Hayao Miyazaki, l’ultimo imperatore del cinema d’animazione, continua a conquistare i nostri schermi. Mentre il suo ultimo film – Il ragazzo e l’airone – continua a volare alto al botteghino italiano arrivando quasi ai 7 milioni di incasso e posizionandosi nella top ten della stagione, ritorna al cinema con un suo capolavoro assoluto: Lupin III – Il castello di Cagliostro a 45 anni dalla sua prima uscita.
Tre giorni di proiezioni speciali tra il 4 e il 6 marzo in una versione rimasterizzata da Nexo Digital in tutto lo spolvero del 4K che riaccende la passione per la più affascinante delle avventure del ladro gentiluomo: Lupin III.
Il castello di Cagliostro ha segnato il debutto di Miyazaki come regista cinematografico, ma di questa opera è stato anche sceneggiatore, disegnatore e storyboardista.
Inizialmente, la Tokyo Movie Shinsha (ora nota come TMS Entertainment) aveva chiesto a Yasuo Ōtsuka di dirigere la sceneggiatura scritta da Seisun Suzuki e da altri sceneggiatori di Lupin III. Ōtsuka, morto esattamente tre anni fa, era già considerato alla fine dei ‘70 un maestro dell’animazione giapponese: noto non solo per la serie tv di Lupin III, ma anche per anime fondamentali quali Conan il ragazzo del futuro e Panda! Go, Panda!.
Ōtsuka, che non era disposto a farlo, chiese ad Hayao Miyazaki di assumere la regia del secondo lungometraggio ispirato al ladro perennemente innamorato di Margot/Fujiko. All’epoca Miyazaki era responsabile del layout e dell’ambientazione di Anna dai capelli rossi insieme a Isao Takahata, ma abbandonò il progetto e iniziò a preparare la produzione di Cagliostro all’inizio del 1979, mentre Ōtsuka avrebbe ricoperto il ruolo di direttore dell’animazione.
In un’intervista del 1981, Ōtsuka spiega: “Prima di tutto, all’epoca Miya-san (Hayao Miyazaki) aveva il problema di creare la sua versione di Lupin visto che il personaggio e il suo mondo avevano già diverse interpretazioni, tra cui la serie TV che ho creato 10 anni fa e poi il primo film La pietra della saggezza. Naturalmente c’era anche il fumetto originale di Monkey (Punch) -san su cui basare tutto”.
La produzione del film iniziò nel maggio 1979 con la stesura della storia e lo storyboarding del film. Miyazaki, che spesso lavora senza una sceneggiatura completa, iniziò disegnando una veduta a volo d’uccello dell’ambientazione prima di creare la storia fino al suo completamento. La sceneggiatura era stata scritta insieme a Haruya Yamazaki, ma è ormai assodato che il nostro Miya-san ignorò le sue idee, cambiando completamente la storia per adattarla al suo punto di vista del concetto di eroe.
Il risultato è che Lupin è un ladro allegro e ottimista che guida e vive in una Fiat 500; un netto contrasto con il Lupin intrigante e lascivo che guida macchine costose come la Mercedes-Benz SSK perché era “la preferita di Hitler”. I cambiamenti si ripercuoteranno anche su personaggi secondari come Jigen e Goemon, trasformando le loro personalità serie e fredde in amichevoli e umoristiche; così come vennero abbandonati gli elementi erotici legati a Fujiko, la femme fatale per eccellenza.
La storia era divisa in quattro parti ma, dopo aver raggiunto la terza parte, furono apportate delle modifiche per non superare il tempo di durata stabilito. I lavori di animazione iniziarono nel luglio 1979 mentre gli storyboard erano completi solo per un quarto, tanto che Miyazaki dovette completarli in corsa durante la produzione dell’animazione. A fine di novembre i lavori erano chiusi e la prima del film, il 15 dicembre 1979, arrivava a soli sette mesi e mezzo dall’inizio del progetto, con soli cinque mesi di produzione. Temendo di non riuscire a rispettare la scadenza, Miyazaki dichiarò: “Con questo lavoro ho imparato per la prima volta i limiti della mia forza fisica”.
Il film attinge a molte fonti di ispirazione che sono state importanti per la produzione del film. I quaderni colmi di schizzi fatti per Heidi da Miyazaki sono stati utili per la scenografia, per esempio. il Maestro Hayao cita le città montane italiane e l’estuario del Tevere di Kagoshima Publishing come elementi che hanno influenzato la produzione del film.
Il film includeva elementi già visti in altre opere di Arsène Lupin, tra cui il libro La Justice d’Arsène Lupin di Boileau-Narcejac, che prevedeva la scoperta di un’enorme scorta di banconote false con cui la Germania della Prima Guerra Mondiale aveva progettato di destabilizzare l’economia francese. E il romanzo The Girl with the Green Eyes scritto da Maurice Leblanc che prevedeva un tesoro segreto nascosto in fondo a un lago.
Il castello è visivamente influenzato dal film, allora incompiuto, diretto da Paul Grimault nel 1953: La pastorella e lo spazzacamino tratto dalla fiaba dello scrittore e poeta danese Hans Christian Andersen. Il castello di Cagliostro prese in prestito molti altri elementi narrativi e visivi da quel film che poi sarà completato nel 1980: la trama di base, che consiste nell’interrompere il matrimonio di un tiranno malvagio e di una bella ragazza innocente, il palazzo lussuosamente decorato del tiranno, che è anche pieno di trappole, e una banda di scagnozzi al servizio del dittatore.
Lo staff del film di Lupin aggiunse poi tocchi personali al film, il più iconico dei quali è l’auto di Lupin, una Fiat 500, che era del capo animatore Yasuo Ōtsuka. Mentre la macchina di Clarisse nella scena dell’inseguimento è una Citroen 2CV, la prima auto di Miyazaki.
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