The Idol, il talento di Gaza

In sala dal 14 aprile con la Adler il film del regista palestinese Hany Abu-Assad, storia vera di un talent show che divenne simbolo di orgoglio nazionale


Le immagini più belle sono quelle del popolo palestinese che fa un tifo da stadio di fronte ai televisori piazzati per strada o nei campi di calcetto, come fossimo nell’Italia degli anni ’50. Sono immagini riprese a Nazareth e documentano una frenesia e una gioia senza limiti. Nasce infatti da una storia vera The Idol, il nuovo film del pluripremiato regista palestinese Hany Abu-Assad, storia alla The Millionnaire che racconta la vicenda del vincitore del talent show Arab Idol, salutato dal suo popolo come un eroe.

Impossibile non rivelare un lieto fine già risaputo, ma la pellicola, passata fuori concorso al Torino Film Festival e in sala dal 14 aprile con la Adler, dichiara da subito la sua aderenza alla vicenda reale che trasforma in favola politica. Mohammed Assaf, giovane cantante palestinese, trionfò effettivamente nel talent. Per arrivarci dovette superare ben più delle dure selezioni tv. Sconfisse l’accerchiamento della Striscia di Gaza, passò il confine con l’Egitto, vinse anche l’idiosincrasia religiosa dei molti suoi connazionali ostili alla musica in ottemperanza a certe interpretazioni del Corano. Non senza colpi di fortuna che hanno dell’incredibile e rendono la vicenda avvincente.

Nel film, che ha molti momenti musicali travolgenti, incontriamo Mohammed Assaf ancora bambino. Insieme a sua sorella Nour e a due amici, ha messo in piedi una piccola band con strumenti rimediati. Il sogno dei due ragazzini è cantare all’Opera Hall del Cairo, ma il destino ha in serbo per loro molte prove durissime in un crescendo melodrammatico. Gaza è lì, sempre sullo sfondo, con le sue macerie, il filo spinato, il mare all’orizzonte ma nessuna vera libertà e il successo pop di Mohammad Assaf diventerà un simbolo di liberazione e di orgoglio nazionale. “Mi sono sempre chiesto – ha spiegato il regista – il motivo per cui voglio scrivere e dirigere un film e spendere due anni della mia vita lavorando duramente per completarlo. Nel caso di The Idol, la risposta è chiara e semplice. La storia di Mohammed Assaf è incredibile, persino per uno come me, che tre settimane prima aveva vinto il premio Un Certain Regard al Festival di Cannes”.  Abu-Assad, candidato all’Oscar ben due volte, per Paradise Now nel 2006 e per Omar nel 2013 prosegue: “Vedo The Idol come una sfida, una lotta per sopravvivere anche a estreme circostanze. E’ una storia di speranza e di successo, in cui un fratello e una sorella sono capaci di trasformare i loro svantaggi in benefici, ciò che è impossibile diventa possibile. Mohammed e Nour – conclude – hanno l’abilità di mutare l’orrore in bellezza, ovvero hanno il potere di alimentare e nutrire la speranza”. 

Leggi anche la nostra intervista al regista

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01 Aprile 2016

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