotta, autori dietro la macchina da presa, oggi protagonisti ad Alice nella Città.
Sullo sfondo cromatico che contrasta blu notturni e gialli caldi da luce al neon, tutte sfumature di colore tipiche della notte, si anima la storia di un piccolo coro di soggetti “da spazzatura”: il cartone Slim, vecchio e usato, il burbero del gruppo che dice “accettiamo la nostra spazzaturezza”; la bottiglietta di plastica Bubbles, accartocciata e con il tappino rosso in testa con impressa una B; e il piccolo Spark, scatolina viola e gialla di pile solari, che nega di essere stato buttato via, dice invece di essersi perso: Bubbles gli individua stampato addosso il logo del triangolo con le tre frecce simbolo del “riciclo”, per loro “la piramide magica”, opportunità di un futuro di rinascita, differente dallo stato di quasi morte, e certa inutilità, in cui sopravvivono al momento.
“Abbiamo tentato di farlo non proponendo la morale ma nascondendo quasi il messaggio, per farlo arrivare con storia e personaggi, per cercare di affascinare ai nostri personaggi, perché così i bambini li possano ‘riconoscere’, quando gettano la spazzatura, magari”, spiega Dafano, co-autore di una regia figlia “della lezione” del grande cinema, con l’uso consapevole di inquadrature dall’alto, riflessi, movimento di carrelli.
“La sfida più complessa da gestire erano i character: spazzatura, ma tanto carini; c’erano due aspetti fondamentali: non cercare di essere qualcuno che non potevamo essere, e credo – con umiltà – possa essere paragonato ad un film Disney, che racconta restituendo le emozioni; l’altro obiettivo era sensibilizzare senza essere didascalici: abbiamo trovato la chiave visiva dell’ambiente orrendo, attribuendogli un’umanità, possibile attraverso la parte artistica, come anche quella musicale”, continua Della Grotta.
Aspetto, quest’ultimo, curato da Matteo Buzzanca: “C’era da rispondere a due necessità: le alte esigenze dei registi; realizzare una colonna sonora per un film d’animazione 3D che ha leggi molto rigorose sulla sincronia, riuscendo a dargli anche un taglio d’originalità”, con anche due brani di Raphael Gualazzi, che dice: “Ho dato un piccolo contributo prendendo la Natura come ispirazione”.
L’animato trio “spazzatura”, minacciato da una macchina pulitrice, comincia l’avventura nascondendosi dentro un tombino, ma “chiuso un tombino, se ne apre un altro”, questa volta sulla strada, che affaccia sul suggestivo quartiere Coppedè di Roma, in una bellissima visione dai colori ruggine e ocra notturni, che riflettono sul travertino e l’asfalto; la Capitale fa da sfondo alla vicenda, una città riconoscibile, ma mai invadente, trattata con un’animazione realistica, tocco che aggiunge una pennellata ulteriormente sofisticata a questa animazione d’alta qualità. “I fondali sono veri: abbiamo lavorato su due livelli, con riprese dal vivo ma senza personaggi in scena, e poi abbiamo inserito i character digitali in post-produzione, parte più complessa del nostro lavoro. I fondali reali erano necessari per raccontare i luoghi nella maniera più chiara possibile, perché si comprendesse che ciò che vedevamo ce lo troviamo dinnanzi tutti i giorni, cercando poi di ammorbidire la realtà e rendere reali le nostre scatole”, dice ancora Dafano.
E si scopre così che anche la strada viene abitata da spazzatura, e ha le sue regole, come la prepotenza, e dunque “devi sfruttare ogni opportunità, perché non sai quando ne avrai un’altra”: da qui il terzetto diviene quartetto, con l’insistenza di unirsi al gruppo da parte di una cassettiera, che porta i compagni a Vicolo del Tramonto, un posticino d’intrattenimento serale, in cui facciamo conoscenza degli altri protagonisti di Trash, il barottolo di zucchero, i sacchetti della spazzatura, ma anche l’ammaliante e malinconica bottiglietta di profumo, cantante dalla suadente voce: lei è Bliss (Rossy De Palma), colei che suggerire loro la destinazione in cui nessuno potrà individuarli, quella del Guaritore.
Lui è un vecchio e saggio rifiuto, assistito da scatolette di cotton fioc che sembrano suorine, e infatti vengono chiamate “sorelle”, a cui il quartetto chiede informazioni sulla “piramide magica” che “non è un luogo, ma il nostro futuro: esiste davvero, ma lui (Spark) è diverso”, dice il Guaritore, che precisa infatti come la piccola scatola di pile “è un portatore”; indica loro il fiume come via per portare a destinazione Spark, ma Bubbles decide di lasciare il gruppo e tornare dalla sua Bliss, così il viaggio continua per Slim, Spark e il barattolo di zucchero, che camminano sul Lungotevere fino alla bocca di marmo indicata dal senile valente, cui poco più sopra campeggia un’indicazione sul prodotto che rappresenta Spark, quando, di nuovo, si ripresentano i nemici.
Tra rocamboleschi scontri da una parte, e la liberazione di Bliss dall’altra, il consesso di Trash si rincontra e una passeggiata collettiva nei riconoscibili vicoli del centro storico di Roma permette loro di trovare il negozio da cui arriva Spark e, alle loro spalle, anche la piramide magica! così una nuova vita, di dignità, bellezza, vitalità, ricomincia anche per la spazzatura più usurata.
Un film animato il cui sforzo creativo e produttivo si mostra in tutte le sue bellezza e fatica, con una resa narrativa originale, ma anche tecnico-visiva, che lo fa apprezzare da un pubblico che non sia solo quello dei più piccoli: il sensibile incontro tra gli aspetti della scrittura e quelli più tecnicamente animati e cinematografici dona una storia commovente per la capacità di saper restituire la sensazione che anche la spazzatura che tutti i giorni gettiamo, o incontriamo al bordo della strada o lungo il marciapiede, abbia un’anima; Trash non strilla un messaggio ecologico, ma, con una storia in cui gli stilemi classici – il bene e il male, l’amicizia, l’amore – sono dominanti, passa ancor più diretto il concetto di rispetto “dell’altro”, qui precisamente dell’attenzione da porre verso l’opportunità di riciclo della spazzatura, occasione di vita vera per i rifiuti stessi, di conseguenza per l’essere umano e l’intero Pianeta.
“Trash è un modello non replicabile, ma lo stesso gruppo d’autori sta lavorando ad un nuovo tema universale, ad alto impatto tecnologico, con il sogno di penetrate il mercato e la conoscenza collettiva, qualcosa che parli in maniera identica a tutto il mondo. Io non credo di aver fatto una scommessa, ho creduto nei mezzi che oggettivamente avevamo. Il vero coraggio è di Notorious, che ci ha cominciato a seguire quando ancora non si sapeva se ce la si sarebbe fatta, fino al 2019 in cui ha messo in campo il coraggio della promessa di distribuire un’opera prima, quando ancora non era finita”, dice Alan Vele, produttore per Al-One.
Il film esce in sala oggi, 16 ottobre, in 330 copie, distribuito da Notorious Picures: “Trash nasce dal coraggio un imprenditore coraggioso. Trash è qualcosa di straordinario, mi piace sottolinearne il Made In Italy: un progetto di circa 4mln di dollari, contro i 50mln di un film animato ‘americano’. Il coraggio è del produttore ma anche del distributore nell’affrontare la sala in un momento molto drammatico, in cui non sappiamo se le sale ce la faranno, seppur sempre conservino il sogno”.
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