Sbarigia al convegno sui retroscena dell’inaugurazione di Radio Vaticana

Al centro dei lavori l’intreccio di reperti audiovisivi e documenti tratti da diversi archivi vaticani. Tra i relatori anche Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà


“L’Istituto Luce Cinecittà  ha avviato da tempo una proficua collaborazione con la Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo e il centro di ricerca CAST dell’Università Uninettuno nella convinzione che sia urgente rispondere ai molti richiami che, negli ultimi tempi, papa Francesco sta rivolgendo alle istituzioni al fine di dedicare nuovi progetti e risorse, intellettuali e materiali, alla custodia e alla valorizzazione delle fonti audiovisive sulla storia del cattolicesimo”. Con queste parole Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, è intervenuta questa mattina al convegno “Guglielmo Marconi: Radio Vaticana e i primi film sonori di Pio XI”, tenutosi all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede a Roma. Un appuntamento organizzato dalla Fondazione memorie dell’audiovisivo del cattolicesimo (Mac) e dal centro di ricerca Catholicism and audiovisual studies (Cast) dell’Università telematica internazionale Uninettuno, in concomitanza di tre anniversari che ricorrono nel 2024: i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi; i 100 anni di Radio in Italia e i 100 anni dalla nascita dell’Istituto Luce. Il convegno ha visto la partecipazione anche del regista Pupi Avati, monsignor Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia accademia delle scienze e delle scienze sociali e presidente della Fondazione Mac e di Gianluca della Maggiore, professore presso l’Università telematica internazionale Uninettuno e direttore del Cast. 

“Credo sia opportuno – ha proseguito Sbarigia – richiamare qui proprio le parole del Santo Padre pronunciate in una recente intervista: ‘Viviamo nel tempo dell’immagine e questo tipo di documenti è ormai diventato per la nostra storia, e sempre più lo diventerà, un complemento permanente della tradizionale documentazione scritta. Per di più si tratta di documenti dal carattere intrinsecamente universale perché trascendono i confini linguistici e culturali e possono essere compresi con immediatezza da tutti. Nel contempo dobbiamo essere consapevoli che, pur essendo un patrimonio recente, quello audiovisivo è, paradossalmente, molto fragile e necessita di costanti cure: molto del patrimonio audiovisivo mondiale è già andata perso a causa dell’incuria e della mancanza di risorse e competenze’”, ha ricordato la presidente di Cinecittà.

“Sono parole che, lette nel suo significato universale, colgono nel vivo gli obiettivi di fondo della missione storica dell’istituzione che rappresento: un’istituzione che conserva un patrimonio unico per la storia audiovisiva italiana consistente in più di 77.000 filmati e oltre 5 milioni di fotografie dagli inizi del Novecento ad oggi. Un patrimonio che proprio in questo 2024, in cui ricorre il centenario dalla nascita dell’Istituto Luce, stiamo valorizzando con iniziative tese a sottolineare il fondamentale valore testimoniale dell’Archivio come luogo della memoria, della riflessione e della riscoperta. In questo senso l’Archivio Luce rappresenta un polo di conservazione della memoria imprescindibile anche per la storia del cattolicesimo, sia nella sua declinazione vaticana che, specificamente, italiana. Per tale motivo in questi anni abbia colto con piacere gli inviti a collaborare ai vari progetti proposti da Fondazione MAC e centro Cast come la digitalizzazione e la valorizzazione dei cinegiornali della San Paolo film Roma nel mondo e, durante quest’anno, il lavoro di collaborazione per la co-produzione dei webdoc Giubilei mediatici, che verranno presentati nei prossimi giorni, relativi alla storia audiovisiva del giubilei del Novecento e l’avvio del progetto sulla documentazione cinematografica relativa al pontificato di Pio XII”, ha aggiunto.

“L’iniziativa di oggi – ha poi concluso – mi pare il giusto coronamento delle collaborazioni avviate perché nell’anno del centenario dell’Istituto Luce viene messe al centro dell’attenzione, come sentiremo, una storia interessante e poco conosciuta relativa alla documentazione filmata prodotta dall’Istituto Luce in occasione dell’inaugurazione della Radio Vaticana. Una storia che fa emergere con ancora più forza la centralità dell’Istituto Luce nella storia novecentesca della Chiesa cattolica, rafforzando così anche il significato delle sollecitazioni di papa Francesco sull’urgenza di una svolta culturale su questi temi. Una svolta che richiama all’impegno verso iniziative che siano capaci di costruire efficaci collaborazioni tra le istituzioni, i centri di ricerca e le realtà accademiche per salvaguardare e valorizzare al meglio il patrimonio audiovisivo, tassello centrale della memoria collettiva novecentesca”.

