Tra razzismo e “gangster” inizia il festival di Spike Lee

Tra razzismo e “gangster” inizia il festival di Spike Lee


Cannes – In apertura della 74esima edizione del Festival di Cannes, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della Giuria guidata da Spike Lee. Nove i componenti, incluso il presidente, provenienti da tutto al mondo e, per la prima volta nella storia della kermesse, a maggioranza femminile. Sono l’attrice e regista Mati Diop, la cantautrice Mylène Farmer, l’attrice Maggie Gyllenhaal, la regista Jessica Hausner, l’attrice Mélanie Laurent, il regista Kleber Mendonça Filho, l’attore Tahar Rahim e l’attore Song Kang-ho.

Si tratta di un’edizione che ruota interamente attorno alla figura di Spike Lee, protagonista perfino della locandina ufficiale del Festival. Il regista Premio Oscar alla Carriera nel 2016 non sembra gradire tutte queste attenzioni e, fin dai primi scambi, dirotta le domande alla sua “brillante giuria”. Non prima però di avere l’occasione di parlare del tema che storicamente gli è più caro, quello del razzismo, sfruttando una domanda relativa a uno dei suoi film più amati Do the right think (Fai la cosa giusta).

“Fra un paio di settimane – dichiara Spike Lee – celebreremo il 32esimo anniversario di Do the right thing: è uscito nel 1989, ma l’ho scritto nel 1988. E quando vedi il fratello Eric Garner e King George Floyd massacrati e uccisi, ripensi a Radio Raheem. E vorresti pensare e sperare che circa 30 fottuti anni dopo le persone nere smettano di essere cacciate come animali”.

Tutti i componenti della giuria sono in qualche modo legati al Festival di Cannes, in primis il presidente, che lo definisce “Il più grande festival del mondo” prima di raccontare un aneddoto particolare: “Il mio ricordo più bello di Cannes non è legato al cinema. Erano in corso le finali dell’NBA e presi un volo da Nizza a New York e ritorno pur di vederle. Peccato che perdemmo”.

Nel corso della conferenza c’è spazio per parlare di tematiche attuali e cruciali. In particolare, nell’anno in cui cinque giurate su nove sono donne, si discute del ruolo femminile nel mondo del cinema e nella società. L’attrice americana Maggie Gyllenhaal, celebre per i suoi ruoli ne Il Cavaliere Oscuro e in Crazy Heart, esprime il suo punto di vista: “Penso sia importante che le donne ascoltino loro stesse e si esprimano in una cultura prettamente maschile. Facciamo film differentemente e raccontiamo storie differentemente. Penso che avere una Giuria a maggioranza femminile vuol dire che possono essere scelti film diversi. Rispondiamo diversamente, facciamo film diversi, scriviamo racconti e canzoni in maniera diversa. E sono curiosa di vedere cosa accadrà con questi cambiamenti”.

Spazio, infine, per un’accorata domanda di una giornalista georgiana che sottolinea l’oppressione russa nel suo Paese. Tutti i giurati esprimono solidarietà e ringraziano la donna per la sua testimonianza, compreso lo stesso Spike Lee, che come di consueto non perde occasione per attaccare chi è al potere: “Questo mondo è rovinato da gangster, l’agente Orange (Donald Trump), il tizio in Brasile (il presidente Bolsonaro) e Putin sono come gangster. Fanno quello che vogliono senza morale o scrupoli. E noi dobbiamo farci sentire contro gangster di questo stampo”.

Stasera, con la proiezione del film Annette, è pronta a iniziare un’edizione storica del festival, la prima post pandemia dopo l’annullamento di quella del 2020. “Credo che il fatto che noi siamo tutti qui oggi – dichiara Song Kang-ho – sia davvero un miracolo”.

06 Luglio 2021

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