Sulle ali della realtà virtuale ed aumentata

Il Festival si sta aprendo definitivamente ai nuovi linguaggi della realtà virtuale, con l'istallazione "volante" della Quinzaine 'Go Where You Look!' di Laurie Anderson e con Cannes XR


CANNES – Dopo Carne y Arena, l’installazione di Alejandro Iñárritu presentata due anni fa a Cannes, il Festival si sta aprendo definitivamente ai nuovi linguaggi della realtà virtuale, un mercato che cresce in maniera esponenziale in tutto il mondo e che si stima raggiungerà in Italia per il 2022 un valore di mercato di oltre quattrocento milioni di euro (a fronte dei novantacinque del 2017).  Del resto la Mostra del Cinema di Venezia è già che da qualche anno che dedica un’intera sezione ad opere in VR. Ma quest’anno la realtà virtuale fa capolino anche all’interno del programma della Quinzaine des Réalisateurs, con l’installazione Go Where You Look! Falling Off Snow Mountain – che è possibile visitare al “Suquet des Artistes” fino al 25 maggio- composta da una serie di tre opere – Aloft, Chalkroom e To the Moon – realizzate da Laurie Anderson in collaborazione con l’esperto di new media Hsin-Chien Huang. Un segnale del nuovo delegato generale Paolo Moretti che apre così ufficialmente la sezione all’esplorazione delle nuove forme di storytelling, sottolineando come le dimensioni sensoriali, poetiche e tecnologiche di queste tre opere offrano nuove forme di narrazione che amplificano l’esperienza cinematografica. “Il percorso artistico di Laurie Anderson è una testimonianza dello spirito esplorativo della Quinzaine des Réalisateurs e di questa 51ma edizione sottolinea – che ha l’obiettivo di essere sia un osservatorio che un laboratorio dell’evoluzione dello storytelling attraverso immagini in movimento, nonché una camera di eco per tutte le forme di creazione in questo campo”.

“Presentare la realtà virtuale è una sfida – rimarca Laurie Anderson– il copricapo è scomodo e poco pratico, e per le persone che soffrono di vertigini l’esperienza può essere una tortura intrisa di sudore. D’altra parte, è l’unica forma d’arte in cui è possibile volare, ed è per questo che ne sono completamente dipendente. Mi piace creare opere in realtà virtuale rivolte a un pubblico giovane che non punta solo a sparare o fare punti, ma a sognare, immaginare e volare”.

C’è da dire che le tre opere sono decisamente rivolte a chi non teme il volo o il senso del vuoto: la prima, Aloft, è ambientata in un aereo che decolla e che d’un tratto inizia a cadere a pezzi dando allo spettatore la possibilità di fluttuare sul suo sedile nello spazio, verso un grande vortice luminoso, insieme a un serie di detriti e oggetti che possono essere toccati e che producono esperienze diverse, come un giglio che se toccato si frantuma in pezzi che diventano le parole di un racconto. In Chalkroom (La camera insabbiata), già presentato a Venezia dove ha vinto il premio come miglior esperienza VR, lo spettatore vola in un enorme edificio, apparentemente senza fine, fatto di parole, disegni e storie, che è libero di esplorare. Si possono attraversare baratri, passare attraverso le porte, saltare fuori e intorno all’edificio. Nel frattempo, le parole fluttuano nell’aria, si formano e riformano, in un mondo tutto fatto di linguaggio. In To The Moon, invece, lo spettatore viene proiettato dalla terra sulla luna, sulla cui superficie può camminare e scivolare, passando attraverso detriti spaziali, volando attraverso scheletri di DNA, o trotterellando sul dorso di un asino. Ma poi perde il controllo e, come negli incubi di molti film di fantascienza, viene prima spazzato verso la cima di una montagna e precipita poi, drammaticamente, nello spazio profondo.

Ma sono numerose anche opere VR presenti al Marchè, che ha un mercato tutto suo, Cannes XR (che sta per Extented Reality), dedicato alle sfide della realtà virtuale ed aumentata, con un programma di sei giorni ricco di appuntamenti e presentazioni. Tra questi il corto horror The Haven di Francesco Madeo prodotto dalla Dreamcatchers Entertainment, una ghost story ispirata a fatti reali avvenuti a Milano durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la città è stata oggetto di numerosi bombardamenti  che l’hanno devastata e distrutta. Numerosi furono i ricoveri (quelli ufficiali sono più di cento) destinati ai cittadini per difendersi dagli attacchi. Come il rifugio antiaereo n.87, un ricovero oggi recuperato dove è stata ambientato parte del corto, con i suoi fantasmi che emergono dal passato nella notte di Halloween, sfruttando la suggestione delle reali ambientazioni storiche connesse alla trama per creare un racconto storicamente accurato e dal fascino particolarmente toccante.

16 Maggio 2019

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