Al centro dei lavori i retroscena dell’inaugurazione della Radio Vaticana, avvenuta il 12 febbraio 1931, sulla base dell’intreccio di reperti audiovisivi e documenti tratti da diversi archivi vaticani. La data ha segnato anche un momento molto significativo nella storia del rapporto tra la Santa Sede e il cinema e, più nello specifico nella piccola storia del rapporto tra la Santa Sede e l’Istituto Luce

“Le indagini che abbiamo effettuato -ha spiegato Gianluca della Maggiore – permettono di svelare dettagli inediti rispetto a queste vicende di cui il rapporto tra la Santa Sede e l’Istituto Luce è solo un tassello, pur significativo e importante, di un mosaico molto più ampio che è capace di illuminare in modo nuovo il complessivo, e spesso controverso, rapporto tra il papato e il cinema.  Un appunto della Segreteria di Stato datato novembre 1930 – dunque quattro mesi prima dell’inaugurazione della Radio Vaticana – rivela lo straordinario interesse che, tra le grandi compagnie cinematografiche, suscitò la possibilità di avere l’esclusiva mondiale del primo film sonoro del papa. Il primo «film parlante» come veniva definito allora o «talkie film» negli  Stati Uniti. Cito testualmente dall’appunto della Segreteria di Stato: «Per apprezzare quanto valore avrebbe un film del Santo Padre è sufficiente pensare che l’Augusto Pontefice è l’unico che finora non ha consentito d’essere preso dal cinema parlante».

“Si capisce -ha proseguito Della Maggiore- perché in quelle settimane si fosse acceso un confronto internazionale tra le case di produzione per raggiungere l’ambito e redditizio “trofeo” della voce del papa su un grande schermo, anche perché l’inaugurazione della Radio Vaticana si caricava di potenti simbolismi intermediali che il ruolo e la presenza di una figura internazionalmente riconosciuta come Guglielmo Marconi contribuivano ad amplificare. Nel citato appunto della Segreteria di Stato si scriveva che da molti anni varie compagnie avevano provato ad ottenere i diritti di esclusiva del primo film parlante del papa. Erano state inviate personalità dagli Stati Uniti tra le quali  l’ex Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Richard Washburn Child che aveva ricevuto 10.000 dollari per svolgere questa missione. Ma in quel momento erano soprattutto due le compagnie americane a contendersi la partita: la Fox e la Paramount, a cui si aggiungeva l’italiana Cines Pittaluga. La questione venne presa in considerazione molto seriamente da Pio XI che ad essa dedicò buona parte dell’udienza col segretario di Stato Pacelli del 30 novembre 1930.  Ma le disposizioni di Ratti furono lapidarie e riflettevano la buona predisposizione verso il Luce: alla Paramount occorreva rispondere che – cito testualmente dalle note di Pacelli – «la preferenza è stata data all’istituto italiano “Luce” ed il Santo Padre non pensa che si muti, almeno per ora». Ciò che più si temeva in quegli anni in Vaticano, e sono molte gli indizi in questo senso, era la corruzione e dissacrazione della sacralità della figura del papa attraverso un mezzo di comunicazione che si riteneva prevalentemente veicolo di immoralità e valori secolarizzati. In effetti poiché il Luce non aveva ancora operato la conversione al sonoro, non esistono film che documentino l’evento dell’inaugurazione della Radio Vaticana presso la palazzina nei Giardini Vaticani. Se il Luce mancò un’occasione storica nel 1931 per il ritardo tecnologico la recuperò qualche tempo dopo: il primo «talkie film» di un papa nella storia del cinema e della Chiesa la Santa Sede lo affidò infatti proprio al Luce che, insieme alla Paramount Corporation con cui aveva stabilito una collaborazione, riprese un nuovo avvenimento che ebbe al centro Guglielmo Marconi e la Radio Vaticana”, 2 anni dopo, l’11 febbraio 1933, quando si tenne l’inaugurazione della nuova stazione radiotelefonica ad onde ultre corte che collegava la Città del Vaticano e il Palazzo Pontificio di Castelgandolfo”.

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28 Novembre 2024

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