Tilda Swinton: “Grazie alla Berlinale, qui ho trovato la meraviglia”

Grandi ovazioni per l'attrice scozzese, Orso alla carriera. A consegnarlo il regista austriaco Edward Berger con cui sta per lavorare nel nuovo progetto 'The Ballad Of A Small Player'


BERLINO. Classe 1960, fascino e bellezza inossidabili, che provengono dall’intelligenza pura, la musa dell’indimenticabile Derek Jarman e di Luca Guadagnino, Tilda Swinton è l’Orso d’oro alla carriera di questa 75ma Berlinale. Grandi ovazioni l’hanno accolta nella serata inaugurale del festival, dove è stata omaggiata dal regista austriaco Edward Berger (Niente di nuovo sul fronte occidentale, Conclave) con cui sta per lavorare, insieme a Colin Farrell, nel nuovo progetto, targato Netflix, The Ballad Of A Small Player.

“Hai recitato per tanti nostri eroi – ha detto Berger – come Johanna Hogg, Derek Jarman, Jim Jarmusch, Bong Joon Ho, i fratelli Coen, Wes Anderson, Pedro Almodovar, Lynn Ramsay. Sei talmente brava che molti registi ti chiamano due volte”.

L’attrice scozzese, di recente protagonista insieme a Julianne Moore del film di Pedro Almodovar La stanza accanto, ha ringraziato calorosamente la Berlinale “che mi ha portato tanta magia e tanti amici, 40 anni di rivelazioni, grazie per il mio Orso bello e brillante. Viva il cinema e le sue promesse che non cessano mai di esistere, luce nel buio che non si spegne mai”.

Non sono mancati i riferimenti al degrado ambientale e all’autoritarismo dilagante nel mondo. Tilda ha definito il cinema “un regno senza limiti, per sua natura inclusivo, immune dagli sforzi per colonizzare, occupare, prendere possesso”. Così l’attrice, Oscar come migliore non protagonista nel 2008 per Michael Clayton di Tony Gilroy, ha affermato la sua posizione sempre da outsider.

Fedele al festival, dove è venuta la prima volta nel lontano 1986 con il Caravaggio di Derek Jarman che vinse l’Orso d’argento, ha presentato qui 26 film in varie sezioni, tra cui Grand Budapest Hotel di Wes Anderson che aprì la Berlinale del 2014 e Ave, Cesare! dei Coen. E’ stata anche presidente della giuria nel 2009.

“E’ una delle cose migliori che possa accadere a una persona giovane e curiosa del mondo venire qui alla Berlinale, dove puoi trovare te stessa come è successo a me, quando avevo 25 anni e cercavo la mia strada e ho trovato la meraviglia, la solidarietà e la connessione, tutto questo insieme in un solo luogo”.

 

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