SIC@SIC dalle Aquile allo Zombie

Sembra proprio un 'dalla A alla Z' la selezione di SIC@SIC, sezione di 'cinema breve' della Settimana Internazionale della Critica


Anche quest’anno durante la Mostra del Cinema di Venezia la Settimana Internazionale della Critica dedicherà uno spazio al cinema ‘breve’, attraverso SIC@SIC, selezione di cortometraggi a sostegno del nuovo cinema italiano e per la promozione dei giovani autori, progetto nato e cresciuto in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà.

I temi sono tanti e tutti interessanti: la nostalgia, la distopia, la lotta contro la criminalità organizzata, il bullismo, l’estremismo politico, la rinuncia alle proprie passioni, la forza del branco, il gruppo, le generazioni, le tradizioni. Ne emerge un quadro umano sfumato e sfaccettato che fa quasi da film a sé stante, ideale accompagnamento di una delle sezioni più prestigiose dell’evento veneziano.

Ad aprire è Les Aigles de Carthage di Adriano Valerio, coproduzione Francia, Tunisia, Italia. 14 febbraio 2004, Stadio Olympico di Radès, Tunisia. L’intera nazione tifa per la vittoria delle Eagles of Carthage contro il Marocco, nella finale per la Coppa Africana. Dopo diverse sconfitte si trovano a un solo passo dalla gloria. Quindici anni dopo la partita, i tunisini sentono ancora le emozioni del giorno che toccò così profondamente la storia del loro paese. Accamòra (In questo momento) di Emanuela Muzzupappa si ambienta invece nelle aspre campagne calabresi, e racconta il rito della raccolta dei fichi, che per il protagonista Antonio rappresenta un caposaldo dell’esistenza. Con il fratello porta avanti la raccolta che gli evoca risate, ricordi e malinconia, ma scoprirà alla fine della giornata, con amarezza, che quella volta non è come tutte le altre.

Adam di Pietro Pinto, con Francesca Inaudi nel cast, dal respiro internazionale, è distopico e apocalittico, all’inverso. Il protagonista Adam – naturalmente da considerarsi un nuovo ‘primo uomo’ – in un mondo dove non esiste più la morte, proclama la sua umanità rivendicando per sé la scelta di una vita che finisce. I protagonisti di Finis terrae, di Tommaso Frangini (coproduzione Italia-USA) sono Travis e Peter, amici di infanzia. Decidono di andare in campeggio insieme per ritrovare la sintonia di un tempo, ma la natura desolata che li circonda evidenzierà le loro differenze e la distanza che li separa.

Gas Station di Olga Torrico racconta di Alice, impiegata presso una pompa di benzina, lavoro alimentare e ‘necessario’ ma che le toglie il tempo di fare quello che amava, ovvero suonare. Quando in un afoso giorno estivo compare il suo vecchio insegnante di musica, Alice inizia a chiedersi se sia rimasta per troppo tempo senza la sua personale benzina, le note. J’ador di Simone Bozzelli è un racconto di formazione che racconta la genesi di una scelta “politica”. Claudio ha quindici anni e qualcuno gli sta scrivendo in fronte “J’ador” perché profuma come una femminuccia. È Lauro, il leader diciottenne di un gruppo di ragazzi che dicono di essere fascisti e fanno un sacco di cose per un partito di estrema destra. Claudio vuole andare con loro alla “cena” in sezione, ma alla cena si va solo se si fa parte del gruppo, e le femminucce non ci entrano. Se vuole ottenere ciò che desidera, in un pomeriggio, Claudio deve perdere il suo profumo da ragazzino e imparare a odorare come un uomo.

Le mosche di Edgardo Pistone richiama, fin dal titolo, l’immortale classico della letteratura ‘Il signore delle mosche’ di William Goldwin, seguendo vicissitudini e avventure di un gruppo di ragazzi abbandonati a sé stessi, mentre la vita, apparentemente tranquilla, scorre indisturbata. In balia dei demoni della crescita, della loro fantasia e della loro tracotanza, i ragazzi, come mosche che ronzano dal marciume alla seta, si trascinano verso un epilogo tragico e irreparabile. Where The Leaves Fall di Xin Alessandro Zheng, è la storia di Giacomo, giovane italo cinese di seconda generazione, viaggia fino alla contea di Wencheng per riportare a casa le ceneri del padre scomparso prematuramente. Nella città natale dei propri genitori è ospite del nonno, che diventerà la guida sui sentieri dimenticati della sua cultura d’origine, ormai lontana anni luce dalla sua vita quotidiana, di ventenne europeo.

Chiude Zombie, corto d’autore di Giorgio Diritti. È il giorno di Halloween. Camilla è fuori da scuola. Cerca con gli occhi il padre, ma ad aspettarla è la madre, Paola, che la porta in pasticceria e le dice di prendere quello che vuole: è un giorno speciale. Una volta a casa, Paola traveste la figlia da zombie: sta arrivando l’atteso momento del “dolcetto o scherzetto”. Un cappuccio con due fori sugli occhi le copre il volto, Camilla osserva il paese animarsi per la festa dei morti, passeggia per le vie del paese mano nella mano con la madre, ma non tutto è come sembra.

Zombie è stato realizzato in chiusura del corso di sceneggiatura e regia, “Dall’idea al set“, curato da Diritti per la Fondazione Fare Cinema di Marco Bellocchio a Bobbio. Il corto nasce da un lavoro di gruppo, al contempo personale e introspettivo, con i ragazzi del corso sul tema dei rapporti figli-genitori. Le riprese si sono svolte in sei giorni, nel mese di novembre 2019, tra le strade della città.

31 Agosto 2020

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