‘The Creator’: la parabola di Gareth Edwards sull’Intelligenza Artificiale

In sala con Fox dal 28 settembre il nuovo sci-fi basato su un'idea originale del regista di 'Godzilla' e 'Rogue One: a Star Wars Story'


The Creator, coinvolgente thriller fanta-action, produzione frutto della collaborazione tra 20th Century Studios, New Regency ed Entertainment One, si svolge in un futuro in cui umanità e intelligenza artificiale si trovano coinvolte in un conflitto epico.

Alla regia troviamo Gareth Edwards – che ricordiamo alle prese con miti di spessore come Godzilla e Star Wars in Rogue One – mentre nel cast spiccano nomi come John David Washington, Gemma Chan, Ken Watanabe, Sturgill Simpson, Madeleine Yuna Voyles e Allison Janney.

Sceneggiatura di Edwards, che cura anche la produzione – stavolta basata su un’idea originale, e a Hollywood oggi è una rarità – e Chris Weitz. Tra gli altri producer Kiri Hart, Jim Spencer e Arnon Milchan, con Yariv Milchan, Michael Schaefer, Natalie Lehmann, Nick Meyer e Zev Foreman come produttori esecutivi.

Joshua (Washington) è un ex membro delle forze speciali che sta ancora cercando di elaborare il lutto per la perdita di sua moglie (Chan), e viene reclutato per una missione straordinaria: individuare e neutralizzare il Creatore, un genio dell’intelligenza artificiale che ha sviluppato un’arma segreta capace di porre fine alla guerra e mettere in pericolo l’intera umanità.

Joshua e il suo team di agenti d’elite si addentrano oltre le linee nemiche nel cuore oscuro del territorio controllato dall’IA, solo per scoprire che l’arma apocalittica che devono distruggere ha l’aspetto di una bambina (interpretata da Voyles).

“Quando ero piccolo, quasi ogni film al cinema era un kolossal originale – dice Edwards – Non passava mese senza che uscisse un nuovo classico fantascientifico, come se venisse calato dal cielo dagli dei del cinema. Film il cui immaginario e i cui personaggi sarebbero rimasti impressi per decenni a seguire, frullando nella testa degli spettatori per il resto della vita. Non ricordo quanti anni avevo quando ho visto per la prima volta Star Wars, in un certo senso è sempre stato lì. Guardare quel film è stata un’esperienza semi-religiosa. Per il modo in cui univa la mitologia antica e un lontano futuro tecnologico, ho capito subito cosa avrei voluto fare per il resto della vita… Mi sarei unito all’Alleanza Ribelle e avrei fatto esplodere la Morte Nera. Poi, lentamente, ho cominciato a capire. Queste cose chiamate film non erano reali. L’Alleanza Ribelle non esisteva, tutta questa storia era una grande bugia chiamata “cinema”. Così, dopo tanto sgomento, alla fine ho deciso di passare al piano B: sarei diventato anch’io un bugiardo e avrei fatto dei film”.

Ma il pericolo viene solo dalla tecnologia, o non è piuttosto radicato nella natura umana?

Edwards spiega: “Viviamo in un mondo in cui abbiamo paura dell’altro, delle persone diverse da noi. Ormai siamo sempre più polarizzati. A volte siamo convinti che coloro che non condividono i nostri valori siano i cattivi, e noi i buoni. Ma loro ovviamente pensano di essere i buoni, e i cattivi siamo noi. È così che funzionano gli esseri umani. Volevo provare a esplorare il tipo di situazione in cui, dopo aver avuto un enorme pregiudizio nei confronti di un certo gruppo, alla fine vieni catapultato proprio in quel gruppo e devi conviverci, o comunque trovare il modo di uscirne vivo. Come ti cambia questo? Quali sono gli eventi a cui assisti che agiscono sul tuo pregiudizio nei confronti di quelle persone? Mi piace molto l’idea di un personaggio che viene catapultato in una situazione e che, nel viaggio per tornare a casa, inizia ad assumere la prospettiva altrui”.

La fantascienza, però, aiuta anche a focalizzare su alcuni temi del presente: “Il mio show preferito da ragazzino era Ai confini della realtà, mi affascinava che per ogni puntata si cambiasse sostanzialmente un solo aspetto della realtà presente. Puoi vivere un’intera vita sulla base di alcune credenze senza che cambi nulla, senza che ci sia una reale sfida all’ordinario. Ma quando cambiano alcuni aspetti del mondo, capisci che le cose possono andare male e cominci a porti delle domande. Questo è il potere della fantascienza e l’Intelligenza Artificiale può diventare una metafora di tutto questo, visto che ormai è diventata parte della realtà e anche in maniera molto surreale. Ho iniziato a scrivere il film nel 2018 quando l’AI era ancora qualcosa di astratto, come le macchine volanti o la possibilità di vivere sulla luna, non avresti mai pensato che l’avresti vista applicata nel corso della tua vita. Come ogni svolta tecnologica avvenuta nel secolo scorso, che fosse l’elettricità, i computer o Internet, hanno portato cambi in termini industriali e di qualità della vita. Se mi guardo indietro, sono contento che ci siano stati questi cambiamenti, che ci potenziano e ci permettono di fare molte cose”.

Poi aggiunge scherzando: “lo dico solo perché così quando i robot domineranno il mondo ascolteranno questa registrazione e ne terranno conto, mentre tutti voi che remate contro verrete schiavizzati”.

In sala con Fox dal 28 settembre.

 

di Andrea Guglielmino

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20 Settembre 2023

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