“Bisogna sconfiggere gli atteggiamenti miopi, in base ai quali si pensa che l’animazione sia un settore residuale, quando invece è strategico, cruciale“, queste le parole di Francesco Rutelli, presidente di Anica, nell’intervento agli Stati Generali dell’Animazione Italiana a Firenze, organizzati da Cartoon Italia in collaborazione con la stessa Associazione e Asifa Italia, promossi da Toscana Film Commission.
“Dobbiamo batterci affinché vengano riconosciute le specificità del settore da parte del legislatore e del regolatore”, ha aggiunto in riferimento alla cosiddetta “sottoquota animazione”, da inserire tra gli obblighi di investimento degli operatori media privati. “Non si può trattare” l’animazione “come altri settori che hanno una struttura più grande e una corporatura più robusta”.
“Le potenzialità ci sono tutte, dobbiamo aiutare la parte industriale e creativa italiana non a competere con i campioni del mondo”, come Hollywood, “ma a essere in grado di avere una struttura certa di sostegno, di incentivo, competitiva con gli altri Paesi. Altrimenti le nostre aziende vanno a finire all’estero o vengono comprate. Qui c’è grande qualità in tutta la filiera. Difendere la ‘sottoquota animazione’ non è difendere un piccolo interesse specifico”, bensì “stare in questa competizione facendo crescere le migliaia di giovani che lavorano nel settore e nelle imprese”. Per questo, ha poi concluso Rutelli, “confidiamo che in Parlamento vengano recepite le istanze di questo mondo, che sono tutte dentro l’interesse nazionale; produttivo, creativo e nel rapporto col pubblico”.
I numeri presentati agli Stati generali, sottolineano gli organizzatori, “sono importanti e significativi: con un investimento di 10 milioni da parte delle piattaforme e delle reti, tramite obbligo di sottoquota, in un triennio il fatturato dell’animazione italiana fermo oggi a 125 milioni passerebbe a 178,4 milioni con una crescita del 43% del valore aggiunto e la creazione di 1.120 posti di lavoro. Lo Stato, a propria volta, avrebbe un ritorno positivo di 24,6 milioni. Un precedente virtuoso, come dicevamo, già esiste: il tax credit, per mezzo del quale ogni euro di agevolazione fiscale ha generato 2,5 euro di spesa in Italia di cui 2,2 per stipendi e oneri sociali ma anche 1,26 euro di introiti diretti per le finanze pubbliche. Uno strumento che, a propria volta, è sintomatico di un’attenzione da parte degli ultimi governi e che viene confermata anche nei messaggi di saluti portati dalla sottosegretaria alla Cultura, la senatrice Lucia Borgonzoni“.
Chi non ha bisogno di essere convinta della bontà della sottoquota di investimenti è la tv di Stato, che già la applica: “Noi l’abbiamo e la rispettiamo – conferma il direttore di Rai Kids, Luca Milano -, mi auguro che anche le piattaforme e i produttori, come già hanno provato a fare in qualche raro caso, possano rendere più stabile la collaborazione perché penso che faccia bene anche a noi avere un mercato più ampio e una concorrenza”. In questo senso la Rai, che da 20 anni investe sull’animazione con studi ormai presenti in ogni Regione e produzioni all’altezza della competizione internazionale, è l’investitore di punta. “Usiamo con piacere le produzioni di animazione sui nostri canali per bambini e ragazzi, Rai YoYo e Rai Gulp, ed effettivamente il talento italiano si vede alla pari con le migliori realtà europee e internazionali; la nostra speranza è che anche gli altri broadcaster privati e le piattaforme inizino a investire nell’animazione italiana”.
L’appuntamento fiorentino ha raccolto anche la partecipazione di Federico Mollicone presidente Commissione Cultura alla Camera, per cui “come Parlamento stiamo esaminando ora l’istituzione della filiera tecnologica-professionale nella scuola, strettamente connessa ai mestieri dell’innovazione digitale come l’animazione 3D. Abbiamo rafforzato anche il comparto dell’alta formazione artistica, in cui rientrano centri di eccellenza come lo IED e il RUFA. La formazione superiore nell’audiovisivo e nel cinema passa anche per gli investimenti a Cinecittà e nel Centro Sperimentale di Cinematografia. Come fa anche il centro a Venezia – un nuovo polo formativo di eccellenza per le arti immersive e la realtà virtuale, che sosterremo e su cui poter investire maggiormente. Un’eccellenza europea che ci pone nel primato nella formazione cinematografica. Cinecittà e il CSC, grazie agli investimenti del PNRR pari a 300 milioni, intendono infatti svolgere un ruolo di primo piano per l’aggiornamento delle competenze professionali. Il Centro Sperimentale è stato innovato nelle sue finalità e si occuperà anche delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale. Non si tratta quindi solo di investimenti tecnologici, ma soprattutto di ulteriori specializzazioni per tutte le figure che fanno parte del comparto. In chiusura, come detto già in occasione degli Stati Generali a Siracusa, crediamo sia necessario rafforzare il sostegno all’animazione italiana: rappresentate un’eccellenza del settore e un esempio di creatività unica nel continente europeo”. (n/b)
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