In uscita il 12 maggio con Eagle, dopo il passaggio al Future Film Festival, l’horror psicologico – almeno come approccio iniziale – The Boy, di William Brent Bell. Il concept è intrigante e abbastanza originale. Greta, una giovane americana, accetta un impiego da bambinaia presso gli Heelshire, una altolocata famiglia britannica che vive in una grande villa nella campagna inglese. Quando arriva, Greta conoce i l simpatico Malcolm, che fa le consegne di alimentari nella villa e poi conosce anche gli Heelshire, una coppia piuttosto avanti negli anni. Sono british e molto formali, ma la cosa più inquietante è che Brahms, il figlioletto cui deve fare dababy-sitter, è in realtà un bambolotto a grandezza naturale, piuttosto inquietante, che sostituisce il loro vero figlio morto in un incidente anni prima.
Gli Heelshire si allontanano per una lunga vacanza lasciando a Greta un preciso programma da seguire riguardo a Brahms. Naturalmente, rimasta sola con Brahms, la tentazione di Greta è di trattarlo come una semplice bambola, disattendendo le regole. Ma le cose non sono come sembrano, e piano piano lei stessa comincia a convincersi che Brahms non è un bambolotto come tutti gli altri. Il racconto gioca bene le sue carte sull’incertezza e lo spaesamento di Greta, di cui viene rivelato un passato non proprio sereno che in qualche modo la porta a entrare in prima persona nel tunnel di follia in cui sembra essere precipitata, e ad accettarlo. Le atmosfere sono create con efficiacia, e il racconto tiene per un’ora buona, rivelando putroppo lui stesso una struttura fragile come la porcellana nello svelamento del colpo di scena finale (già visto, in un film molto amato di Wes Craven), e nella risoluzione di certe trame, forse fin troppo affastellate.
Si sovrappongono i sottogeneri e dal thriller intimista si passa abbastanza bruscamente al tipico slasher anni ’80 sulla linea di Halloween o Venerdì 13. Nel cast spicca Lauren Cohan (nota in campo horror in particolare per la serie televisiva The Walking Dead. Il regista vanta un pregresso nel campo L’altra faccia del diavolo, La metamorfosi del male, – e qui si mostra capace di dare adeguata forma a una storia claustrofobica e ossessiva. Il tema della bambola inquietante è stato più volte trattato in campo cinematografico. Tra gli illustri predecessori impossibile non citare la serie de La bambola assassina o il manichino spaventoso di Profondo Rosso.
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