È composta dal direttore artistico del New York Film Festival, l’americano Dennis Lim, dal pluripremiato produttore indipendente spagnolo Lluís Miñarro, dalla produttrice francese Judith Lou Lévy (vincitrice del gran premio della giuria a Cannes per Atlantique di Mati Diop), dal regista argentino Eduardo Williams (già vincitore di Cineasti del presente al festival di Locarno) e dalla regista spagnola Tuixén Benet, vincitrice ex aequo del concorso del Sicilia Queer 2021 con Aloma i Mila la giuria internazionale della dodicesima edizione del Sicilia Queer filmfest, in programma a Palermo dal 30 maggio al 5 giugno.
La giuria valuterà i 9 lungometraggi in concorso per la sezione Nuove Visioni, a cui sarà assegnato un premio di 1000€, e i 13 cortometraggi in gara per la sezione Queer Short, a cui sarà assegnato un premio di 500€. Accanto alla giuria internazionale altre due giurie per il Festival: quella storica costituita dal Coordinamento Palermo Pride, mentre la novità di quest’anno è che il SQFF è il primo dei festival AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema) a ospitare una giuria composta da tre critici italiani che assegnerà il Premio della Critica SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani). I tre giurati che si occuperanno di dare questo premio sono Emanuele Di Nicola, Franco La Magna e Gaia Simionati.
Il Concorso Internazionale di lungometraggi dedicato alle Nuove Visioni incarna lo spirito del Sicilia Queer, accostando nomi di autori più riconosciuti, anche se poco noti al grande pubblico, a scoperte più nascoste, in un gioco tra alto e basso, piccolo e grande che corrisponde all’essenza della settima arte. Titoli che rappresentano nuove visioni perché di autori giovani, ai primi lavori, o perché radicalmente diversi rispetto a ciò che si è soliti vedere sul grande schermo, rispetto alle narrazioni tradizionali, ai codici e ai canoni: film che dialogano con il cinema queer dal punto di vista tematico o formale, sempre in modo non didascalico e con uno sguardo ampio che ha il cinema al centro dei nostri interessi.
Quest’anno la selezione delle opere per il Concorso Internazionale di cortometraggi Queer Short rimette al centro l’operazione più alta che i grandi film fanno sempre, ovvero partecipare a (ri)scrivere la storia. Che si tratti di storie personali o di destini collettivi, i film che saranno presentati in concorso, la stragrande maggioranza dei quali diretti da donne, portano le tracce di un passato queer emarginato dalla storiografia dominante, e contribuiscono a riequilibrare in questo modo ciò che sembra essere stato escluso dalle narrazioni e dai canoni ufficiali.
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