Toni Servillo sul set di Angelopoulos

TORINO. Dal prossimo 26 dicembre Toni Servillo, per sei settimane, sarà in Grecia sul set del nuovo film di Theo Angelopoulos L’altro mare. “Angelopoulos mi ha detto di avermi scelto perché ha una predilezione per gli attori italiani”, racconta l’attore e regista teatrale nel corso della presentazione al TFF (Cinema e cinemi) di 394-Trilogia nel mondo di Massimiliano Pacifico che documenta la tournée internazionale della compagnia di Servillo con lo spettacolo “Trilogia della villeggiatura” di Carlo Goldoni, un viaggio davanti e dietro le quinte.

“L’altro mare racconta Atene e la Grecia oggi: la crisi economica, il senso di disperazione, l’agitazione, le persone che perdono il posto, le responsabilità della politica – spiega Servillo – Uno scenario non molto diverso da quel che accade da noi, e cha fa da sfondo a un racconto simbolico, con al centro la relazione tra un padre e una figlia. Il padre, il mio personaggio, è un uomo che ha una responsabilità in città come potrebbe averla un vicesindaco ed ha una piccola attività non proprio pulita, legata al traffico di clandestini che dalla Macedonia e dall’Albania passano attraverso la Grecia e vengono a cercare fortuna in Italia.
La figlia – continua l’artista campano – è invece espressione di una cultura e di un’emotività diverse da quelle paterne. Insieme ad attori, immigrati clandestini, operai che occupano la fabbrica da cui sono stati licenziati, la giovane è impegnata nella messa in scena de ‘L’opera da tre soldi di Brecht. Un testo brechtiano più che mai attuale se solo pensiamo a quella bella e famosa battuta che pronuncia Molly e che oggi risuona in maniera emblematica: “Cosa è più criminale, rapinare una banca o fondarla?”.

Quanto invece al documentario 394-Trilogia nel mondo lo si vedrà al Teatro Valle e al Piccolo Teatro di Milano e poi diventerà un DVD distribuito da Feltrinelli-Real Cinema.
“Ampie sequenze dello spettacolo saranno a corredo degli extra DVD. Noi avremmo voluto – rivela Servillo -che tutto lo spettacolo fosse ripreso, come era accaduto grazie alla regia di Paolo Sorrentino per un nostro precedente lavoro teatrale ‘Sabato, domenica e lunedì’, andato purtoppo in onda a notte fonda. Ma quando abbiamo proposto di ripetere l’esperienza sempre con Sorrentino, dalla tv pubblica ci è stato proposto un contributo irrisorio, dai 7 ai 10mila euro”.

Il film è nato da un’idea del produttore di Teatri Uniti Angelo Curti e il regista Massimiliano Pacifico ha raccolto oltre 130 ore di registrazione che uno straordinario lavoro di montaggio ha ridotto a un’ora. “Non vi sono interviste dirette o intromissioni negli avvenimenti davanti all’obiettivo. Lo spettatore non deve avere la sensazione di guardare un documentario – dice il regista Pacifico – Io e il direttore della fotografia Diego Liguori ci siamo rapportati con la compagnia nascondendoci il più possibile per documentare tutto quello che avviene dentro e fuori il teatro. Come nonostante il grande numero di repliche, le 394 del titolo del documentario, Toni ancora desse indicazioni agli attori per migliorare lo spettacolo, anche a seconda del pubblico”.

“Ci premeva restituire il racconto di una straordinaria e disordinata avventura, perché il teatro è pieno di incertezze, esitazioni, errori, perché ogni volta incontri un pubblico diverso – spiega Servillo – E allora Berlino, Parigi, Mosca New York, Instanbul, Budapest. Si racconta una compagnia, una tribù di 17 attori. E del privato di queste persone si restituisce qualcosa che è sempre legato alla paura, all’incertezza, alla gioia. E poi le reazioni dei pubblici diversi, non solo quelli osannanti, ma anche quelli dormienti come nei Paesi Baschi”.