Otello, Iago, Desdemona e Cassio – “quelli di Shakespeare” – hanno sedici/diciassette anni e frequentano un liceo romano contemporaneo.
E se Shakespeare originariamente narra che la tragedia debutti con due uomini presi nella discussione, il ricco e vizioso gentiluomo Roderigo e l’alfiere Iago, suo amico – per cui il primo si lamenta che l’altro taccia il segreto del matrimonio tra Desdemona e Otello, un moro al servizio della Repubblica Veneta – Shake s’ispira al dramma seicentesco sì, ma s’adattata alla scena del nostro presente.
È l’universalità dei temi – come sempre con Shakespeare – a permettere che, seppur l’Otello originale porti sulle spalle più di cinquecento anni, un dramma d’altri tempi non sia difforme all’adolescenza del tempo corrente e così amore, gelosia, tradimento e vendetta siano sentimenti e atti dell’individuo in formazione.
Insomma, tra tragedia e commedia – toni classici anche dell’età adolescenziale –, ma senza l’enfasi di aristocratici, nobili e castelli, ma in fondo nella nobiltà dell’animo umano che conquista le proprie roccaforti interiori e sociali, Shake parte dall’Otello per prendere le sembianze attuali di Thomas (Jason Prempeh), traino volitivo della crew di parkour. E se Cassio ha un profilo ironico nel personaggio di Michele (Alessandro Cannavà), Iago è femmina: Gaia (Giada Di Palma). Un triangolo senza disequilibri, fino all’incontro con la Desdemona del liceo, Beatrice (Giulia Fazzini), la bella, che non lascia impassibile né Thomas, né Gaia.
E qui l’invidia s’innesta, perché l’amore sceglie una via, che naturalmente esclude l’altra, richiamo alla vendetta che – come nell’originale shakespeariano – mira a separare i due innamorati. S’inanellano così la gelosia, la rottura dell’amicizia e un finale senza vincitori né vinti, ma con la presa di coscienza che l’età adulta porti con sé anche il disincanto, l’autoanalisi delle fragilità, la chiamata in causa di una maturità con cui è necessario cominciare a rapportarsi.
La serie – 8 episodi, su RaiPlay da venerdì 14 aprile – è scritta da Gianluca Bernardini, Carolina Cavalli, Caterina Salvadori – e diretta da Giulia Gandini per cui “È un’impresa coraggiosa quella di prendere Shakespeare e cercare di renderlo contemporaneo per un pubblico così giovane. La prima volta che ho sentito l’idea mi è sembrata una grande sfida, poi mi sono assolutamente innamorata a prima vista. Mi sento fortunata di aver contribuito con il mio linguaggio registico e visivo. Non serve conoscere Shakespeare per capire Shake, anche se per chi è familiare con l’Otello le easter eggs sono moltissime. I piani sequenza si rifanno senza dubbio al linguaggio teatrale. L’amore è una fiaba, allora il realismo narrativo è costellato da brevi momenti di realismo magico: giochi di luce, sguardi sospesi, cinguettii, sequenze in slow-motion che quasi fermano il tempo”.
“Thomas – spiega il suo interprete, Jason Prempeh – si ritrova a dover affrontare temi universali, come passione e amore, in cui puoi essere sopraffatto da quello che provi, ed quello da cui parte l’Otello. Thomas ha passione per lo sport così per le sue emozioni. È bello il gioco di dicotomia tra quello che si dice e quello che c’è sotto le parole. L’approccio con personaggi universali chiede tanta umiltà”.
“Io sono la sua spalla” spiega Giada di Palma, nel ruolo di Gaia. “La scelta del parkour è interessante, che gli autori abbiano pensato di trasporre così l’ambito guerresco, con l’agonismo e i grandi problemi connessi. È stato un onore aver interpretato un’anima di Iago, uno dei personaggi più divertenti per la sua dualità. È l’attore nell’attore, è affascinante come figura. È stato interessante da rendere anche trasposto in una ragazza di 16 anni, nelle sue ombre, come appunto nel bianco e nero già propri di Shakespeare. È molto presente questa oscurità in cui la realtà si mescola con la finzione e tutto ciò che appare non è quello che è reale. Ho cercato di non giudicare il personaggio ma di pormi le sue stesse domande, provando anche a risolverle anche a modo mio”.
Mentre “Michele è il migliore amico di Gaia e Thomas, con cui ha un legame fraterno”, dice Alessandro Cannavà che gli dà vita. “È suscettibile al fascino femminile, così come il Cassio di Shakespeare. Michele ha 16 anni, è ancora immaturo, non ha subito traumi, vuole a tutti i costi piacere alle persone: ha paura di non piacere. È un personaggio buffo”.
“Beatrice – per Giulia Fazzini – ha un potere magnetico. È il perno attorno a cui ruotano gli altri personaggi. Nell’opera shakespeariana i moti interiori di Desdemona sono una cosa più sua: è una donna angelicata dalla forza magnetica, che in Shake abbiamo voluto rendere tridimensionale, con dei chiaroscuri. Beatrice ricerca autenticità in Thomas e trova la sua forza nell’amore. Ricerca genuinità per rendere giustizia a se stessa, come d’altronde già Shakespeare aveva fatto nel Seicento”.
Maria Pia Ammirati, direttore Rai Fiction, constata come Shake sia un viaggio “dalla tragedia di Shakespeare a un teen drama. Perché noi continuiamo a leggere grandi romanzi e li adattiamo? Perché durano in eterno, in particolare qui la gelosia, sentimento scatenante. Nella tradizione di Rai Fiction produrre per piattaforma significa produrre anche prodotto digitale, differente dal generalista, un prodotto completamente giovane, con un punto di vista preciso, che nel caso specifico significa avere molti più punti di vista: è la cosa interessante. Giulia Gandini, la più giovane tra i nostri registi, ha il pregio di aver capito cosa significhi interpretare la profondità dei sentimenti dei ragazzi. Shake è la reinterpretazione dell’aderenza alla realtà dei sentimenti eterni: metto in scena un dramma sempre esistito nel mondo degli umani ma visto però dal punto di vista dei ragazzi. C’è una voglia di stare dentro il mondo dei giovani che stiamo interpretando, in tal senso siamo anche reduci dal successo di Mare Fuori. Ringrazio Andrea Occhipinti perché da soli non faremmo queste produzioni e Lucky Red è un grande valore aggiunto”.
Per il presidente e fondatore di Lucky Red, Occhipinti appunto, “con il gruppo editoriale siamo sempre alla ricerca di idee originali, per proporre qualcosa di diverso che abbia una sostanza e l’intuizione qui è stata andare a prendere le opere di Shakespeare e ambientarle in un liceo romano: l’adattamento è molto fresco, reale. Noi cerchiamo sempre, in direzioni diverse con pubblici differenti, di fare cose che intrattengano e allo stesso tempo abbiano dei valori che rimangono”.
Cmqmartina è l’autrice della canzone originale della colonna sonora, Il silenzio.
La distribuzione internazionale di Shake è Federation Studios.
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