Marina Cicogna alla direzione della Mostra del cinema di Venezia al posto di Alberto Barbera? E’ bastata un’intervista della contessa a “Il Messaggero” di sabato 9 febbraio, in cui si parla della sua possibile nomina al Lido, e subito l’atmosfera si è fatta incandescente.
Sulle pagine del quotidiano romano la nobildonna ed ex produttrice di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Elio Petri) e Bella di giorno (Luis Bunuel), nipote del creatore della Mostra del Cinema nel 1932, pur accennando al fatto che la sua candidatura non è stata ancora formalizzata da Franco Bernabé, neopresidente della Biennale, ha attaccato le precedenti direzioni, tacciandole di “chiusura pregiudiziale verso il cinema americano”.
E Cicogna ha presentato le sue innovazioni: “Dovremo ricostruire l’immagine della Mostra. Riallacciando i rapporti con gli americani e facendo tornare sulla laguna un clima più gradevole. La cornice ha bisogno di una nuova doratura…”. Ha poi continuato la contessa: “Trovo insensato, addirittura folle escludere a priori film d’oltroceano. L’anno scorso, per esempio, è stata negata la Coppa Volpi a Nicole Kidman, considerata troppo star, per darla a un’attrice italiana di cui nemmeno ricordo il nome”.
Pronta la replica del direttore della Mostra, Alberto Barbera, sul “Corriere della Sera” di ieri: “Accuse totalmente false. Chiunque sia stato alla Mostra sa che non stanno assolutamente in piedi per il numero di film e di star presenti. Vogliono cambiare i vertici? Va bene, ma mi sembra inaccettabile che per varare un’operazione legittima debbano accampare motivi pretestuosi e meschini”.
Sulla candidatura di Cicogna si fa sentire anche Franco Bernabé: “Voci che leggo sui giornali, ma al momento sono cose prive di concretezza… Per fare le nomine ci deve essere un consiglio d’amministrazione in carica, solo allora ci saranno le condizioni per operare.”
Dura la risposta di Giuseppe Piccioni che ha diretto in Luce dei miei occhi l’attrice Coppa Volpi Sandra Ceccarelli. Sulle pagine de “la Repubblica” di oggi il regista dichiara: “Il problema non è chi viene nominato ma in nome di quale progetto, e dietro questo c’è un governo senza scrupoli, cui bisogna contrapporre una prospettiva… Dire ‘antiamericano’ è da persona non informata. E fuori luogo è parlare di mondanità come se potesse qualificare un festival”. E contro un Festival dal sapore glamour Piccioni incita alla protesta in jeans e maglietta, “Sarebbe divertente se gli autori invitati non andassero o andassero in T-shirt e jeans invece che in smoking”.
Commenti negativi anche da Carlo Lizzani (Corriere della Sera): “I suoi apprezzamenti sui ‘grigiori’ passati mi sembrano ingiusti. Chiunque abbia esperienza di Festival, sa che vanno ad annate, a seconda di quello che offre il cinema”.
Perplesso Citto Maselli: “Quel suo promettere grandi mondanità come rilancio della Mostra mi sembra una caricatura dell’epoca berlusconiana. Una caduta di stile…”.
Polemico anche il corrispondente di “Variety” David Rooney: “Mi dà l’impressione di una signora alla Marta Marzotto o alla Marina Ripa di Meana che arriva a Venezia, beve due Bellini, partecipa a una cena, ma di film ne vede pochi… Mentre tutti i festival cercano di coinvolgere sempre più giovani, mi sembra che si voglia ora far diventare la Mostra un raduno d’élite per vecchi nobili in smoking”.
Tocco finale da parte del neopresidente dell’Anac Ugo Gregoretti: “E’ da tanto tempo che ho smesso di credere a Babbo Natale, alla Befana e alla cicogna”.
Coro di favorevoli invece riunito nella pagine del “Messaggero” di ieri. Gian Luigi Rondi: “Marina farà benissimo, rappresenta un’ottima scelta”; il press agent Enrico Lucherini, “La Cicogna è stata una grande manager di cinema, affiancata da un tecnico farà al Lido un ottimo lavoro”. Interviene anche il presidente dell’Anica Gianni Massaro: “Mi sembra una persona molto qualificata, profondamente competente di cinema… Ha un passato di produttrice di grandi film…”.
Consensi anche da Ugo Pirro, “una persona competentissima di cinema”, e da Giuseppe Patroni Griffi “una persona che può fare una Mostra non dominata dalle ideologie con Cannes”.
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