‘The Equalizer 3’, quando Hollywood incontra Gomorra

Arriva nelle sale il 30 agosto il nuovo capitolo della saga action diretta da Antoine Fuqua con protagonista Denzel Washington


Senza tregua: è questo il sottotitolo della versione italiana di The Equalizer 3. Una scelta che ben si addice al terzo capitolo della saga action che vede collaborare il regista Antoine Fuqua e Denzel Washington. L’attore due volte premio Oscar torna nei panni dell’ex agente segreto Robert McCall che, nonostante l’età, non si rassegna ad appendere la pistola al chiodo ma, ancora una volta, si impegna a fare giustizia a suo modo, lasciandosi una scia di sangue alle spalle. Dopo la mafia russa del primo capitolo e le disavventure a Bruxelles del secondo, adesso Robert deve vedersela con il boss finale: le organizzazioni criminali italiane.

Girato interamente in varie zone del Sud Italia, a Napoli e negli studi di Cinecittà, il film inizia nel pieno dell’azione con il nostro protagonista intento a sgominare con le sue eccezionali capacità d’assassino un gruppo di mafiosi in Sicilia per impossessarsi di qualcosa di imprecisato: un vero e proprio McGuffin, visto che il contenuto della sua borsa resterà un mistero fino alle ultimissime scene. Rimasto ferito in maniera grave e inaspettata, Robert trova rifugio e ospitalità ad Altamonte, fittizio paesino campano che incarna ogni tipo di stereotipo italiano si possa immaginare. L’uomo si affeziona presto a questo luogo, stregato dal calore dei suoi abitanti e dalla semplicità delle loro vite. La “tregua” alla guerra perenne che è la sua vita, però, non durerà a lungo e presto Robert troverà delle ingiustizie da “equalizzare”, schierandosi apertamente contro le organizzazioni criminali nostrane (indistintamente fuse in una chimera di mafia, camorra e ‘ndrangheta).

Seguendo lo schema tipico del genere, l’avvento del personaggio di Denzel Washington è simile a quello di un angelo della morte, pronto a scagliarsi con tutta la sua forza verso i cattivoni italiani, ritratti in tutta la loro lucida crudeltà. Antoine Fuqua usa il suo riconoscibile stile fatto di piani sequenza e scene action chiare, intellegibili e dal vago gusto splatter, fondendolo al linguaggio appreso da prodotti nostrani come Gomorra e sfruttando un ricco cast di attori italiani guidati da un perfetto Remo Girone.

Ma a differenza dei prodotti targati Saviano, il gusto di un film come questo non sta nella pretesa di realismo, nel racconto romanzato ed estremo di dinamiche fattuali, ma in una mitizzazione totale del nostro Paese. Il Sud Italia diventa un luogo idealizzato dove le forze del bene e del male si scontrano nelle loro incarnazioni più pure: i cittadini buoni e socievoli contro i mafiosi violenti, il fidato poliziotto di quartiere contro il capo invischiato con la politica e irrimediabilmente corrotto. Come in un western, l’eroe solitario arriva dal nulla con la determinazione e la capacità di sbaragliare da solo anche il “cancro” – così viene definita la mafia  – più radicato. Dal canto nostro, noi glielo concediamo, attendendo frementi che il supereroe a stelle e strisce rilasci la sua incontenibile furia equalizzatrice.

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29 Agosto 2023

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