‘Sex Education’, il finale deludente di cui avevamo bisogno

Nonostante la quarta e ultima stagione, disponibile dal 21 settembre su Netflix, abbia diviso ampiamente il pubblico, è difficile che Sex Education possa passare alla storia come una serie rovinata dal suo finale. Scopriamo perché


Il sesso è una componente fondamentale delle nostre vite. Per quanto in molti preferiscano non ammetterlo, lo è soprattutto negli anni in cui lo si scopre e in cui ci si forma ad esso, ovvero da adolescenti. È questa la lezione più importante che Sex Education aveva da insegnarci, quando nel 2019 fece il suo debutto su Netflix. Forte della libertà creativa concessa dalla piattaforma rossa – priva delle censure che (con pochissime eccezioni) da sempre castrano gli show televisivi di tutto il mondo -, l’autrice Laurie Nunn ha potuto portare il genere del teen drama dove finora nessuno era mai riuscito ad andare.

Nonostante la quarta e ultima stagione, disponibile dal 21 settembre su Netflix, abbia diviso ampiamente il pubblico, regalando una conclusione poco a fuoco e un po’ priva di mordente, è difficile che Sex Education possa passare alla storia come una serie rovinata dal suo finale. Scopriamo perché.

Un finale deludente?

I teen drama hanno un problema atavico che neanche Sex Education è riuscito a sfatare: gli attori sono esseri umani e gli esseri umani, fortunatamente, crescono. “Siamo tutti molto più vecchi di quando abbiamo iniziato, – ha dichiarato Nunn – penso che in un teen show ci sia sempre una sorta di punto di arrivo, perché gli attori non possono interpretare degli adolescenti per sempre. Quindi mi è sembrato il momento giusto per chiudere la serie”. Gli sconosciuti attori britannici che quattro anni fa iniziavano questo viaggio dall’esito inimmaginabile sono ora delle star, reclamate dal mondo del grande e del piccolo schermo. Non solo il protagonista Asa Butterfield, ma anche Emma Mackey, vincitrice del BAFTA come miglior stella emergente, e Ncuti Gatwa, diventato il Quindicesimo Dottore nella serie televisiva fantascientifica cult Doctor Who. Anche per rispetto delle loro carriere lo show non poteva che concludersi con questa quarta stagione, evitando per un pelo il fastidioso effetto delle serie che tirano decisamente troppo a lungo la corda.

I problemi che in molti hanno riscontrato all’interno di questa quarta stagione sono legati principalmente a una sorta di eccessivo “buonismo” che si percepisce lungo tutto il corso degli otto episodi. Errore primigenio è quello di aver cambiato, per esigenze narrative, l’ambientazione della scuola: il liceo Cavendish è un luogo al di là di ogni possibile immaginazione, una scuola dove la parola “inclusività” regna sovrana in un modo decisamente poco realistico. La sensibilità nei confronti del genere e dell’identità sessuale, ma anche dell’ambiente e dell’ecologia, sono ai massimi storici, non esiste nessun tipo di pregiudizio e tutti sono così attenti alla propria sfera psicologica da mettersi addirittura in fila per parlare con un terapeuta. Sex Education si trasforma, in pratica, in una sorta di fiaba queer ancora più surreale di quanto già non fosse in passato, togliendo man mano forza e credibilità ai conflitti in ballo e ad alcuni personaggi, su tutti quello del protagonista Otis.

Eppure il “buonismo” non ha tolto il dolore dalle vite dei protagonisti e non ha concesso loro un perfetto lieto fine, quanto piuttosto un giusto lieto fine. Al termine dell’episodio finale si ha la sensazione che tutto sia esattamente al proprio posto e che tutti i personaggi principali siano arrivati esattamente dove dovevano arrivare.

L’eredità di Sex Education

Sex Education non è probabilmente riuscita nell’impresa di finire con i fuochi d’artificio come altre serie conclusesi in questo 2023 (Better Call Saul, Succession e La fantastica signora Maisel su tutte), ma resterà comunque una pietra miliare del genere, un punto di passaggio obbligato per chiunque d’ora in poi vorrà cimentarsi nel raccontare una storia teen di qualità.

Con la sua rappresentazione per nulla idealizzata del sesso e la sua capacità di mantenere un tono comedy anche addentrandosi nelle tematiche più dure e controverse, Sex Education è diventata immediatamente la regina (non a caso britannica) dei teen drama. Una serie che ha insegnato – e continuerà a farlo – non solo ai più giovani, ma anche a quegli adulti che ancora non sono a loro agio con i propri corpi e con la propria sessualità, l’importanza di aprirsi agli altri e comunicare sinceramente le proprie insicurezze per provare a superarle. E poco importa se il mondo che ha raccontato – soprattutto in questa quarta stagione – sia totalmente irrealistico e fiabesco: fin quando ci saranno persone che guarderanno Sex Education con disgusto e frustrazione, vorrà dire che il mondo avrà ancora bisogno del suo messaggio.

Ancora per tanti anni Sex Education sarà la serie da consigliare a tutti coloro che avranno bisogno di divertirsi ed emozionarsi, entrando a contatto con il lato migliore di se stessi.

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06 Ottobre 2023

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