Spike Lee e l’algoritmo di Netflix

Le nuove tecnologie sono state gli argomenti principali del panel tenuto dal regista insieme a David Cronenberg, Susanna Nicchiarelli, Sandy Powell e Blanca Suarez


VENEZIA – L’Italian Pavilion è stato letteralmente preso d’assalto oggi pomeriggio per la Masterclass di Mastercard condotta da David Cronenberg, Susanna Nicchiarelli, Sandy Powell e Blanca Suarez che si sono uniti al grande ospite Spike Lee, annunciato già da tempo, dopo un breve saluto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli.

Cronenberg è qui anche per ritirare il Leone d’oro alla Carriera, Nicchiarelli ha vinto il premio Orizzonti lo scorso anno con il suo film Nico, Powell è più volte stata nominata all’Oscar e Suarez è protagonista della serie di successo Netflix Le ragazze del centralino, oltre che di film di registi importanti come Pedro Almodovar e Alex De La Iglesia.

Anche Lee ha lavorato con il colosso della distribuzione online, con la serie She’s Gotta Have It. Proprio di Netflix e delle nuove tecnologie si è parlato per gran parte dell’evento, trasmesso in streaming anche sulla pagina facebook di Best Movie, e soprattutto di come gli algoritmi applicati alle nuove piattaforme di distribuzione possano influire sulla creatività. “Nessuno sa esattamente come vadano queste cose -spiega Spike Lee – conosco le ripercussioni e le reazioni del mio lavoro solo grazie ai social ma nessuno mi dà le cifre di come vanno le cose. E so che la serie è andata bene solo perché ho ricevuto la telefonata del produttore che mi annunciava un’altra stagione. Ma certamente gli algoritmi non hanno stereotipi, nel momento in cui hai un account hai anche un codice postale e loro possono individuarti per capire i tuoi gusti e anche altro. Se guardi solo serie con persone afroamericane pensaranno probablimente che sei afroamericano e ragioneranno di conseguenza. In generale, comunque, dipendere da una regola matematica, se sei un narratore, non è una buona cosa”.

31 Agosto 2018

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